Giovambattista Nolli da Como iniziò il rilevamento della città di Roma nei primi mesi del 1736 per terminare 12 anni più tardi, nel 1748. Gli era stato concesso un permesso straordinario per accedere praticamente ovunque ma tanto scrupolo aveva soprattutto ragioni politiche e fiscali in quanto la mappa sarebbe servita a ridefinire i margini dei quattordici distretti amministrativi. La pianta si rivela un insuccesso commerciale, perché il pubblico non ha interesse in una carta che non riporta l’immagine dei monumenti romani. Eppure egli è consapevole di aver contribuito in modo sostanziale non solo alla conoscenza della città eterna ma più in generale alla scienza cartografica. La planimetria, definita come una sezione orizzontale al piano terra degli edifici, rappresenta allo stesso modo i vuoti di piazze e cortili e le navate interne delle chiese. Lo spazio è cinicamente ridotto alla semplice e sola legge della distanza fra due punti. I luoghi vengono privati di tutte le loro connotazioni esclusive, di tutte quelle qualità che li rendono unici e interpretati in chiave squisitamente spaziale, senza alcuna concessione alla pratica umana di vedere il mondo in prospettiva: solo dimensione e posizione. La matassa di vuoti interconnessi che emerge dalla pianta ci racconta di una città estremamente porosa, permeabile, attraversabile secondo una pluralità di percorsi alternativi: una città che forse non è mai esistita ma di cui abbiamo cercato di rintracciare la memoria, attualizzando una porzione della grande pianta nella zona compresa tra il cosiddetto tridente e Piazza Borghese per ridisegnarla in ambiente CAD.

Giovan Battista Nolli e il disegno degli spazi aperti / Colonnese, Fabio. - In: A & A. - ISSN 2533-0713. - STAMPA. - 21:(2010), pp. 6-13.

Giovan Battista Nolli e il disegno degli spazi aperti

COLONNESE, Fabio
2010

Abstract

Giovambattista Nolli da Como iniziò il rilevamento della città di Roma nei primi mesi del 1736 per terminare 12 anni più tardi, nel 1748. Gli era stato concesso un permesso straordinario per accedere praticamente ovunque ma tanto scrupolo aveva soprattutto ragioni politiche e fiscali in quanto la mappa sarebbe servita a ridefinire i margini dei quattordici distretti amministrativi. La pianta si rivela un insuccesso commerciale, perché il pubblico non ha interesse in una carta che non riporta l’immagine dei monumenti romani. Eppure egli è consapevole di aver contribuito in modo sostanziale non solo alla conoscenza della città eterna ma più in generale alla scienza cartografica. La planimetria, definita come una sezione orizzontale al piano terra degli edifici, rappresenta allo stesso modo i vuoti di piazze e cortili e le navate interne delle chiese. Lo spazio è cinicamente ridotto alla semplice e sola legge della distanza fra due punti. I luoghi vengono privati di tutte le loro connotazioni esclusive, di tutte quelle qualità che li rendono unici e interpretati in chiave squisitamente spaziale, senza alcuna concessione alla pratica umana di vedere il mondo in prospettiva: solo dimensione e posizione. La matassa di vuoti interconnessi che emerge dalla pianta ci racconta di una città estremamente porosa, permeabile, attraversabile secondo una pluralità di percorsi alternativi: una città che forse non è mai esistita ma di cui abbiamo cercato di rintracciare la memoria, attualizzando una porzione della grande pianta nella zona compresa tra il cosiddetto tridente e Piazza Borghese per ridisegnarla in ambiente CAD.
2010
disegno della città; Nolli
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Giovan Battista Nolli e il disegno degli spazi aperti / Colonnese, Fabio. - In: A & A. - ISSN 2533-0713. - STAMPA. - 21:(2010), pp. 6-13.
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