Il presente lavoro riporta i risultati preliminari di uno studio avente come obiettivo la messa a punto di un processo di dissalazione di una soluzione acquosa, sottoprodotto del processo di solfonazione del naftalene, costituita da una frazione organica (prevalentemente acidi naftalensolfonici), e una frazione inorganica (prevalentemente solfato di sodio). In virtù delle sue particolari caratteristiche, il refluo é stato inizialmente concentrato tramite evaporazione sottovuoto, per aumentarne il contenuto salino; si é quindi provveduto al recupero del sale stesso tramite cristallizzazione per raffreddamento. La soluzione madre è stata quindi sottoposta a digestione anaerobica con lo scopo di determinare le soglie di tossicità per microrganismi anaerobici mesofili non acclimatati nei confronti della matrice organica, della quale è stato studiato l’evolversi del processo di degradazione. L’acclimatazione della biomassa è stata osservata in un ampio intervallo di concentrazione del refluo, fino a 224 ml di refluo per litro di soluzione. La biomassa acclimatata è stata quindi in grado di degradare la frazione organica del refluo ottenendo rimozioni del TOC fino al 67%.
Recupero del solfato di sodio dai sottoprodotti del processo di soffocazione del naftalina / DI PALMA, Luca; Merli, Carlo; Petrucci, Elisabetta; Verdone, Nicola. - STAMPA. - (2001), pp. 323-328. (Intervento presentato al convegno 3rd National Congress Valorization and Recycling of Industrial Wastes tenutosi a L'Aquila nel 25-29/06/2001).
Recupero del solfato di sodio dai sottoprodotti del processo di soffocazione del naftalina
DI PALMA, Luca;MERLI, Carlo;PETRUCCI, Elisabetta;VERDONE, Nicola
2001
Abstract
Il presente lavoro riporta i risultati preliminari di uno studio avente come obiettivo la messa a punto di un processo di dissalazione di una soluzione acquosa, sottoprodotto del processo di solfonazione del naftalene, costituita da una frazione organica (prevalentemente acidi naftalensolfonici), e una frazione inorganica (prevalentemente solfato di sodio). In virtù delle sue particolari caratteristiche, il refluo é stato inizialmente concentrato tramite evaporazione sottovuoto, per aumentarne il contenuto salino; si é quindi provveduto al recupero del sale stesso tramite cristallizzazione per raffreddamento. La soluzione madre è stata quindi sottoposta a digestione anaerobica con lo scopo di determinare le soglie di tossicità per microrganismi anaerobici mesofili non acclimatati nei confronti della matrice organica, della quale è stato studiato l’evolversi del processo di degradazione. L’acclimatazione della biomassa è stata osservata in un ampio intervallo di concentrazione del refluo, fino a 224 ml di refluo per litro di soluzione. La biomassa acclimatata è stata quindi in grado di degradare la frazione organica del refluo ottenendo rimozioni del TOC fino al 67%.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.