In questo saggio si indaga la dimensione retorica della rappresentazione filarchea della presa di Mantinea, con la descrizione delle sofferenze della popolazione. Le procedure adottate da Filarco, che nella sua replica Polibio riportava all'ambito della tragedia, contrapposto a quello della storiografia seria per le finalità perseguite come per i mezzi impiegati, sono codificate dalla dottrina retorica antica, che le analizza a più riprese, da Aristotele a Quintiliano, e si incontrano di frequente anche nei dibattiti politici riferiti dagli storici: miravano a suscitare la viva pietà per le vittime, e lo sdegno per i responsabili delle loro sofferenze. La dottrina retorica conosceva esempi della scomposizione di un evento nelle sue parti, per mostrarlo al pubblico con tutta la sua carica emotiva, ut cerni videantur, già in Omero e Demostene, sempre a proposito della presa di una città. Quindi, si mostra come alla dottrina retorica possa riportarsi in realtà anche la critica di Polibio all'enargeia della narrazione filarchea della presa di Mantinea; la procedura adottata da Polibio è quella della cosiddetta ekbolè eléou, le strategie utili a far fallire l'appello della controparte alla pietà del pubblico. Nei dibattiti politici, questa tecnica ricorre specularmente a quelle impiegate da Filarco. Così, attraverso paralleli stringenti fra le critiche di Polibio a Filarco e strategie retoriche applicate a fini politici, si svela il carattere esclusivamente politico della critica a Filarco, dalla quale a lungo si era creduto di poter ricostruire una contrapposizione metodologica fra due opposte correnti della storiografia ellenistica: da una parte la seria storiografia pragmatica, fedele al modello tucidideo, e dedita all'indagine delle cause, di Polibio, e dall'altra la storiografia tragica di Filarco, volta a suscitare le emozioni dei lettori al solo fine di suscitarne il piacere. In realtà, la strategia di Filarco mirava a far condividere al pubblico il suo giudizio politico, sulla presa di Mantinea, e la causa che Polibio rimproverava a Filarco di non aver riferito non è che una giustificazione della dura punizione della popolazione di Mantinea, che avrebbe meritato la riduzione in schiavitù per avere in precedenza messo a morte gli uomini del presidio acheo che occupava la città. Mostrare che le sofferenze lamentate dalla controparte erano ben meritate, e che essi dunque non erano degni di pietà, era il cardine della strategia della ekbolè eléou. Quanto all'accusa che Polibio muove a Filarco di aver scritto come un poeta tragico, essa trova origine nella critica di Platone, che aveva assimilato alla tragedia la retorica deteriore che faceva appello alle emozioni, anziché limitarsi a una persuasione razionale. Infine, si accenna un confronto fra la polemica di Polibio contro Filarco intorno alla sorte di Mantinea e il modo in cui Tucidide presenta la contesa fra Platea e Tebe, a seguito del fallito colpo di mano dei Tebani a Platea, nel 431: la posizione di Polibio appare riflettere da presso il discorso dei Tebani di fronte al tribunale spartano, nell'estate del 427, incentrato anch'esso sui temi della ekbolè eléou. A loro giudizio, la terribile punizione incombente sulla popolazione di Platea era giustificata dall'empia violazione del giuramento e dallo sterminio dei prigionieri tebani. Nel resoconto tucidideo di una vicenda strutturalmente sovrapponibile a quella di Mantinea, il modo in cui Polibio presenta l'episodio è sovrapponibile così alla versione di una delle parti. Diversamente da Tucidide, Polibio applica in prima persona le tecniche retoriche proprie dei dibattiti politici per indurre i lettori ad assolvere una parte e condannare l'altra. Il carattere politico dell'opera di Polibio risulta confermato anche dal confronto con Tucidide, lodato fin dall'antichità per la sua imparzialità.

Tragedia e retorica nella polemica sulla presa di Mantinea (Polibio II, 56-58) / Thornton, John. - STAMPA. - (2013), pp. 353-374. (Intervento presentato al convegno Parole in movimento. Linguaggio politico e lessico storiografico nel mondo ellenistico tenutosi a Rome; Italy).

Tragedia e retorica nella polemica sulla presa di Mantinea (Polibio II, 56-58)

THORNTON, John
2013

Abstract

In questo saggio si indaga la dimensione retorica della rappresentazione filarchea della presa di Mantinea, con la descrizione delle sofferenze della popolazione. Le procedure adottate da Filarco, che nella sua replica Polibio riportava all'ambito della tragedia, contrapposto a quello della storiografia seria per le finalità perseguite come per i mezzi impiegati, sono codificate dalla dottrina retorica antica, che le analizza a più riprese, da Aristotele a Quintiliano, e si incontrano di frequente anche nei dibattiti politici riferiti dagli storici: miravano a suscitare la viva pietà per le vittime, e lo sdegno per i responsabili delle loro sofferenze. La dottrina retorica conosceva esempi della scomposizione di un evento nelle sue parti, per mostrarlo al pubblico con tutta la sua carica emotiva, ut cerni videantur, già in Omero e Demostene, sempre a proposito della presa di una città. Quindi, si mostra come alla dottrina retorica possa riportarsi in realtà anche la critica di Polibio all'enargeia della narrazione filarchea della presa di Mantinea; la procedura adottata da Polibio è quella della cosiddetta ekbolè eléou, le strategie utili a far fallire l'appello della controparte alla pietà del pubblico. Nei dibattiti politici, questa tecnica ricorre specularmente a quelle impiegate da Filarco. Così, attraverso paralleli stringenti fra le critiche di Polibio a Filarco e strategie retoriche applicate a fini politici, si svela il carattere esclusivamente politico della critica a Filarco, dalla quale a lungo si era creduto di poter ricostruire una contrapposizione metodologica fra due opposte correnti della storiografia ellenistica: da una parte la seria storiografia pragmatica, fedele al modello tucidideo, e dedita all'indagine delle cause, di Polibio, e dall'altra la storiografia tragica di Filarco, volta a suscitare le emozioni dei lettori al solo fine di suscitarne il piacere. In realtà, la strategia di Filarco mirava a far condividere al pubblico il suo giudizio politico, sulla presa di Mantinea, e la causa che Polibio rimproverava a Filarco di non aver riferito non è che una giustificazione della dura punizione della popolazione di Mantinea, che avrebbe meritato la riduzione in schiavitù per avere in precedenza messo a morte gli uomini del presidio acheo che occupava la città. Mostrare che le sofferenze lamentate dalla controparte erano ben meritate, e che essi dunque non erano degni di pietà, era il cardine della strategia della ekbolè eléou. Quanto all'accusa che Polibio muove a Filarco di aver scritto come un poeta tragico, essa trova origine nella critica di Platone, che aveva assimilato alla tragedia la retorica deteriore che faceva appello alle emozioni, anziché limitarsi a una persuasione razionale. Infine, si accenna un confronto fra la polemica di Polibio contro Filarco intorno alla sorte di Mantinea e il modo in cui Tucidide presenta la contesa fra Platea e Tebe, a seguito del fallito colpo di mano dei Tebani a Platea, nel 431: la posizione di Polibio appare riflettere da presso il discorso dei Tebani di fronte al tribunale spartano, nell'estate del 427, incentrato anch'esso sui temi della ekbolè eléou. A loro giudizio, la terribile punizione incombente sulla popolazione di Platea era giustificata dall'empia violazione del giuramento e dallo sterminio dei prigionieri tebani. Nel resoconto tucidideo di una vicenda strutturalmente sovrapponibile a quella di Mantinea, il modo in cui Polibio presenta l'episodio è sovrapponibile così alla versione di una delle parti. Diversamente da Tucidide, Polibio applica in prima persona le tecniche retoriche proprie dei dibattiti politici per indurre i lettori ad assolvere una parte e condannare l'altra. Il carattere politico dell'opera di Polibio risulta confermato anche dal confronto con Tucidide, lodato fin dall'antichità per la sua imparzialità.
2013
Parole in movimento. Linguaggio politico e lessico storiografico nel mondo ellenistico
polibio; filarco; enargeia; ekbolè eléou; dimensione politica della critica storiografica; tucidide
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Tragedia e retorica nella polemica sulla presa di Mantinea (Polibio II, 56-58) / Thornton, John. - STAMPA. - (2013), pp. 353-374. (Intervento presentato al convegno Parole in movimento. Linguaggio politico e lessico storiografico nel mondo ellenistico tenutosi a Rome; Italy).
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