Viviamo in un momento nel quale all’architettura è concesso, come mai in precedenza, di aprirsi alla ricerca di nuove forme di conoscenza tali da trasformare il progetto in un’eccezionale banco di prova sul quale la morfologia e l'innovazione tecnologica diventano materie prime per proporre idee tese a migliorare la qualità della vita e, in ultima analisi, a contrastare il decadimento delle attività quotidiane verso pericolosi automatismi. E’ oggi diventato più che lecito sondare il campo della progettazione architettonica alla ricerca di nuove ibridazioni funzionali e formali, anche se è noto che la vera innovazione non è facile da trovare e che solo una piccola parte di quanto si disegna verrà effettivamente realizzato. Ma la tradizione a innovare, da lungo tempo trascritta nel DNA dei popoli dei Paesi Bassi principalmente a causa della loro costante lotta per arginare il mare, rende particolarmente fecondi e generosi gli architetti di quelle terre spingendoli ad abbracciare una talvolta spericolata attività di ricerca di modelli tecnici e linguistici sui quali impostare nuove idee di spazio architettonico. Gli olandesi Ben Huygen e Jasper Jägers, fondatori degli UCX architects, incarnano queste premesse nel dare risposta all’esigenza della città di Rotterdam di sviluppare un’urbanizzazione sempre più compatta come conseguenza della scarsità di spazio pubblico a disposizione, un bene che ormai sta diventando sempre più raro. Questa compressione spaziale li ha stimolati a reinventare una serie di tipologie edilizie, pensandole in alcuni casi come surrogati di città-territorio, ovvero come centri multiuso nei quali vivere, lavorare, svagarsi. Nelle loro teorizzazioni tali nuovi edifici saranno utili anche a ridurre gli spostamenti, quindi l’inquinamento, l’esigenza di parcheggi e il traffico urbano. Il progetto dell’Adrenalin Tower è la risposta architettonica a questo problema. Tale nuovo tipo edilizio mira a trasformare – almeno sulla carta – l’immagine e i contenuti dei grandi edifici-contenitori monofunzionali combinando le esigenze di spazi privati (alloggi, uffici) a quelle di spazi pubblici e di svago. L’elevata pressione lavorativa del tempo presente rende necessario infatti cercare diversi modi per rilassarsi anche solo per brevi periodi di tempo, pena il decadimento psico-fisico. Pertanto la gente che vive in città dovrebbe poter accedere al soddisfacimento di queste necessità basilari con immediatezza. L’idea sulla quale la torre si conforma presuppone, per i giovani progettisti, che il massimo livello di relax sia ottenibile per mezzo di una scarica di adrenalina, da cui il nome del grattacielo. Pertanto l’edificio luna-park unisce differenti livelli di velocità e altezze per mezzo di un’ampia varietà di possibili sport tutti pensati per sfidare la gravità. L’idea di questo prototipo pensato per la Noordereiland di Rotterdam, è quella di trasferire in quota una serie di funzioni per il pubblico, inserendo nella città edifici con forme inedite nei quali l’azione sportiva e le attività di svago danno luogo a modellazioni volumetriche che propongono profondi e arditi scavi architettonici, tali da destare stupore. L’idea che si coglie in queste immagini è una visione fortemente dirompente che vuole suscitare un’ondata di riflessioni sul ruolo pubblico-privato del grattacielo, ponendosi decisamente a favore delle declinazioni che su questo tema sono già state messe in atto nelle pregevoli opere degli architetti della “blurring architecture”, segnatamente da Hamazah e Yeang, ma anche da Koohlaas.
Per sottrazione: Adrenalin Tower, Rotterdam / Lenci, Ruggero. - In: L'ARCA. - ISSN 0394-2147. - STAMPA. - 205:(2005), pp. 42-47.
Per sottrazione: Adrenalin Tower, Rotterdam
LENCI, Ruggero
2005
Abstract
Viviamo in un momento nel quale all’architettura è concesso, come mai in precedenza, di aprirsi alla ricerca di nuove forme di conoscenza tali da trasformare il progetto in un’eccezionale banco di prova sul quale la morfologia e l'innovazione tecnologica diventano materie prime per proporre idee tese a migliorare la qualità della vita e, in ultima analisi, a contrastare il decadimento delle attività quotidiane verso pericolosi automatismi. E’ oggi diventato più che lecito sondare il campo della progettazione architettonica alla ricerca di nuove ibridazioni funzionali e formali, anche se è noto che la vera innovazione non è facile da trovare e che solo una piccola parte di quanto si disegna verrà effettivamente realizzato. Ma la tradizione a innovare, da lungo tempo trascritta nel DNA dei popoli dei Paesi Bassi principalmente a causa della loro costante lotta per arginare il mare, rende particolarmente fecondi e generosi gli architetti di quelle terre spingendoli ad abbracciare una talvolta spericolata attività di ricerca di modelli tecnici e linguistici sui quali impostare nuove idee di spazio architettonico. Gli olandesi Ben Huygen e Jasper Jägers, fondatori degli UCX architects, incarnano queste premesse nel dare risposta all’esigenza della città di Rotterdam di sviluppare un’urbanizzazione sempre più compatta come conseguenza della scarsità di spazio pubblico a disposizione, un bene che ormai sta diventando sempre più raro. Questa compressione spaziale li ha stimolati a reinventare una serie di tipologie edilizie, pensandole in alcuni casi come surrogati di città-territorio, ovvero come centri multiuso nei quali vivere, lavorare, svagarsi. Nelle loro teorizzazioni tali nuovi edifici saranno utili anche a ridurre gli spostamenti, quindi l’inquinamento, l’esigenza di parcheggi e il traffico urbano. Il progetto dell’Adrenalin Tower è la risposta architettonica a questo problema. Tale nuovo tipo edilizio mira a trasformare – almeno sulla carta – l’immagine e i contenuti dei grandi edifici-contenitori monofunzionali combinando le esigenze di spazi privati (alloggi, uffici) a quelle di spazi pubblici e di svago. L’elevata pressione lavorativa del tempo presente rende necessario infatti cercare diversi modi per rilassarsi anche solo per brevi periodi di tempo, pena il decadimento psico-fisico. Pertanto la gente che vive in città dovrebbe poter accedere al soddisfacimento di queste necessità basilari con immediatezza. L’idea sulla quale la torre si conforma presuppone, per i giovani progettisti, che il massimo livello di relax sia ottenibile per mezzo di una scarica di adrenalina, da cui il nome del grattacielo. Pertanto l’edificio luna-park unisce differenti livelli di velocità e altezze per mezzo di un’ampia varietà di possibili sport tutti pensati per sfidare la gravità. L’idea di questo prototipo pensato per la Noordereiland di Rotterdam, è quella di trasferire in quota una serie di funzioni per il pubblico, inserendo nella città edifici con forme inedite nei quali l’azione sportiva e le attività di svago danno luogo a modellazioni volumetriche che propongono profondi e arditi scavi architettonici, tali da destare stupore. L’idea che si coglie in queste immagini è una visione fortemente dirompente che vuole suscitare un’ondata di riflessioni sul ruolo pubblico-privato del grattacielo, ponendosi decisamente a favore delle declinazioni che su questo tema sono già state messe in atto nelle pregevoli opere degli architetti della “blurring architecture”, segnatamente da Hamazah e Yeang, ma anche da Koohlaas.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.