L’articolo analizza i processi di ideazione e di esecuzione dei grandi cicli pittorici promossi dai papi Bocompagni e Peretti, sottolineandone gli elementi di differenziazione ma anche quelli di continuità. Si può dire che Sisto V non operò una effettiva rottura con le scelte del suo predecessore, ma che apportò ad esse delle modifiche derivate dalla volontà di abbreviare al massimo i tempi di realizzazione. Così si arrivò ad aumentare il già grande numero di artisti impiegati simultaneamente nello stesso cantiere ( a ognuno era affidata una porzione di affresco), e soprattutto a perfezionare in maniera pragmatica l’organizzazione del lavoro, che indirizzava gli artisti verso le diverse specialità secondo le attitudini (pittori di figura, di grottesche, di paesaggio), e operava contemporaneamente uno stretto controllo dei tempi di esecuzione. Già in alcune imprese decorative di Papa Boncompagni emerge il ruolo di Cesare Nebbia come ideatore dei soggetti di storia: mentre a lui appartengono con certezza i numerosi disegni progettuali rintracciati, l’esecuzione pittorica è per lo più affidata ad altri pittori. Sono inoltre evidenti variazioni tra i disegni progettuali e gli affreschi finali, che dimostrano come venisse esercitata una sorveglianza sulla resa dei soggetti scelti, in modo che fosse più chiara ed efficace. Vengono poi esaminati diversi disegni di Nebbia per affreschi dei cicli eseguiti per Sisto V: la presenza di più studi per un singolo episodio dimostrano da parte dell’artista una elaborazione veloce ma non affrettata, che studia attentamente gli spazi a disposizione per adattavi le scene. La presenza, accanto ai disegni di Nebbia e di Guerra, di studi preparatori di altri artisti suggerisce che nei cantieri Sistini ad alcune personalità veniva lasciato, oltre al ruolo di esecutore, uno spazio più ampio di ideazione e interpretazione : è il caso di Ferraù Fenzoni, di cui si conoscono per esempio studi definiti sia della scena d’assieme che delle singole figure del ‘Mosè e il serpente di bronzo’alla Scala Santa, mentre Nebbia gli fornì solo un progetto di massima. Lo stesso Fenzoni eseguì abbozzi poi utilizzati da altri pittori negli stessi cantieri, come Paul Bril, che evidentemente era autonomo nella progettazione delle scene paesistiche, ma seguiva un progetto fornito da altri per le figure di grandi dimensioni.

Ideazione ed esecuzione nei cicli pittorici di Gregorio XIII e Sisto V / Zuccari, Alessandro. - In: BOLLETTINO D'ARTE. - ISSN 0394-4573. - STAMPA. - 132:(2005), pp. 1-22. (Intervento presentato al convegno Il tardo Manierismo a Roma negli anni 1560-1580, Atti della Giornata di Studio promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano e la Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck, Roma 12 dicembre 2003 tenutosi a Roma nel 2003, dicembre).

Ideazione ed esecuzione nei cicli pittorici di Gregorio XIII e Sisto V

ZUCCARI, Alessandro
2005

Abstract

L’articolo analizza i processi di ideazione e di esecuzione dei grandi cicli pittorici promossi dai papi Bocompagni e Peretti, sottolineandone gli elementi di differenziazione ma anche quelli di continuità. Si può dire che Sisto V non operò una effettiva rottura con le scelte del suo predecessore, ma che apportò ad esse delle modifiche derivate dalla volontà di abbreviare al massimo i tempi di realizzazione. Così si arrivò ad aumentare il già grande numero di artisti impiegati simultaneamente nello stesso cantiere ( a ognuno era affidata una porzione di affresco), e soprattutto a perfezionare in maniera pragmatica l’organizzazione del lavoro, che indirizzava gli artisti verso le diverse specialità secondo le attitudini (pittori di figura, di grottesche, di paesaggio), e operava contemporaneamente uno stretto controllo dei tempi di esecuzione. Già in alcune imprese decorative di Papa Boncompagni emerge il ruolo di Cesare Nebbia come ideatore dei soggetti di storia: mentre a lui appartengono con certezza i numerosi disegni progettuali rintracciati, l’esecuzione pittorica è per lo più affidata ad altri pittori. Sono inoltre evidenti variazioni tra i disegni progettuali e gli affreschi finali, che dimostrano come venisse esercitata una sorveglianza sulla resa dei soggetti scelti, in modo che fosse più chiara ed efficace. Vengono poi esaminati diversi disegni di Nebbia per affreschi dei cicli eseguiti per Sisto V: la presenza di più studi per un singolo episodio dimostrano da parte dell’artista una elaborazione veloce ma non affrettata, che studia attentamente gli spazi a disposizione per adattavi le scene. La presenza, accanto ai disegni di Nebbia e di Guerra, di studi preparatori di altri artisti suggerisce che nei cantieri Sistini ad alcune personalità veniva lasciato, oltre al ruolo di esecutore, uno spazio più ampio di ideazione e interpretazione : è il caso di Ferraù Fenzoni, di cui si conoscono per esempio studi definiti sia della scena d’assieme che delle singole figure del ‘Mosè e il serpente di bronzo’alla Scala Santa, mentre Nebbia gli fornì solo un progetto di massima. Lo stesso Fenzoni eseguì abbozzi poi utilizzati da altri pittori negli stessi cantieri, come Paul Bril, che evidentemente era autonomo nella progettazione delle scene paesistiche, ma seguiva un progetto fornito da altri per le figure di grandi dimensioni.
2005
Il tardo Manierismo a Roma negli anni 1560-1580, Atti della Giornata di Studio promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano e la Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck, Roma 12 dicembre 2003
Gregorio XIII; affreschi; manierismo; Sabatini
04 Pubblicazione in atti di convegno::04c Atto di convegno in rivista
Ideazione ed esecuzione nei cicli pittorici di Gregorio XIII e Sisto V / Zuccari, Alessandro. - In: BOLLETTINO D'ARTE. - ISSN 0394-4573. - STAMPA. - 132:(2005), pp. 1-22. (Intervento presentato al convegno Il tardo Manierismo a Roma negli anni 1560-1580, Atti della Giornata di Studio promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano e la Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck, Roma 12 dicembre 2003 tenutosi a Roma nel 2003, dicembre).
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