Il National Swimming Centre per le Olimpiadi del 2008 sarà costruito a Pechino su progetto dello studio australiano di architettura PTW (Peddle, Thorp, Walker) insieme ad Arup, a seguito della vittoria di un concorso internazionale a inviti. Il progetto del National Swimming Centre per le Olimpiadi del 2008 a Pechino già noto come “The Water Cube”, consiste in un volume a pianta quadrata di 200 metri di lato i cui quattro “pacchetti strutturali” laterali rettangolari delle dimensioni di 200x35 metri, quelli delle due compartimentazioni interne e quello della copertura, sono conformati da uno “space-frame” in acciaio la cui applicazione in architettura e in ingegneria costituisce una novità assoluta. Non la tradizionale maglia a sviluppo tetraedrico, che presenta però l’indubbio vantaggio dell’indeformabilità in quanto stabilmente controventata, ma una maglia che determina la posizione dei puntoni e dei nodi che ne compongono la struttura, dall’osservazione dell’aggregazione delle bolle di sapone di cui la “schiuma” si compone. Il progetto nasce dalla considerazione che se le bolle, ma anche i cristalli e le cellule organiche, si aggregano in quel particolare modo, è perché tale forma genera la più efficiente e stabile suddivisione possibile dello spazio. Uno dei quesiti che il fisico irlandese William Thomson Kelvin tra i suoi contributi scientifici pose alla fine del XIX secolo, riguarda proprio tale suddivisione: “Se proviamo a suddividere lo spazio tridimensionale in compartimenti multipli, ognuno di uguale volume, quale forma essi assumeranno se le superfici separatorie dovranno essere di area minima?” J.A.F. Plateau nel 1873 osservò che quando le bolle di sapone s’incontrano esse si uniscono generando tre superfici che convergono, in numero di quattro, su un angolo di 120° formando un bordo, e questi bordi si incontrano in un angolo tetraedrico di 109,47°. Nel 1887 Lord Kelvin propose una soluzione, che si basava su un volume a 14 facce composto da otto esagoni regolari e sei quadrati, che può essere costruito tagliando gli angoli di un ottaedro regolare. Gli angoli di un quadrato sono però di 90° e quelli di un esagono regolare di 120°, ambedue distanti dai 109,47° osservati da Plateau. Un pentagono regolare ha invece angoli di 108°, quindi molto prossimi a 109,47°. Ma i dodecaedri, i solidi costituiti da 12 facce pentagonali regolari, non si uniscono, lasciando spazi vuoti tra loro. Per un certo tempo si è pensato che sarebbero dovuti esistere dei solidi che, costituendo una combinazione di pentagoni (108°) e di esagoni (120°), avrebbero potuto incastrarsi perfettamente senza lasciare spazi vuoti e che avrebbero, quindi, dato risposta al quesito posto da Lord Kelvin. Fu solo nel 1993 che due professori irlandesi D. Weaire e R. Phelan realizzando dei solidi a 14 facce regolari di cui due esagonali e 12 pentagonali, e unendoli a dodecaedri, diedero vita a un’aggregazione di “bolle sfaccettate” le cui facce si uniscono perfettamente, risolvendo, al tempo stesso, il quesito di Lord Kelvin.

PTW Architects (Presentazione del National Swimming Center per le Olimpiadi di Pechino del 2008, progetto di Peddle Thorp, Walker) / Lenci, Ruggero. - In: L'ARCA. - ISSN 0394-2147. - STAMPA. - 187:(2003), pp. 34-43.

PTW Architects (Presentazione del National Swimming Center per le Olimpiadi di Pechino del 2008, progetto di Peddle Thorp, Walker)

LENCI, Ruggero
2003

Abstract

Il National Swimming Centre per le Olimpiadi del 2008 sarà costruito a Pechino su progetto dello studio australiano di architettura PTW (Peddle, Thorp, Walker) insieme ad Arup, a seguito della vittoria di un concorso internazionale a inviti. Il progetto del National Swimming Centre per le Olimpiadi del 2008 a Pechino già noto come “The Water Cube”, consiste in un volume a pianta quadrata di 200 metri di lato i cui quattro “pacchetti strutturali” laterali rettangolari delle dimensioni di 200x35 metri, quelli delle due compartimentazioni interne e quello della copertura, sono conformati da uno “space-frame” in acciaio la cui applicazione in architettura e in ingegneria costituisce una novità assoluta. Non la tradizionale maglia a sviluppo tetraedrico, che presenta però l’indubbio vantaggio dell’indeformabilità in quanto stabilmente controventata, ma una maglia che determina la posizione dei puntoni e dei nodi che ne compongono la struttura, dall’osservazione dell’aggregazione delle bolle di sapone di cui la “schiuma” si compone. Il progetto nasce dalla considerazione che se le bolle, ma anche i cristalli e le cellule organiche, si aggregano in quel particolare modo, è perché tale forma genera la più efficiente e stabile suddivisione possibile dello spazio. Uno dei quesiti che il fisico irlandese William Thomson Kelvin tra i suoi contributi scientifici pose alla fine del XIX secolo, riguarda proprio tale suddivisione: “Se proviamo a suddividere lo spazio tridimensionale in compartimenti multipli, ognuno di uguale volume, quale forma essi assumeranno se le superfici separatorie dovranno essere di area minima?” J.A.F. Plateau nel 1873 osservò che quando le bolle di sapone s’incontrano esse si uniscono generando tre superfici che convergono, in numero di quattro, su un angolo di 120° formando un bordo, e questi bordi si incontrano in un angolo tetraedrico di 109,47°. Nel 1887 Lord Kelvin propose una soluzione, che si basava su un volume a 14 facce composto da otto esagoni regolari e sei quadrati, che può essere costruito tagliando gli angoli di un ottaedro regolare. Gli angoli di un quadrato sono però di 90° e quelli di un esagono regolare di 120°, ambedue distanti dai 109,47° osservati da Plateau. Un pentagono regolare ha invece angoli di 108°, quindi molto prossimi a 109,47°. Ma i dodecaedri, i solidi costituiti da 12 facce pentagonali regolari, non si uniscono, lasciando spazi vuoti tra loro. Per un certo tempo si è pensato che sarebbero dovuti esistere dei solidi che, costituendo una combinazione di pentagoni (108°) e di esagoni (120°), avrebbero potuto incastrarsi perfettamente senza lasciare spazi vuoti e che avrebbero, quindi, dato risposta al quesito posto da Lord Kelvin. Fu solo nel 1993 che due professori irlandesi D. Weaire e R. Phelan realizzando dei solidi a 14 facce regolari di cui due esagonali e 12 pentagonali, e unendoli a dodecaedri, diedero vita a un’aggregazione di “bolle sfaccettate” le cui facce si uniscono perfettamente, risolvendo, al tempo stesso, il quesito di Lord Kelvin.
2003
Watercube; Olimpiadi; Stadio del nuoto; PTW; Pechino
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
PTW Architects (Presentazione del National Swimming Center per le Olimpiadi di Pechino del 2008, progetto di Peddle Thorp, Walker) / Lenci, Ruggero. - In: L'ARCA. - ISSN 0394-2147. - STAMPA. - 187:(2003), pp. 34-43.
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