Il "mutismo" plastico della Pittura. Baudelaire tra Aristotele e Ingres

The essay focuses on a comparison between the theories of sculpture in the first half of the nineteenth century (Emeric David) and the thesis of Baudelaire on painting. Unity, order and "ampleur" are in fact a theoretical protocol unstable, clearly Aristotelian, that Baudelaire attempts to violate all the time. The shape of the body and the allegorical representation of interiority are configured in such a way as convoluted forms, incomplete, within the framework of a regression of the possibilities on the original imperfections of life and nature. The painting appears as a smooth surface in which the contours of the classic dive to vibrate, to escape the contemplation, removing the de facto fulfillment of a form "" perfect "".

Il saggio è incentrato su un confronto tra le teorie della scultura nella prima metà dell’Ottocento (Emeric David) e le tesi di Baudelaire sulla pittura. Unità, ordine e “ampleur” costituiscono infatti un protocollo teorico instabile, di chiara matrice aristotelica, che Baudelaire tenta di violare di continuo. La forma del corpo e la rappresentazione allegorica dell’interiorità si configurano in tal senso come forme involute, incomplete, nel quadro di un regredire delle possibilità sulle imperfezioni originarie della vita e della natura. La pittura appare come una superficie fluida entro cui i contorni del classico si immergono per vibrare, per sfuggire alla contemplazione, rimuovendo di fatto il compiersi di una forma "perfetta".