Con la presente ricerca, si è inteso verificare, e conseguentemente sottolineare ed evidenziare attraverso alcuni passaggi esemplificativi, come le attività e il ruolo svolti da Piacentini (da ora in poi P. ) nella realizzazione della nuova città universitaria di Roma siano stati condotti con un modus operandi, molto attento a tutti gli aspetti che compongono i processi produttivi della trasformazione insediativa e antesignano di quella dimensione processuale oggettiva, strutturata e comparitiva oggi considerata propria della prassi valutativa. A seconda degli ambiti disciplinari che vi facciano ricorso e degli scopi di chi la pratica la prassi valutativa può assumere connotazioni diverse. Nell’ambito del presente svolgimento con il termine valutazione si intende far riferimento a quel processo interattivo ed iterativo di supporto a decisioni, connesse agli investimenti pubblici, finalizzato a produrre scelte razionali fra possibili alternative, in genere, per ottenere un’allocazione efficiente delle risorse (scarse) disponibili. Lo scopo delle analisi valutative (condotte da tecnici) è di presentare un insieme significativo di opzioni tali che possano essere assunte (dal decisore) scelte informate, individuate in un quadro conoscitivo, il più completo ed attendibile possibile, nel quale per ciascuna alternativa siano evidenziati vantaggi e svantaggi in funzione delle finalità per le quali si deve effettuare la valutazione stessa. In altre parole ogni processo valutativo è strutturato in relazione ad un determinato quadro problematico (contesto) rispetto ad un orizzonte temporale e deve avere caratteri di oggettività e di validità generale. Deve, quindi, essere ricondotto a principi logici e metodologici, basati sulla comparazione. A tal fine occorre disporre tutti gli elementi informativi disponibili (contesto) in uno schema ordinato e il più possibile completo. L’efficacia della valutazione dipende ovviamente dai fattori presi in considerazione in partenza: obiettivi e dati imprecisi, incompleti o errati possono portare a conclusioni fuorvianti per un’allocazione efficiente delle risorse disponibili. Comunque la valutazione implica giudizi di valore e di convenienza, laddove gli obiettivi in gioco possono anche essere i più svariati (ambientali, storici, estetici, finanziari, ma anche sociali, etici, simbolici …), e devono comunque essere ponderati, per pervenire alla definizione di gerarchie che consentano l’espressione del giudizio. In ogni processo valutativo è presente l’esplicitazione delle mutue relazioni esistenti fra fattori di tipo tecnico (relativi ad aspetti urbanistici, architettonici, tecnologici, ambientali, di economia della produzione edilizia, ecc.) ed economico-finanziario (inerenti risorse, fonti di finanziamento, modalità di gestione, ecc.) fortemente interconnessi. Se consideriamo la valutazione come un processo che permette di identificare, predisporre e analizzare un progetto d’interesse collettivo, da realizzare con un investimento pubblico che utilizza risorse scarse al fine di ottenere benefici differiti nel tempo, dall’evidenza testimoniale dei documenti raccolti nel Fondo del Consorzio per l’assetto Edilizio della Regia Università di Roma (Fondo C.E.R.U.R.) , principale fonte documentale indagata per il presente lavoro, ci si può spingere ad affermare che P. ha, sotto molti aspetti, agito nell’ambito di questo modus operandi. Anticipando con il suo comportamento nei fatti una prassi valutativa che certamente in quel momento storico non era ancora metodologicamente strutturata e codificata nelle forme attuali e che sappiamo essere in continua evoluzione e “perfezionamento”. Nelle lettere, nei documenti, nelle relazioni che redige in qualità di Direttore dell’Ufficio Tecnico e Architetto Capo, P. fornisce al Consiglio, ai decisori politici, agli architetti e agli ingegneri progettisti indicazioni precise e motivate sulle quali fondare le richieste/concessioni di finanziamento, giustificare le spese effettuate, ed assumere le scelte e le soluzioni cui sono preposti. Con riferimento a molti aspetti del processo produttivo che sotto la direzione di P. ha portato alla realizzazione della Città universitaria della Sapienza, nei documenti raccolti nel Fondo C.E.R.U.R. emerge come, soprattutto nel rapportarsi con i committenti, ma talvolta anche con i collaboratori e i fornitori, per presentare le sue proposte o soluzioni o disposizioni, esponga le sue argomentazioni seguendo una struttura articolata con le seguenti costanti: - descrive il contesto e presenta il quadro di riferimento nell’ambito del quale dovranno essere prese le decisioni; - compie una continua verifica ex ante ed ex post delle soluzioni tecniche predisposte e delle somme necessarie a realizzarle, incrociando fattori tecnici ed economico finanziari; - evidenzia costantemente come soluzioni architettoniche, tecnologiche, impiantistiche, stime dei costi anche quando di larga massima, debbano essere: commisurate ai bisogni, volte a svolgere al meglio le attività degli utenti (studenti, professori e ricercatori), definite, con il concorso dei soggetti interessati (ad esempio con i professori delle singole materie, sulla base delle necessità dei singoli istituti e delle previsioni sul numero di studenti) con criteri attendibili e inquadrate in un orizzonte temporale; - prospetta un quadro delle soluzioni alternative che è possibile adottare presentando i pro e i contro di ciascuna. Costanti che ci portano a rilevare come P. nella gestione di questo, come di altri interventi da lui condotti, abbia saputo governare problemi complessi coordinando e contemplando le istanze e i bisogni di diversi soggetti attraverso uno strutturato indirizzo e un continuo e costante controllo dei processi operativi e gestionali.

MARCELLO PIACENTINI PRODOMI DELLA PRASSI VALUTATIVA / Guarini, Maria Rosaria. - STAMPA. - (2012), pp. 295-325. (Intervento presentato al convegno Marcello Piacentini. Roma 1881-1960 tenutosi a Roma nel 16 e 17 dicembre 2010).

MARCELLO PIACENTINI PRODOMI DELLA PRASSI VALUTATIVA

GUARINI, Maria Rosaria
2012

Abstract

Con la presente ricerca, si è inteso verificare, e conseguentemente sottolineare ed evidenziare attraverso alcuni passaggi esemplificativi, come le attività e il ruolo svolti da Piacentini (da ora in poi P. ) nella realizzazione della nuova città universitaria di Roma siano stati condotti con un modus operandi, molto attento a tutti gli aspetti che compongono i processi produttivi della trasformazione insediativa e antesignano di quella dimensione processuale oggettiva, strutturata e comparitiva oggi considerata propria della prassi valutativa. A seconda degli ambiti disciplinari che vi facciano ricorso e degli scopi di chi la pratica la prassi valutativa può assumere connotazioni diverse. Nell’ambito del presente svolgimento con il termine valutazione si intende far riferimento a quel processo interattivo ed iterativo di supporto a decisioni, connesse agli investimenti pubblici, finalizzato a produrre scelte razionali fra possibili alternative, in genere, per ottenere un’allocazione efficiente delle risorse (scarse) disponibili. Lo scopo delle analisi valutative (condotte da tecnici) è di presentare un insieme significativo di opzioni tali che possano essere assunte (dal decisore) scelte informate, individuate in un quadro conoscitivo, il più completo ed attendibile possibile, nel quale per ciascuna alternativa siano evidenziati vantaggi e svantaggi in funzione delle finalità per le quali si deve effettuare la valutazione stessa. In altre parole ogni processo valutativo è strutturato in relazione ad un determinato quadro problematico (contesto) rispetto ad un orizzonte temporale e deve avere caratteri di oggettività e di validità generale. Deve, quindi, essere ricondotto a principi logici e metodologici, basati sulla comparazione. A tal fine occorre disporre tutti gli elementi informativi disponibili (contesto) in uno schema ordinato e il più possibile completo. L’efficacia della valutazione dipende ovviamente dai fattori presi in considerazione in partenza: obiettivi e dati imprecisi, incompleti o errati possono portare a conclusioni fuorvianti per un’allocazione efficiente delle risorse disponibili. Comunque la valutazione implica giudizi di valore e di convenienza, laddove gli obiettivi in gioco possono anche essere i più svariati (ambientali, storici, estetici, finanziari, ma anche sociali, etici, simbolici …), e devono comunque essere ponderati, per pervenire alla definizione di gerarchie che consentano l’espressione del giudizio. In ogni processo valutativo è presente l’esplicitazione delle mutue relazioni esistenti fra fattori di tipo tecnico (relativi ad aspetti urbanistici, architettonici, tecnologici, ambientali, di economia della produzione edilizia, ecc.) ed economico-finanziario (inerenti risorse, fonti di finanziamento, modalità di gestione, ecc.) fortemente interconnessi. Se consideriamo la valutazione come un processo che permette di identificare, predisporre e analizzare un progetto d’interesse collettivo, da realizzare con un investimento pubblico che utilizza risorse scarse al fine di ottenere benefici differiti nel tempo, dall’evidenza testimoniale dei documenti raccolti nel Fondo del Consorzio per l’assetto Edilizio della Regia Università di Roma (Fondo C.E.R.U.R.) , principale fonte documentale indagata per il presente lavoro, ci si può spingere ad affermare che P. ha, sotto molti aspetti, agito nell’ambito di questo modus operandi. Anticipando con il suo comportamento nei fatti una prassi valutativa che certamente in quel momento storico non era ancora metodologicamente strutturata e codificata nelle forme attuali e che sappiamo essere in continua evoluzione e “perfezionamento”. Nelle lettere, nei documenti, nelle relazioni che redige in qualità di Direttore dell’Ufficio Tecnico e Architetto Capo, P. fornisce al Consiglio, ai decisori politici, agli architetti e agli ingegneri progettisti indicazioni precise e motivate sulle quali fondare le richieste/concessioni di finanziamento, giustificare le spese effettuate, ed assumere le scelte e le soluzioni cui sono preposti. Con riferimento a molti aspetti del processo produttivo che sotto la direzione di P. ha portato alla realizzazione della Città universitaria della Sapienza, nei documenti raccolti nel Fondo C.E.R.U.R. emerge come, soprattutto nel rapportarsi con i committenti, ma talvolta anche con i collaboratori e i fornitori, per presentare le sue proposte o soluzioni o disposizioni, esponga le sue argomentazioni seguendo una struttura articolata con le seguenti costanti: - descrive il contesto e presenta il quadro di riferimento nell’ambito del quale dovranno essere prese le decisioni; - compie una continua verifica ex ante ed ex post delle soluzioni tecniche predisposte e delle somme necessarie a realizzarle, incrociando fattori tecnici ed economico finanziari; - evidenzia costantemente come soluzioni architettoniche, tecnologiche, impiantistiche, stime dei costi anche quando di larga massima, debbano essere: commisurate ai bisogni, volte a svolgere al meglio le attività degli utenti (studenti, professori e ricercatori), definite, con il concorso dei soggetti interessati (ad esempio con i professori delle singole materie, sulla base delle necessità dei singoli istituti e delle previsioni sul numero di studenti) con criteri attendibili e inquadrate in un orizzonte temporale; - prospetta un quadro delle soluzioni alternative che è possibile adottare presentando i pro e i contro di ciascuna. Costanti che ci portano a rilevare come P. nella gestione di questo, come di altri interventi da lui condotti, abbia saputo governare problemi complessi coordinando e contemplando le istanze e i bisogni di diversi soggetti attraverso uno strutturato indirizzo e un continuo e costante controllo dei processi operativi e gestionali.
2012
Marcello Piacentini. Roma 1881-1960
GESTIONE DEL PROCESSO EDILIZIO; giudizi di valore e di convenienza economica; prassi valutativa
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
MARCELLO PIACENTINI PRODOMI DELLA PRASSI VALUTATIVA / Guarini, Maria Rosaria. - STAMPA. - (2012), pp. 295-325. (Intervento presentato al convegno Marcello Piacentini. Roma 1881-1960 tenutosi a Roma nel 16 e 17 dicembre 2010).
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