L’autore esamina l’analogia e l’interpretazione nella cultura giuridica francese prima e dopo la codificazione, calandola nel contesto della cultura induttiva che è stata propria dell’illuminismo e che si è travasata, soprattutto attraverso il modello di Condillac, nel pensiero degli idéologues e poi nel positivismo scientifico di Comte. In parallelo, esamina interpretazione e analogia sia nel modello austriaco, che è caratterizzata da un legame ancora forte con l’interpretazione come fatto del principe legislatore, sia nel modello tedesco, che procede secondo un modello logico deduttivo che, nella cultura francese anche non giuridica – madame de Staël-Holstein - o per quella dichiaratamente giuridica – Mailher de Chassat – è stata considerata fortemente “metafisica”. Quindi, esamina le posizioni della scienza giuridica successiva al code civil e soprattutto quelle della giurisprudenza. In questo settore particolare dell’attività giuridica, le corte hanno fatto un uso largo dell’analogia, sempre procedendo da caso a caso, e senza affrontare un problema di analogia tra istituti o tra complessi normativi. Tra i casi esaminati c’è quello, particolarmente significativo, di una schiava delle Antille, Virginie, che aveva rivendicato per i propri figli impuberi la libertà che le era stata legata dalla propria padrona, affermando l’identità del proprio caso con quello che si sarebbe verificato se lei fosse stata venduta ad altri – caso, quest’ultimo, nel quale era stabilito dal code noir che i figli minori dovessero seguire le vicende giuridiche della madre. Dall’esame di questa giurisprudenza in materia di analogia emergono percorsi tutti particolari dell’attività giuridica francese, almeno da parte della giurisprudenza di merito. Invece, il percorso logico seguito dalla Corte di cassazione non può essere induttivo, per il ruolo di custode della norma e della sua corretta interpretazione che spetta a quella Corte. Per conseguenza, la prospettiva in cui è vista l’analogia non è più legata al caso da giudicare, ma alla norma da applicare, con un processo che diventa logico-deduttivo.

L' analogia tra induzione e interpretazione prima e dopo i codici giusnaturalistici / Petronio, Ugo. - STAMPA. - (2010), pp. 183-292. (Intervento presentato al convegno Il ragionamento analogico: profili storico-giuridici tenutosi a Como nel 17-18/11/2006).

L' analogia tra induzione e interpretazione prima e dopo i codici giusnaturalistici

PETRONIO, Ugo
2010

Abstract

L’autore esamina l’analogia e l’interpretazione nella cultura giuridica francese prima e dopo la codificazione, calandola nel contesto della cultura induttiva che è stata propria dell’illuminismo e che si è travasata, soprattutto attraverso il modello di Condillac, nel pensiero degli idéologues e poi nel positivismo scientifico di Comte. In parallelo, esamina interpretazione e analogia sia nel modello austriaco, che è caratterizzata da un legame ancora forte con l’interpretazione come fatto del principe legislatore, sia nel modello tedesco, che procede secondo un modello logico deduttivo che, nella cultura francese anche non giuridica – madame de Staël-Holstein - o per quella dichiaratamente giuridica – Mailher de Chassat – è stata considerata fortemente “metafisica”. Quindi, esamina le posizioni della scienza giuridica successiva al code civil e soprattutto quelle della giurisprudenza. In questo settore particolare dell’attività giuridica, le corte hanno fatto un uso largo dell’analogia, sempre procedendo da caso a caso, e senza affrontare un problema di analogia tra istituti o tra complessi normativi. Tra i casi esaminati c’è quello, particolarmente significativo, di una schiava delle Antille, Virginie, che aveva rivendicato per i propri figli impuberi la libertà che le era stata legata dalla propria padrona, affermando l’identità del proprio caso con quello che si sarebbe verificato se lei fosse stata venduta ad altri – caso, quest’ultimo, nel quale era stabilito dal code noir che i figli minori dovessero seguire le vicende giuridiche della madre. Dall’esame di questa giurisprudenza in materia di analogia emergono percorsi tutti particolari dell’attività giuridica francese, almeno da parte della giurisprudenza di merito. Invece, il percorso logico seguito dalla Corte di cassazione non può essere induttivo, per il ruolo di custode della norma e della sua corretta interpretazione che spetta a quella Corte. Per conseguenza, la prospettiva in cui è vista l’analogia non è più legata al caso da giudicare, ma alla norma da applicare, con un processo che diventa logico-deduttivo.
2010
Il ragionamento analogico: profili storico-giuridici
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
L' analogia tra induzione e interpretazione prima e dopo i codici giusnaturalistici / Petronio, Ugo. - STAMPA. - (2010), pp. 183-292. (Intervento presentato al convegno Il ragionamento analogico: profili storico-giuridici tenutosi a Como nel 17-18/11/2006).
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