Prendendo spunto dall’introduzione dell’art. 2645 ter all’interno del codice civile, l’Autore si sofferma sulla rilevanza del concetto di meritevolezza degli interessi all’interno del sistema codicistico con particolare riferimento alle diverse tesi che si sono affiancate in dottrina circa il significato e la portata di tale espressione, le quali risultano tutte caratterizzate dal comune punto di riferimento costituito dal particolare intendimento del ruolo che l’autonomia negoziale svolge in un dato periodo storico. L’indagine prende le mosse dall’originaria interpretazione del concetto di meritevolezza degli interessi quale limite al libero esplicarsi dell’autonomia negoziale. In realtà, si vuole porre in risalto come già in quella prima formulazione, il concetto di meritevolezza appaia non come un limite dell’autonomia negoziale,ma come un predicato della stessa. Ciò in quanto gli interessi meritevoli segnano il campo in cui l’autonomia privata può spaziare al di là dei confini dettati dai contratti tipici. Per cui, l’originario intendimento della meritevolezza come predicato dell’autonomia negoziale e non quale limite della stessa, pare fosse idoneo a segnare già allora la distinzione con il diverso concetto di illiceità, peraltro già presente nel codice civile del 1865 e riprodotto nel codice civile del 1942. Questa interpretazione troverebbe il suo fondamento nella stessa Relazione la codice civile nonché nella collocazione sistematica delle disposizioni relative ai due diversi concetti di meritevolezza e di liceità. Un passaggio centrale è costituito altresì dalla rilettura dell’autorevole tesi di Emilio Betti al fine di superare quella tradizionale lettura bettiana della meritevolezza in termini antiliberistici, nel senso di una meritevolezza considerata come un giudizio da valutarsi in negativo alla stessa stregua del giudizio di illiceità. Infine, passando per un’attenta e sintetica esposizione delle varie tesi che si sono avvicendate in dottrina, dalle teorie minimaliste a quelle sostanzialiste, si cerca di pervenire alla conclusione già anticipata nella parte iniziale, quella cioè secondo cui la meritevolezza non costituisce un limite bensì un predicato dell’autonomia privata. In particolare, essa, non essendo un giudizio, non può essere accostata al giudizio di illiceità del contratto, né tantomeno, al « controllo di utilità sociale » del contratto. Al contrario, la meritevolezza degli interessi è il grimaldello che consente l’accesso dei privati al sistema dei valori.

Alcune riflessioni sul concetto di meritevolezza degli interessi / Bianca, Mirzia Rosa. - In: RIVISTA DI DIRITTO CIVILE. - ISSN 0035-6093. - STAMPA. - 6(2011), pp. 789-815.

Alcune riflessioni sul concetto di meritevolezza degli interessi

BIANCA, Mirzia Rosa
2011

Abstract

Prendendo spunto dall’introduzione dell’art. 2645 ter all’interno del codice civile, l’Autore si sofferma sulla rilevanza del concetto di meritevolezza degli interessi all’interno del sistema codicistico con particolare riferimento alle diverse tesi che si sono affiancate in dottrina circa il significato e la portata di tale espressione, le quali risultano tutte caratterizzate dal comune punto di riferimento costituito dal particolare intendimento del ruolo che l’autonomia negoziale svolge in un dato periodo storico. L’indagine prende le mosse dall’originaria interpretazione del concetto di meritevolezza degli interessi quale limite al libero esplicarsi dell’autonomia negoziale. In realtà, si vuole porre in risalto come già in quella prima formulazione, il concetto di meritevolezza appaia non come un limite dell’autonomia negoziale,ma come un predicato della stessa. Ciò in quanto gli interessi meritevoli segnano il campo in cui l’autonomia privata può spaziare al di là dei confini dettati dai contratti tipici. Per cui, l’originario intendimento della meritevolezza come predicato dell’autonomia negoziale e non quale limite della stessa, pare fosse idoneo a segnare già allora la distinzione con il diverso concetto di illiceità, peraltro già presente nel codice civile del 1865 e riprodotto nel codice civile del 1942. Questa interpretazione troverebbe il suo fondamento nella stessa Relazione la codice civile nonché nella collocazione sistematica delle disposizioni relative ai due diversi concetti di meritevolezza e di liceità. Un passaggio centrale è costituito altresì dalla rilettura dell’autorevole tesi di Emilio Betti al fine di superare quella tradizionale lettura bettiana della meritevolezza in termini antiliberistici, nel senso di una meritevolezza considerata come un giudizio da valutarsi in negativo alla stessa stregua del giudizio di illiceità. Infine, passando per un’attenta e sintetica esposizione delle varie tesi che si sono avvicendate in dottrina, dalle teorie minimaliste a quelle sostanzialiste, si cerca di pervenire alla conclusione già anticipata nella parte iniziale, quella cioè secondo cui la meritevolezza non costituisce un limite bensì un predicato dell’autonomia privata. In particolare, essa, non essendo un giudizio, non può essere accostata al giudizio di illiceità del contratto, né tantomeno, al « controllo di utilità sociale » del contratto. Al contrario, la meritevolezza degli interessi è il grimaldello che consente l’accesso dei privati al sistema dei valori.
2011
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Alcune riflessioni sul concetto di meritevolezza degli interessi / Bianca, Mirzia Rosa. - In: RIVISTA DI DIRITTO CIVILE. - ISSN 0035-6093. - STAMPA. - 6(2011), pp. 789-815.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/442633
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact