Nonostante i numerosi tentativi di interpretare il soggetto che si sono succeduti negli ultimi due secoli, la Primavera di Botticelli – una delle opere d’arte più conosciute e ammirate nel mondo – non ha ancora trovato un'adeguata e concorde collocazione critica, neppure per quanto si riferisce alla datazione. L’ultima ipotesi, formulata non molti anni fa, che si tratti della illustrazione di un testo antico (Le Nozze di Filologia e Mercurio di Marziano Capella) ha solo sfiorato il problema riportando il capolavoro della pittura fiorentina del ‘400 nell’ambito di esercitazioni letterarie, filosofiche o religiose fini a se stesse. Lo studio analitico di Enrico Guidoni individua oggi nei nove personaggi mitologici della Primavera altrettante città italiane – a partire da Flora, evidente e condivisa immagine di Firenze – e, nell’idillico giardino colmo di fiori, alberi e frutti, l’Italia. Si tratta della rappresentazione della politica di coesistenza tra gli stati italiani promossa da Lorenzo il Magnifico e basata sull’armonica autosufficienza, sotto l’occulta regia di Firenze e del pontefice, delle principali città: un programma certamente utopistico attuato anche mediante matrimoni incrociati e destinato poi a dissolversi con la morte del suo protagonista (1492). L’argomento della conferenza è ampiamente trattato nel volume, primo della serie “Capolavori svelati. L’arte italiana del rinascimento”: E. Guidoni, La Primavera di Botticelli: l’armonia tra le città nell’Italia di Lorenzo il Magnifico, Roma, Editore Kappa, 2005.
Enrico Guidoni. La Primavera di Sandro Botticelli: una nuova interpretazione / Camiz, Alessandro. - (2005). (Intervento presentato al convegno conferenza tenutosi a Aula Magna, Facoltà di Architettura "Valle Giulia" Via Gramsci 53/A - Roma nel 14 ottobre 2005).
Enrico Guidoni. La Primavera di Sandro Botticelli: una nuova interpretazione
CAMIZ, Alessandro
2005
Abstract
Nonostante i numerosi tentativi di interpretare il soggetto che si sono succeduti negli ultimi due secoli, la Primavera di Botticelli – una delle opere d’arte più conosciute e ammirate nel mondo – non ha ancora trovato un'adeguata e concorde collocazione critica, neppure per quanto si riferisce alla datazione. L’ultima ipotesi, formulata non molti anni fa, che si tratti della illustrazione di un testo antico (Le Nozze di Filologia e Mercurio di Marziano Capella) ha solo sfiorato il problema riportando il capolavoro della pittura fiorentina del ‘400 nell’ambito di esercitazioni letterarie, filosofiche o religiose fini a se stesse. Lo studio analitico di Enrico Guidoni individua oggi nei nove personaggi mitologici della Primavera altrettante città italiane – a partire da Flora, evidente e condivisa immagine di Firenze – e, nell’idillico giardino colmo di fiori, alberi e frutti, l’Italia. Si tratta della rappresentazione della politica di coesistenza tra gli stati italiani promossa da Lorenzo il Magnifico e basata sull’armonica autosufficienza, sotto l’occulta regia di Firenze e del pontefice, delle principali città: un programma certamente utopistico attuato anche mediante matrimoni incrociati e destinato poi a dissolversi con la morte del suo protagonista (1492). L’argomento della conferenza è ampiamente trattato nel volume, primo della serie “Capolavori svelati. L’arte italiana del rinascimento”: E. Guidoni, La Primavera di Botticelli: l’armonia tra le città nell’Italia di Lorenzo il Magnifico, Roma, Editore Kappa, 2005.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.