Non è difficile leggere fiumi di parole sulla bellezza e la ricchezza della cultura italiana. Qualcuno con forza racconta che l’Italia da sola possiede più o meno la metà del patrimonio artistico mondiale. Al di là dei numeri, dei criteri, delle placche di eccellenza, è netta la percezione della densità delle opere d’arte di cui siamo circondati, tanto da cadere spesso nell’”ovvietà”, nella superficialità dello sguardo. Andare contro l’ovvio, contro la routine significa togliere la polvere dalle cose e riscoprirne i veri valori, quelli identitari di un popolo. Ciò significa ridare voce e valore alle cose, riscoprire la memoria del territorio fisico, delle sue tradizioni linguistiche, i modi di pensare e di agire comuni, le feste le tradizioni culinarie, poiché il “patrimonio” di un comunità è un insieme di cose materiali e immateriali che esprimono valori collettivi irriproducibili. Il processo di risignificazione delle culture locali, di “scoperta della memoria”, tuttavia, deve essere indirizzata in senso conservativo e creativo, finalizzandolo alla valorizzazione della diversità. It is not difficult to read streams of words about the beauty and richness of Italian culture. Someone tells strongly that Italy alone has more or less than half the world's artistic heritage. Beyond the numbers, criteria, plaque of excellence, is the clear perception of the density of works of art of which we are surrounded, so that often fall in the 'obviousness' in the superficiality of the gaze. To go against the obvious, against the routine is to remove the dust from the things and rediscover the true values, those of identity of a people. This means voice and give value to things, to rediscover the physical memory area, its traditions, language, ways of thinking and acting municipalities, festivals culinary traditions, as the "heritage" of a community is a collection of material things and intangible values that express collective unplayable. The process of re-signification of local cultures, the "discovery of memory", however, must be addressed in the sense conservative and creative, aimed at enhancing diversity. Based on these initial considerations, we want to illustrate the system with which it has been the rediscovery of the collective memory of a territory, particularly in the high Molise Molise and Valle del Trigno and as from this variety of aspects and synergies identified in them (based on a critical reading of the specificity of the landscape discovered in his set of relationships between spaces, natural resources, natural disasters and man-made traditions) is a base from which to be recognized for its use.

La memoria delle cose: strumento per la conservazione e la valorizzazione delle diversità / Vitiello, Maria. - ELETTRONICO. - (2011), pp. 1-8. (Intervento presentato al convegno S.A.V.E. Heritage. Safeguard of architectural visual, environmental heritage tenutosi a Aversa, Capri nel 9-10-11 giugno 2011).

La memoria delle cose: strumento per la conservazione e la valorizzazione delle diversità

VITIELLO, Maria
2011

Abstract

Non è difficile leggere fiumi di parole sulla bellezza e la ricchezza della cultura italiana. Qualcuno con forza racconta che l’Italia da sola possiede più o meno la metà del patrimonio artistico mondiale. Al di là dei numeri, dei criteri, delle placche di eccellenza, è netta la percezione della densità delle opere d’arte di cui siamo circondati, tanto da cadere spesso nell’”ovvietà”, nella superficialità dello sguardo. Andare contro l’ovvio, contro la routine significa togliere la polvere dalle cose e riscoprirne i veri valori, quelli identitari di un popolo. Ciò significa ridare voce e valore alle cose, riscoprire la memoria del territorio fisico, delle sue tradizioni linguistiche, i modi di pensare e di agire comuni, le feste le tradizioni culinarie, poiché il “patrimonio” di un comunità è un insieme di cose materiali e immateriali che esprimono valori collettivi irriproducibili. Il processo di risignificazione delle culture locali, di “scoperta della memoria”, tuttavia, deve essere indirizzata in senso conservativo e creativo, finalizzandolo alla valorizzazione della diversità. It is not difficult to read streams of words about the beauty and richness of Italian culture. Someone tells strongly that Italy alone has more or less than half the world's artistic heritage. Beyond the numbers, criteria, plaque of excellence, is the clear perception of the density of works of art of which we are surrounded, so that often fall in the 'obviousness' in the superficiality of the gaze. To go against the obvious, against the routine is to remove the dust from the things and rediscover the true values, those of identity of a people. This means voice and give value to things, to rediscover the physical memory area, its traditions, language, ways of thinking and acting municipalities, festivals culinary traditions, as the "heritage" of a community is a collection of material things and intangible values that express collective unplayable. The process of re-signification of local cultures, the "discovery of memory", however, must be addressed in the sense conservative and creative, aimed at enhancing diversity. Based on these initial considerations, we want to illustrate the system with which it has been the rediscovery of the collective memory of a territory, particularly in the high Molise Molise and Valle del Trigno and as from this variety of aspects and synergies identified in them (based on a critical reading of the specificity of the landscape discovered in his set of relationships between spaces, natural resources, natural disasters and man-made traditions) is a base from which to be recognized for its use.
2011
S.A.V.E. Heritage. Safeguard of architectural visual, environmental heritage
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
La memoria delle cose: strumento per la conservazione e la valorizzazione delle diversità / Vitiello, Maria. - ELETTRONICO. - (2011), pp. 1-8. (Intervento presentato al convegno S.A.V.E. Heritage. Safeguard of architectural visual, environmental heritage tenutosi a Aversa, Capri nel 9-10-11 giugno 2011).
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