L’Impianto Plutonio (IPU), realizzato nel 1968 come impianto del Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare (CNEN), operò fino al 1982 nell’ambito della fabbricazione di elementi di combustibile nucleare sperimentali ad ossidi misti uranio-plutonio. Come logica conseguenza dei sui 14 anni di operazioni, nell’Impianto Plutonio si sono accumulati rifiuti radioattivi, essenzialmente di natura tecnologica (guanti, soprascarpe, filtri di carta, vetreria da laboratorio, strumenti ecc.), potenzialmente contaminati da plutonio che sono conservati nell’impianto stesso all’interno di fusti standard da 220 litri (“waste packages”), alcuni dei quali condizionati per cementazione. Attualmente l’impianto è in fase di disattivazione (“decommissioning”), per cui, con il procedere delle operazioni, il volume dei rifiuti è in costante aumento; ad esempio lo smantellamento di una sola scatola a guanti arriva produrre fino a quattro fusti da 220 litri di rifiuti, tre con matrice plastica e uno con matrice ferrosa. Per una corretta gestione dei rifiuti radioattivi è fondamentale la fase di “caratterizzazione” degli stessi, ovvero la determinazione di quali radionuclidi sono contenuti nei fusti nonché della loro quantità. Tale caratterizzazione è fondamentale per la conoscenza del carico radiologico contenuto in ogni fusto, sia per motivazioni generali di carattere radioprotezionistico inerenti la gestione impiantistica, che per la corretta categorizzazione del tipo di rifiuto.
TECNICHE NEUTRONICHE PER LA CARATTERIZZAZIONE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI / Remetti, Romolo; Cherubini, N.; Fargione, P.. - In: SCIENZA E TECNICA. - ISSN 0582-2580. - STAMPA. - 485-486:anno LXXIV(2011), pp. 12-15.
TECNICHE NEUTRONICHE PER LA CARATTERIZZAZIONE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI
REMETTI, Romolo;
2011
Abstract
L’Impianto Plutonio (IPU), realizzato nel 1968 come impianto del Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare (CNEN), operò fino al 1982 nell’ambito della fabbricazione di elementi di combustibile nucleare sperimentali ad ossidi misti uranio-plutonio. Come logica conseguenza dei sui 14 anni di operazioni, nell’Impianto Plutonio si sono accumulati rifiuti radioattivi, essenzialmente di natura tecnologica (guanti, soprascarpe, filtri di carta, vetreria da laboratorio, strumenti ecc.), potenzialmente contaminati da plutonio che sono conservati nell’impianto stesso all’interno di fusti standard da 220 litri (“waste packages”), alcuni dei quali condizionati per cementazione. Attualmente l’impianto è in fase di disattivazione (“decommissioning”), per cui, con il procedere delle operazioni, il volume dei rifiuti è in costante aumento; ad esempio lo smantellamento di una sola scatola a guanti arriva produrre fino a quattro fusti da 220 litri di rifiuti, tre con matrice plastica e uno con matrice ferrosa. Per una corretta gestione dei rifiuti radioattivi è fondamentale la fase di “caratterizzazione” degli stessi, ovvero la determinazione di quali radionuclidi sono contenuti nei fusti nonché della loro quantità. Tale caratterizzazione è fondamentale per la conoscenza del carico radiologico contenuto in ogni fusto, sia per motivazioni generali di carattere radioprotezionistico inerenti la gestione impiantistica, che per la corretta categorizzazione del tipo di rifiuto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.