Nell'ambiente letterario della Padova di Francesco da Carrara il Vecchio, in cui intorno al Petrarca (giunto ai suoi ultimi anni) si raccoglieva un laboratorio particolarmente motivato ad una pur ardua e precoce imitazione del maestro (con la partecipazione di rimatori come Giovanni Dondi e Francesco di Vannozzo), questo contributo delinea per la prima volta il ruolo svolto da Niccolò Beccari, fratello del più conosciuto Antonio da Ferrara. Noto finora quasi esclusivamente per le sue "Regulae singulares" (quattro epistole latine di argomento politico), Niccolò Beccari fu infatti, nei tre anni trascorsi a Padova (1370-72) un entusiasta ammiratore del Petrarca, che tentò di imitare nella composizione di alcuni sonetti (di cui otto pervenutici), ma soprattutto cimentandosi nel difficile e molto petrarchesco genere lirico della “sestina”, ancora assai raro a questa altezza cronologica. Lo studio pubblica criticamente e analizza non solo questo inedito, interessante componimento, ma l’intera produzione lirica di Niccolò Beccari pervenutaci, in minima parte già disponibile a stampa.
http://hdl.handle.net/11573/42109
Titolo: | Un'inedita sestina del Trecento (tra le rime di Niccolò Beccari) |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 1993 |
Rivista: | |
Abstract: | Nell'ambiente letterario della Padova di Francesco da Carrara il Vecchio, in cui intorno al Petrarca (giunto ai suoi ultimi anni) si raccoglieva un laboratorio particolarmente motivato ad una pur ardua e precoce imitazione del maestro (con la partecipazione di rimatori come Giovanni Dondi e Francesco di Vannozzo), questo contributo delinea per la prima volta il ruolo svolto da Niccolò Beccari, fratello del più conosciuto Antonio da Ferrara. Noto finora quasi esclusivamente per le sue "Regulae singulares" (quattro epistole latine di argomento politico), Niccolò Beccari fu infatti, nei tre anni trascorsi a Padova (1370-72) un entusiasta ammiratore del Petrarca, che tentò di imitare nella composizione di alcuni sonetti (di cui otto pervenutici), ma soprattutto cimentandosi nel difficile e molto petrarchesco genere lirico della “sestina”, ancora assai raro a questa altezza cronologica. Lo studio pubblica criticamente e analizza non solo questo inedito, interessante componimento, ma l’intera produzione lirica di Niccolò Beccari pervenutaci, in minima parte già disponibile a stampa. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11573/42109 |
Appare nella tipologia: | 01.a Pubblicazione su Rivista |