Lo studio si apre con un dettagliato censimento dei numerosi testimoni manoscritti delle rime del poeta quattrocentesco Giusto de' Conti. Degli ottantasette codici rinvenuti, infatti, si offre non solo una descrizione materiale (dimensioni, decorazioni), ma anche paleografica e linguistica, al fine di identificare l'area geografica e il contesto culturale in cui furono prodotti. La successiva analisi può così illustrare, nell'ordine: la dimensione nazionale della tradizione; la qualifica di "libro" riconosciuta dai lettori al canzoniere del Conti, dati i tanti codici (circa venticinque) interamente dedicati all'opera; la diffusione di quest'ultima presso differenti tipologie di lettori, dagli altolocati fruitori di preziosi manoscritti, ai poeti, imitatori di Giusto, che trascrissero a proprio uso le sue rime, fino a più modesti livelli di ricezione, non esclusa quella dei mercanti; il ruolo prestigioso riconosciuto al Conti nei codici miscellanei, spesso costituiti come vere antologie; l'improvvisa, quasi assoluta perdita di visibilità nei testimoni della lirica cortigiana di fine '400 (peraltro compensata da una cospicua coeva fortuna tipografica).
http://hdl.handle.net/11573/42108
Titolo: | Tradizione e fortuna delle rime di Giusto de' Conti |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 1989 |
Rivista: | |
Abstract: | Lo studio si apre con un dettagliato censimento dei numerosi testimoni manoscritti delle rime del poeta quattrocentesco Giusto de' Conti. Degli ottantasette codici rinvenuti, infatti, si offre non solo una descrizione materiale (dimensioni, decorazioni), ma anche paleografica e linguistica, al fine di identificare l'area geografica e il contesto culturale in cui furono prodotti. La successiva analisi può così illustrare, nell'ordine: la dimensione nazionale della tradizione; la qualifica di "libro" riconosciuta dai lettori al canzoniere del Conti, dati i tanti codici (circa venticinque) interamente dedicati all'opera; la diffusione di quest'ultima presso differenti tipologie di lettori, dagli altolocati fruitori di preziosi manoscritti, ai poeti, imitatori di Giusto, che trascrissero a proprio uso le sue rime, fino a più modesti livelli di ricezione, non esclusa quella dei mercanti; il ruolo prestigioso riconosciuto al Conti nei codici miscellanei, spesso costituiti come vere antologie; l'improvvisa, quasi assoluta perdita di visibilità nei testimoni della lirica cortigiana di fine '400 (peraltro compensata da una cospicua coeva fortuna tipografica). |
Handle: | http://hdl.handle.net/11573/42108 |
ISBN: | 88-7686-156-4 |
Appare nella tipologia: | 01.a Pubblicazione su Rivista |