Quando Nietzsche utilizza il quadro di Raffaello, La Trasfigurazione, come paradigma per rappresentare la condizione umana e la tipologia dell’espressione artistica, getta le basi teoriche per la produzione dell’opera d’arte nel moderno: cioè“trasfigurare” le “formule del pathos” in allegorie, costruendo un linguaggio artistico. L’opera di Pasolini può essere interpretata alla luce di questo procedimento: egli infatti usa e “trasfigura” immagini e temi della tradizione culturale occidentale (soprattutto italiana) e li attualizza proprio con questa “inversione di senso”. Lo scopo dell’opera di Pasolini è il recupero della tradizione culturale che mette in contrasto con i valori materiali della società del benessere (sia pure nella sua forma embrionale). Egli identifica tali valori in quelli del “popolo” (anche se questo concetto presenta delle forti implicazioni idealistiche). L’altra ambizione di Pasolini è quella di “educare” gli strati più bassi della popolazione per rendere loro accessibile la tradizione culturale “alta” o, se si vuole, “classica”. Egli rappresenta la “coscienza infelice” della società dei consumi. La statura di Pasolini – dell’intellettuale, del produttore di segni comunicativi ed artistici – si è rivelata, alla distanza, di livello epocale in quanto egli si è posto – coscientemente e radicalmente – alcune domande di fondo sul senso della produzione culturale, sui mezzi espressivi che caratterizzavano tale produzione e soprattutto sul modello di sviluppo in atto all’inizio degli anni Settanta. Nietzsche concepisce il suo pensiero come “inattuale”, cioè in opposizione con il suo secolo. Anche Pasolini combatte contro le tendenze della sua epoca: teorizza già alla fine degli anni Cinquanta la prevalenza della lingua “delle fabbriche e della produzione”, una lingua meramente “comunicativa”, sulla lingua della tradizione. Con il recupero e l’attualizzazione di immagini e motivi della tradizione, vuole preservare la capacità espressiva del linguaggio “poetico”.
"Trasfigurazione“ e inversione di senso: Pasolini e la forza del passato / Ponzi, Mauro. - In: LINKS. - ISSN 1594-5359. - STAMPA. - X:(2010), pp. 19-32.
"Trasfigurazione“ e inversione di senso: Pasolini e la forza del passato
PONZI, Mauro
2010
Abstract
Quando Nietzsche utilizza il quadro di Raffaello, La Trasfigurazione, come paradigma per rappresentare la condizione umana e la tipologia dell’espressione artistica, getta le basi teoriche per la produzione dell’opera d’arte nel moderno: cioè“trasfigurare” le “formule del pathos” in allegorie, costruendo un linguaggio artistico. L’opera di Pasolini può essere interpretata alla luce di questo procedimento: egli infatti usa e “trasfigura” immagini e temi della tradizione culturale occidentale (soprattutto italiana) e li attualizza proprio con questa “inversione di senso”. Lo scopo dell’opera di Pasolini è il recupero della tradizione culturale che mette in contrasto con i valori materiali della società del benessere (sia pure nella sua forma embrionale). Egli identifica tali valori in quelli del “popolo” (anche se questo concetto presenta delle forti implicazioni idealistiche). L’altra ambizione di Pasolini è quella di “educare” gli strati più bassi della popolazione per rendere loro accessibile la tradizione culturale “alta” o, se si vuole, “classica”. Egli rappresenta la “coscienza infelice” della società dei consumi. La statura di Pasolini – dell’intellettuale, del produttore di segni comunicativi ed artistici – si è rivelata, alla distanza, di livello epocale in quanto egli si è posto – coscientemente e radicalmente – alcune domande di fondo sul senso della produzione culturale, sui mezzi espressivi che caratterizzavano tale produzione e soprattutto sul modello di sviluppo in atto all’inizio degli anni Settanta. Nietzsche concepisce il suo pensiero come “inattuale”, cioè in opposizione con il suo secolo. Anche Pasolini combatte contro le tendenze della sua epoca: teorizza già alla fine degli anni Cinquanta la prevalenza della lingua “delle fabbriche e della produzione”, una lingua meramente “comunicativa”, sulla lingua della tradizione. Con il recupero e l’attualizzazione di immagini e motivi della tradizione, vuole preservare la capacità espressiva del linguaggio “poetico”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.