L’appuntamento, organizzato nell’ambito del Laboratorio di Restauro e del Dottorato di Ricerca in Storia e Restauro dell’Architettura, ha rappresentato un’occasione per conoscere la personalità e la poetica di Rasem Badran, architetto giordano impegnato in un percorso creativo che lo vede protagonista, con le sue opere, della ricerca architettonica contemporanea internazionale. Il suo impegno professionale, infatti, spazia dalla pianificazione urbanistica, alla realizzazione di complessi residenziali, sino alla progettazione di edifici pubblici come moschee, musei e università; ma ciò che colpisce dell’opera di Rasem Badran è la costante attenzione, nei suoi progetti, per l’ambiente, il contesto e le culture dei luoghi in cui opera. Badran è, infatti, riuscito, vista la sua formazione primaria (laurea, nel 1970, alla Technical University of Darmstadt, in Germania), a coniugare sapientemente la metodologia progettuale occidentale con le tradizioni architettoniche ‘spontanee’ proprie del suo background culturale (anche grazie all’insegnamento paterno, grafico e pittore, per i complessi e affascinanti motivi grafici islamici tradizionali e contemporanei), vale a dire del mondo islamico. Abile innovatore e riformatore dell’architettura islamica araba, è riuscito a coniugare, in un sapiente processo di sintesi, materiali e forme della tradizione costruttiva con il cosiddetto ‘modernismo’ (evidenti i riferimento a Louis Kahn), senza perdere mai di vista le sfaccettature locali, le situazioni climatiche e gli accorgimenti sostenibili. Continuità e innovazione si integrano, quindi, dando luogo a una sperimentazione ispirata dal repertorio dell’architettura islamica, riproponendo apparati edilizi che si adattano al contesto climatico, o ancora reinterpretando modelli insediativi della città araba. La sua architettura si pone in netto contrasto con quell’architettura ‘impacciata’ e anonima che caratterizza le nostre città, ha saputo, infatti, trovare sempre spunti e riferimenti dalla gente, dai luoghi, dalla culture.
Conferenza di Rasem Badran: Reflection on the narrative of place - Riflessioni sulla narrativa dei luoghi / Turco, Maria Grazia. - (2010). (Intervento presentato al convegno REFLECTION ON THE NARRATIVE OF PLACE - RIFLESSIONI SULLA NARRATIVA DEI LUOGHI tenutosi a Roma, Facoltà di Architettura, piazza Borghese nel 28 maggio 2010).
Conferenza di Rasem Badran: Reflection on the narrative of place - Riflessioni sulla narrativa dei luoghi
TURCO, Maria Grazia
2010
Abstract
L’appuntamento, organizzato nell’ambito del Laboratorio di Restauro e del Dottorato di Ricerca in Storia e Restauro dell’Architettura, ha rappresentato un’occasione per conoscere la personalità e la poetica di Rasem Badran, architetto giordano impegnato in un percorso creativo che lo vede protagonista, con le sue opere, della ricerca architettonica contemporanea internazionale. Il suo impegno professionale, infatti, spazia dalla pianificazione urbanistica, alla realizzazione di complessi residenziali, sino alla progettazione di edifici pubblici come moschee, musei e università; ma ciò che colpisce dell’opera di Rasem Badran è la costante attenzione, nei suoi progetti, per l’ambiente, il contesto e le culture dei luoghi in cui opera. Badran è, infatti, riuscito, vista la sua formazione primaria (laurea, nel 1970, alla Technical University of Darmstadt, in Germania), a coniugare sapientemente la metodologia progettuale occidentale con le tradizioni architettoniche ‘spontanee’ proprie del suo background culturale (anche grazie all’insegnamento paterno, grafico e pittore, per i complessi e affascinanti motivi grafici islamici tradizionali e contemporanei), vale a dire del mondo islamico. Abile innovatore e riformatore dell’architettura islamica araba, è riuscito a coniugare, in un sapiente processo di sintesi, materiali e forme della tradizione costruttiva con il cosiddetto ‘modernismo’ (evidenti i riferimento a Louis Kahn), senza perdere mai di vista le sfaccettature locali, le situazioni climatiche e gli accorgimenti sostenibili. Continuità e innovazione si integrano, quindi, dando luogo a una sperimentazione ispirata dal repertorio dell’architettura islamica, riproponendo apparati edilizi che si adattano al contesto climatico, o ancora reinterpretando modelli insediativi della città araba. La sua architettura si pone in netto contrasto con quell’architettura ‘impacciata’ e anonima che caratterizza le nostre città, ha saputo, infatti, trovare sempre spunti e riferimenti dalla gente, dai luoghi, dalla culture.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.