L’architettura, sempre, nella sua evoluzione storica, con ideologie e modalità diverse, in un rapporto dialettico con il contesto preesistente, ha contribuito a conformare i territori che oggi percepiamo. L’architettura si inserisce, per essenza intrinseca, in un contesto precostituito, lo modifica, lo integra, lo esalta, pur nelle diverse caratterizzazioni. L’analisi di queste, apre un panorama ampio ed articolato, e quando il contesto non è edificato, il rapporto con il naturale diviene la tematica di fondo. Merita un’accurata riflessione l’atteggiamento nei confronti dei contesti fortemente naturali: sabbia del deserto, bosco, foresta, mare. In queste particolari situazioni si inseriscono con forza le problematiche ambientali, la sostenibilità, la bioarchitettura, l’arte ambientale, l’uso degli elementi naturali nella metodologia della progettazione architettonica. Per quanto concerne quest’ultimo aspetto, che rientra nelle tematiche specifiche della rivista, attualmente, anche a causa di importanti opere realizzate il dibattito si è ampliato. Molti parlano di moda, ma il tema, la sperimentazione merita attenzione e riflessioni, nell’ambito della metodologia della composizione architettonico, nel linguaggio dell’architettura contemporanea. Mi riferisco al contemporaneo poiché le nostre ricerche, la sperimentazione, devono essere finalizzate alla progettazione architettonica. Rileggendo la storia antica, quella più recente e gli enunciati del Movimento Moderno, troviamo molteplici rappresentativi esempi, senza soluzione di continuità temporale, nelle diverse possibili connessioni ed interconnessioni tra elementi vegetazionali ed architettura. La natura sull’architettura, pensando ai giardini di Babilonia, al Palazzo Borghese di Roma ed al tetto giardino di Le Corbusier; sui fronti, con la memoria ai diversi prospetti, urbani e non, ricoperti di vegetazione ed ovviamente al lavoro di Patrick Blanc; al suo interno, con l’edificio simbolo progettato da Kevin Roche & John Dinkeloo per la sede della Ford Foundation; ed interconnessa con il progetto simbolo non solo nella casistica, ma nel moderno: la casa sulla cascata. In ultimo, non per importanza, il caso dell’architettura che si ispira ed imita la natura, parzialmente o nella totalità. Brevi note che invitano tutti alla riflessione e rimandano alla ricerca operativa, ad approfondimenti specifici ed alla lettura dell’architettura e del paesaggio con occhi attenti e memoria aperta.

Le diverse modalità di dialogo dell'architettura con la natura / Ippolito, Achille. - (2010). (Intervento presentato al convegno High Green Tech Symposium, Portare la Sostenibilità verso la Bellezza tenutosi a Milano - sede della Triennale nel 19 marzo 2010).

Le diverse modalità di dialogo dell'architettura con la natura

IPPOLITO, Achille
2010

Abstract

L’architettura, sempre, nella sua evoluzione storica, con ideologie e modalità diverse, in un rapporto dialettico con il contesto preesistente, ha contribuito a conformare i territori che oggi percepiamo. L’architettura si inserisce, per essenza intrinseca, in un contesto precostituito, lo modifica, lo integra, lo esalta, pur nelle diverse caratterizzazioni. L’analisi di queste, apre un panorama ampio ed articolato, e quando il contesto non è edificato, il rapporto con il naturale diviene la tematica di fondo. Merita un’accurata riflessione l’atteggiamento nei confronti dei contesti fortemente naturali: sabbia del deserto, bosco, foresta, mare. In queste particolari situazioni si inseriscono con forza le problematiche ambientali, la sostenibilità, la bioarchitettura, l’arte ambientale, l’uso degli elementi naturali nella metodologia della progettazione architettonica. Per quanto concerne quest’ultimo aspetto, che rientra nelle tematiche specifiche della rivista, attualmente, anche a causa di importanti opere realizzate il dibattito si è ampliato. Molti parlano di moda, ma il tema, la sperimentazione merita attenzione e riflessioni, nell’ambito della metodologia della composizione architettonico, nel linguaggio dell’architettura contemporanea. Mi riferisco al contemporaneo poiché le nostre ricerche, la sperimentazione, devono essere finalizzate alla progettazione architettonica. Rileggendo la storia antica, quella più recente e gli enunciati del Movimento Moderno, troviamo molteplici rappresentativi esempi, senza soluzione di continuità temporale, nelle diverse possibili connessioni ed interconnessioni tra elementi vegetazionali ed architettura. La natura sull’architettura, pensando ai giardini di Babilonia, al Palazzo Borghese di Roma ed al tetto giardino di Le Corbusier; sui fronti, con la memoria ai diversi prospetti, urbani e non, ricoperti di vegetazione ed ovviamente al lavoro di Patrick Blanc; al suo interno, con l’edificio simbolo progettato da Kevin Roche & John Dinkeloo per la sede della Ford Foundation; ed interconnessa con il progetto simbolo non solo nella casistica, ma nel moderno: la casa sulla cascata. In ultimo, non per importanza, il caso dell’architettura che si ispira ed imita la natura, parzialmente o nella totalità. Brevi note che invitano tutti alla riflessione e rimandano alla ricerca operativa, ad approfondimenti specifici ed alla lettura dell’architettura e del paesaggio con occhi attenti e memoria aperta.
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