Secondo una ricerca condotta dagli studiosi americani Bennet Leventhal e Young Shin Kim tra il 2000 ed il 2001 su circa 1700 studenti nella Corea del Sud, è stato evidenziato che il bullismo è la forma prevalente di violenza studentesca e che esiste spesso un nesso di causalità tra l’aver agito e/o subito azioni di bullismo o l’essere stato contemporaneamente bullo e vittima e il manifestare comportamenti psicopatologici. Secondo tale studio, esiste un’alta probabilità che i soggetti coinvolti pongano in essere azioni suicidarie o tentativi di suicidio, ed i dati presentati confermano la teoria degli studiosi. Partendo dunque da tale considerazione, se effettivamente esiste un collegamento tra bullismo e suicidio giovanile, è stata condotta una analoga ricerca sperimentale somministrando un questionario anonimo ad un totale di 3.393 alunni delle classi del biennio iniziale di 18 Istituti Superiori di Roma, di diverse Circoscrizioni della città. L’analisi dei dati in nostro possesso ha disatteso, nelle casistiche di bullismo riscontrate, la possibilità di dimostrare con cognizione scientifica una relazione di causa – effetto con il suicidio, in quanto ad oggi, nessuno degli studenti intervistati ha tentato il suicidio o lo ha attuato.
Scheda prodotto non validato
Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo
Titolo: | Nuove manifestazioni del disagio minorile: studi sperimentali su bullismo e suicidio giovanile | |
Autori: | ||
Data di pubblicazione: | 2009 | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11573/408922 | |
Appartiene alla tipologia: | 04a Atto di comunicazione a congresso |