Il saggio rende conto della ricerca svolta, su richiesta del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, dal Laboratorio di Sociologia del Ministero dell’Interno sulle attività e l’impatto di un organismo collegiale di nuova istituzione, le Conferenze Permanenti presso le Prefetture-UTG, fondamentale strumento operativo costituito al fine di promuovere l’implementazione e la messa a regime delle innovazioni relative alle recenti riforme della PA e per incidere e dare risposte efficaci alle problematiche del territorio. Per la ricerca ci si è valsi della costruzione di una matrice casi per variabili e del trattamento statistico dei dati con il software specialistico SPSS 11.0, ove i casi sono le 102 Prefetture-UTG sul territorio nazionale, e le variabili proprietà ritenute rilevanti, rilevabili da un punto di vista quantitativo. Le conclusioni che si sono potute trarre sono che dopo un avvio inizialmente faticoso, l’istituto della Conferenza Permanente si sta affermando sempre più come punto di riferimento di una rete di attori sociali e istituzionali in grado di operare non solo sulle tematiche dell’ammodernamento e della riforma della PA , ma anche, in misura crescente, per mettere in comune risorse ed obiettivi in progetti rivolti a specifiche problematiche del territorio; per taluni aspetti, le CP tendono a funzionare meglio in alcune regioni, anche se ciò appare dovuto più a motivi di carattere contingente, che non a fattori di carattere strutturale o culturale; inoltre le CP risultano essere più attive in alcune tipologie di contesto, piuttosto che non in altre. Ma il dato che più rileva è che in relazione alla maggiore o minore attività delle CP risultano determinanti alcuni fattori di solito importanti nelle organizzazioni “preburocratiche”, legati in particolare alle persone: l’identità del Prefetto titolare innanzitutto, al mutare della quale le performance variano drasticamente, e in secondo luogo, l’efficienza e la motivazione della “tecnostruttura” costituita dai suoi più diretti collaboratori. Vengono quindi effettuate delle proposte per sostenere lo sviluppo dell’istituto coerenti con questi risultati ed orientate a privilegiare momenti di socializzazione, trasformazione cognitiva e condivisione dei modelli operativi, soprattutto ai vertici.
L’attività delle conferenze permanenti presso le Prefetture-UTG nel triennio 2002-2004. Rapporto di ricerca / SCARCELLA PRANDSTRALLER, Stefano. - In: ITINERARI INTERNI. - ISSN 1593-7038. - STAMPA. - 16 Maggio-Agosto 2006:Anno VI(2006), pp. 11-42.
L’attività delle conferenze permanenti presso le Prefetture-UTG nel triennio 2002-2004. Rapporto di ricerca
SCARCELLA PRANDSTRALLER, STEFANO
2006
Abstract
Il saggio rende conto della ricerca svolta, su richiesta del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, dal Laboratorio di Sociologia del Ministero dell’Interno sulle attività e l’impatto di un organismo collegiale di nuova istituzione, le Conferenze Permanenti presso le Prefetture-UTG, fondamentale strumento operativo costituito al fine di promuovere l’implementazione e la messa a regime delle innovazioni relative alle recenti riforme della PA e per incidere e dare risposte efficaci alle problematiche del territorio. Per la ricerca ci si è valsi della costruzione di una matrice casi per variabili e del trattamento statistico dei dati con il software specialistico SPSS 11.0, ove i casi sono le 102 Prefetture-UTG sul territorio nazionale, e le variabili proprietà ritenute rilevanti, rilevabili da un punto di vista quantitativo. Le conclusioni che si sono potute trarre sono che dopo un avvio inizialmente faticoso, l’istituto della Conferenza Permanente si sta affermando sempre più come punto di riferimento di una rete di attori sociali e istituzionali in grado di operare non solo sulle tematiche dell’ammodernamento e della riforma della PA , ma anche, in misura crescente, per mettere in comune risorse ed obiettivi in progetti rivolti a specifiche problematiche del territorio; per taluni aspetti, le CP tendono a funzionare meglio in alcune regioni, anche se ciò appare dovuto più a motivi di carattere contingente, che non a fattori di carattere strutturale o culturale; inoltre le CP risultano essere più attive in alcune tipologie di contesto, piuttosto che non in altre. Ma il dato che più rileva è che in relazione alla maggiore o minore attività delle CP risultano determinanti alcuni fattori di solito importanti nelle organizzazioni “preburocratiche”, legati in particolare alle persone: l’identità del Prefetto titolare innanzitutto, al mutare della quale le performance variano drasticamente, e in secondo luogo, l’efficienza e la motivazione della “tecnostruttura” costituita dai suoi più diretti collaboratori. Vengono quindi effettuate delle proposte per sostenere lo sviluppo dell’istituto coerenti con questi risultati ed orientate a privilegiare momenti di socializzazione, trasformazione cognitiva e condivisione dei modelli operativi, soprattutto ai vertici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.