La pratica del riuso di architetture abbandonate, gli svuotamenti edilizi con cambi di destinazione d’uso, le riconversioni industriali hanno disseminato nel corpo della città contemporanea una grande quantità di enzimi generatori di un inedito metabolismo urbano che funziona in assenza di tipologia, di separazioni tradizionali tra città e architettura, di gerarchie di struttura della forma, in una simultaneità della visione della presenza / assenza di contorni architettonici. Essi operano in spazialità neutre del tessuto delle metropoli contemporanee. Spazi in-between, realtà sospese che esprimono il valore della discontinuità della forma in alcuni fatti urbani. Da tempo si assiste a fenomeni di rivitalizzazione della città attraverso la riconversione di numerosi distretti industriali dismessi. Intere compagini urbane rivivono nell’assortimento di nuove funzioni che esprimono le grandi risorse della città convertibile. La semplice definizione “cambio di destinazione d’uso” quale espressione normativa atta a indicare tutte quelle modificazioni interne a un fabbricato, che però deve mantenere inalterata la sua configurazione esteriore, prefigura una totale assenza di individuazione del possibile confine della trasformazione entro precisi ambiti urbani e delinea piuttosto la presenza discontinua di nuovi fatti urbani affioranti dalle sostanziali mutazioni interne agli edifici.
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Titolo: | Mutazioni interne ai corpi urbani Mutations within Urban Bodies | |
Autori: | ||
Data di pubblicazione: | 2010 | |
Rivista: | ||
Handle: | http://hdl.handle.net/11573/408108 | |
Appartiene alla tipologia: | 01a Articolo in rivista |