"I'm a bad man, I'm a sick man." Who is this? Who is in this way so dry and synthetic than it actually complete and eerily disarming? The speaker is the subject of my report in which I want to focus on the only eyewitness to the continuous and sudden alternation and mingle and unite and being separated of order and disorder. Eyewitness unique because it alone is capable of perceiving and understanding this continuous swirl in terms of an alternative: that between generative disasters and catastrophes degenerative, which - right through the character that interests me - you read through another alternative: that between good and evil. The sense of presentation the underground man is, I think, all in his words that put wickedness and disease in the foreground, but perhaps only to highlight the best hope in that smile, the joy of that truth which does not possess but which recognizes . This is not the homo faber, "powerful, efficient, determined, he does what he wants and wants what he does, does not have a soul," but only quell'homo absconditus, the cane fragile and strong that can crush a drop and a smile can save. Through the reading of the plays that Pareyson Dostoeskji characters - in this respect - it is possible to develop a scenario for strong theoretical discuss the initial terms of legal philosophy and ethics.

“Sono un uomo cattivo, sono un uomo malato”. Chi parla? Chi si presenta in questo modo tanto asciutto e sintetico quanto in realtà completo e inquietantemente disarmante? A parlare è il soggetto della mia relazione nella quale mi voglio concentrare sull'unico testimone oculare del continuo e repentino mescolarsi e alternarsi e unirsi e separasi di ordine e disordine. Testimone oculare unico perché il solo capace di percepire e intendere questo continuo turbinio nei termini di un'alternativa: quella tra catastrofi generative e catastrofi degenerative, la quale – proprio attraverso il personaggio che mi interessa – si legge attraverso un'altra alternativa: quella tra bene e male. Il senso della presentazione dell'uomo del sottosuolo è, mi sembra, tutta nelle sue parole che mettono cattiveria e malattia in primo piano, ma forse solo per evidenziare meglio la speranza in quel sorriso, la gioia di quella verità che non possiede ma che riconosce. In questo non è l'homo faber, “potente, efficiente, determinato, che fa ciò che vuole e vuole ciò che fa, un'anima non ce l'ha”, ma solo quell'homo absconditus, quella canna fragile e forte che una goccia può schiacciare e un sorriso può salvare. Attraverso la lettura che Pareyson svolge dei personaggi di Dostoeskji - in questa relazione - è possibile delineare uno scenario teoretico forte per discutere i termini iniziali della filosofia giuridica ed etica.

L'uomo del sottosuolo. Dostoevskij letto da Pareyson / Cananzi, Daniele. - STAMPA. - 9:(2012), pp. 473-495. (Intervento presentato al convegno Colloquium on Violence and Religion. Cov&r Conference 2011. Disorder/Order in History and Politics tenutosi a Salina nel 15-18 giungo 2011).

L'uomo del sottosuolo. Dostoevskij letto da Pareyson

CANANZI, DANIELE
2012

Abstract

"I'm a bad man, I'm a sick man." Who is this? Who is in this way so dry and synthetic than it actually complete and eerily disarming? The speaker is the subject of my report in which I want to focus on the only eyewitness to the continuous and sudden alternation and mingle and unite and being separated of order and disorder. Eyewitness unique because it alone is capable of perceiving and understanding this continuous swirl in terms of an alternative: that between generative disasters and catastrophes degenerative, which - right through the character that interests me - you read through another alternative: that between good and evil. The sense of presentation the underground man is, I think, all in his words that put wickedness and disease in the foreground, but perhaps only to highlight the best hope in that smile, the joy of that truth which does not possess but which recognizes . This is not the homo faber, "powerful, efficient, determined, he does what he wants and wants what he does, does not have a soul," but only quell'homo absconditus, the cane fragile and strong that can crush a drop and a smile can save. Through the reading of the plays that Pareyson Dostoeskji characters - in this respect - it is possible to develop a scenario for strong theoretical discuss the initial terms of legal philosophy and ethics.
2012
Colloquium on Violence and Religion. Cov&r Conference 2011. Disorder/Order in History and Politics
“Sono un uomo cattivo, sono un uomo malato”. Chi parla? Chi si presenta in questo modo tanto asciutto e sintetico quanto in realtà completo e inquietantemente disarmante? A parlare è il soggetto della mia relazione nella quale mi voglio concentrare sull'unico testimone oculare del continuo e repentino mescolarsi e alternarsi e unirsi e separasi di ordine e disordine. Testimone oculare unico perché il solo capace di percepire e intendere questo continuo turbinio nei termini di un'alternativa: quella tra catastrofi generative e catastrofi degenerative, la quale – proprio attraverso il personaggio che mi interessa – si legge attraverso un'altra alternativa: quella tra bene e male. Il senso della presentazione dell'uomo del sottosuolo è, mi sembra, tutta nelle sue parole che mettono cattiveria e malattia in primo piano, ma forse solo per evidenziare meglio la speranza in quel sorriso, la gioia di quella verità che non possiede ma che riconosce. In questo non è l'homo faber, “potente, efficiente, determinato, che fa ciò che vuole e vuole ciò che fa, un'anima non ce l'ha”, ma solo quell'homo absconditus, quella canna fragile e forte che una goccia può schiacciare e un sorriso può salvare. Attraverso la lettura che Pareyson svolge dei personaggi di Dostoeskji - in questa relazione - è possibile delineare uno scenario teoretico forte per discutere i termini iniziali della filosofia giuridica ed etica.
Pareyson; Dostoevskij; Bene; male
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
L'uomo del sottosuolo. Dostoevskij letto da Pareyson / Cananzi, Daniele. - STAMPA. - 9:(2012), pp. 473-495. (Intervento presentato al convegno Colloquium on Violence and Religion. Cov&r Conference 2011. Disorder/Order in History and Politics tenutosi a Salina nel 15-18 giungo 2011).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/407212
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