Molti processi industriali contribuiscono all'accumulo nell'ambiente dei metalli pesanti in concentrazioni che possono risultare da nnose per la salute dell'uomo e per l'ecosistema. L a ricerca negli ultimi anni cerca di sv iluppare tecniche di risanamento di siti inqu inati da metalli che siano a basso costo, esteticamente compatibili e che determinino la riduzione degli eventual i rifiuti da smaltire. La fitodepurazione, è una tecnica che ben soddisfa i requisiti prima citati, prevede l'utilizzo di specie vegetali, capaci dì accumulare i metalli pesanti, ed è articolata in: fitoestrazione, rizofiltrazione e fitostabiliz zazione. La fitoestrazione comprendente il bioassorbimento (processo di rimozione o dissoluzione degli inquinanti dovuto alle attività cellulari) di piante (sia selvatiche che co ltivate), capaci di sottrarre dal terreno una quantità elevata di metalli pesanti accumulandoli nelle foglie. Tali piante vengono definite iperaccumulatrici. La rizofìltrazione ut ilizza piante acquatiche che hanno la cap acità di assorbire contaminanti dalle acque inquinate con questo processo si possono boni ficare acque lacustri in quinate sfruttando la capacità di assorbimento di i oni da parte delle radici. La fitostabilizzazione u tilizza le piante per assorbire contaminanti, in modo da ridurre la loro biodisponibilità nel suolo, è impiegata per evitare erosione e percolamento degli inquinanti ed utilizza, in ambienti altamente inqu inati e perciò privi di vegetazione, piante che presentano una elevata tolleranza nei confronti dei metalli pesanti e sono perciò in grado di sopravvivere in condizioni nelle quali altre piante morirebbero. Il nostro studio prevede l’uso, come pianta f itodepuratrice, del Vetiver (nome botanico: Vetiveria zizanioides), nota per la sua capacità di accumulare i metalli pesanti al fine di valutarne la possibile applicazione in processi di detossificazione am bientale con prove di fitoestrazione e di bioassorbimento nei confronti dei metalli pesanti (in particolare Cromo, Rame, Piombo e Zinco). Le prove di fitoestrazione e di bioassorbimento, a medio e a lungo termine della durata, rispettivamente, di otto e trenta giorni, sono state eseguite rispettivamente innaffia ndo la pianta con una soluzione contenente una concentrazione nota dei metalli da analizzare o direttamente immergendo in tale soluzione le foglie e le ra dici preventivamente essiccate. Le concentrazioni dei diversi metalli, in tali campi oni, sono determinate tramite spettroscopia di emissione al plasma, dopo minerali zzazione con microonde. Sono state anche eseguite prove di reversibilità del processo di bioassorbimento, assorbimenti avvenuti trattando il materiale assorbente con acqua.. I risultati del processo mostrano un aumento costante dei valori di concentrazione dei diversi metalli nelle piante del Vetiver nelle prove a medio termine ( durante i primi otto giorni). Nelle prove a lungo termine, invece, il valore della concentrazione dei metalli tende a stab ilizzarsi, generalmente, ve rso il ventesimo giorno. Il nostro studio ci ha permesso di verificare che, rispetto a precedenti esperienze descritte in letteratura ed eseguite su piante diverse, il Vetiver possied e capacità superiori nella fitoestrazione del Piombo e dello Zinco. Il Vetiver non risulta invece adatto per prove di bioassorbimento, infatti, i valori osservati sono risultati di molto inferiori a qu elli ottenuti in precedenza co n altri substrati biologici.

Il Vetiver una nuova opportunità per la fitodepurazione da metalli pesanti: prestazioni e comportamento / Campanella, Luigi; Antiochia, Riccarda; F., Borzetti; P., Ghezzi; E., Martini; Tomassetti, Mauro. - STAMPA. - (2007), pp. 44-44. (Intervento presentato al convegno X Congresso Nazionale di Chimica dell'Ambiente e dei Beni Culturali tenutosi a Acaya, Vernole (Lecce) nel 11-15 giugno 2007).

Il Vetiver una nuova opportunità per la fitodepurazione da metalli pesanti: prestazioni e comportamento

CAMPANELLA, Luigi;ANTIOCHIA, RICCARDA;TOMASSETTI, Mauro
2007

Abstract

Molti processi industriali contribuiscono all'accumulo nell'ambiente dei metalli pesanti in concentrazioni che possono risultare da nnose per la salute dell'uomo e per l'ecosistema. L a ricerca negli ultimi anni cerca di sv iluppare tecniche di risanamento di siti inqu inati da metalli che siano a basso costo, esteticamente compatibili e che determinino la riduzione degli eventual i rifiuti da smaltire. La fitodepurazione, è una tecnica che ben soddisfa i requisiti prima citati, prevede l'utilizzo di specie vegetali, capaci dì accumulare i metalli pesanti, ed è articolata in: fitoestrazione, rizofiltrazione e fitostabiliz zazione. La fitoestrazione comprendente il bioassorbimento (processo di rimozione o dissoluzione degli inquinanti dovuto alle attività cellulari) di piante (sia selvatiche che co ltivate), capaci di sottrarre dal terreno una quantità elevata di metalli pesanti accumulandoli nelle foglie. Tali piante vengono definite iperaccumulatrici. La rizofìltrazione ut ilizza piante acquatiche che hanno la cap acità di assorbire contaminanti dalle acque inquinate con questo processo si possono boni ficare acque lacustri in quinate sfruttando la capacità di assorbimento di i oni da parte delle radici. La fitostabilizzazione u tilizza le piante per assorbire contaminanti, in modo da ridurre la loro biodisponibilità nel suolo, è impiegata per evitare erosione e percolamento degli inquinanti ed utilizza, in ambienti altamente inqu inati e perciò privi di vegetazione, piante che presentano una elevata tolleranza nei confronti dei metalli pesanti e sono perciò in grado di sopravvivere in condizioni nelle quali altre piante morirebbero. Il nostro studio prevede l’uso, come pianta f itodepuratrice, del Vetiver (nome botanico: Vetiveria zizanioides), nota per la sua capacità di accumulare i metalli pesanti al fine di valutarne la possibile applicazione in processi di detossificazione am bientale con prove di fitoestrazione e di bioassorbimento nei confronti dei metalli pesanti (in particolare Cromo, Rame, Piombo e Zinco). Le prove di fitoestrazione e di bioassorbimento, a medio e a lungo termine della durata, rispettivamente, di otto e trenta giorni, sono state eseguite rispettivamente innaffia ndo la pianta con una soluzione contenente una concentrazione nota dei metalli da analizzare o direttamente immergendo in tale soluzione le foglie e le ra dici preventivamente essiccate. Le concentrazioni dei diversi metalli, in tali campi oni, sono determinate tramite spettroscopia di emissione al plasma, dopo minerali zzazione con microonde. Sono state anche eseguite prove di reversibilità del processo di bioassorbimento, assorbimenti avvenuti trattando il materiale assorbente con acqua.. I risultati del processo mostrano un aumento costante dei valori di concentrazione dei diversi metalli nelle piante del Vetiver nelle prove a medio termine ( durante i primi otto giorni). Nelle prove a lungo termine, invece, il valore della concentrazione dei metalli tende a stab ilizzarsi, generalmente, ve rso il ventesimo giorno. Il nostro studio ci ha permesso di verificare che, rispetto a precedenti esperienze descritte in letteratura ed eseguite su piante diverse, il Vetiver possied e capacità superiori nella fitoestrazione del Piombo e dello Zinco. Il Vetiver non risulta invece adatto per prove di bioassorbimento, infatti, i valori osservati sono risultati di molto inferiori a qu elli ottenuti in precedenza co n altri substrati biologici.
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