Introduzione. Esistono almeno tre diversi criteri che vengono usualmente utilizzati per la definizione elettroencefalografica dell'inizio del sonno: 1. la comparsa della prima epoca di stadio 1in un'epoca di registrazione di 20 o 30 sec, indicata da una presenza di ritmo alpha EEG inferiore al 50% [1]; 2. la presenza di almeno un minuto continuativo di stadio 1 [2]; 3. la comparsa della prima epoca di stadio 2, indicata dalla presenza di un fuso del sonno o di un complesso K [e.g., 3]. La definizione di un criterio univoco per la definizione dell'inizio del sonno appare di notevole interesse nell'ambito della ricerca di base e della clinica dei disturbi del sonno. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di confrontare, mediante un'analisi dell'EEG registrato durante l'addormentamento di 26 soggetti normali, due diversi criteri per la definizione dell'inizio del sonno, la prima epoca di stadio 1 o di stadio 2. Metodo. Sono state calcolate le potenze spettrali nel range di frequenze tra 1 e 28 Hz (in bin di 1 Hz e per epoche di 12 sec); le serie temporali individuali sono poi state sottoposte a una procedura di averaging, allineandole in funzione delle due definizioni alternative di inizio del sonno. Le analisi successive sono state eseguite sia con una risoluzione di 1 Hz, sia raggruppando le frequenze EEG in bande più ampie (beta= 17-28 Hz; delta/theta/sigma= 1-7 Hz e 12-16 Hz; alpha =8-11 Hz) mediante un'Analisi delle Componenti Principali. Risultati. Sia l'analisi Hz per Hz che quella per bande di frequenza hanno indicato che l'intero range di frequenze tra 1 e 16 Hz incrementa linearmente dopo l'inizio dello stadio 2, esprimendo la partecipazione di questa larga banda di frequenze basse e medie dell’EEG al processo di sincronizzazione che conduce all'addormentamento. Inoltre, la definizione dell'inizio del sonno come prima epoca di stadio 2 consente una più chiara discriminazione tra veglia e sonno, dal momento che un numero maggiore di bin di 1 Hz differiscono statisticamente nel confronto prima e dopo il punto identificato dal criterio e che una percentuale maggiore di varianza è stata spiegata da modelli di regressione lineare applicati alle serie temporali delle variazioni Hz per Hz dell'EEG durante questa transizione. Infine, l'andamento temporale delle variazioni spettrali dell’EEG suggerisce che lo stadio 1 sia una zona intermedia nel processo di sincronizzazione, nella quale il ritmo alpha cambia il suo significato funzionale, passando da un'associazione positiva con i livelli di attivazione corticale, che caratterizza l'intervallo che precede l'inizio dello stadio 1, a una relazione di tipo negativo dopo l'inizio dello stadio 2. Conclusioni. I risultati ottenuti da diversi livelli di analisi delle variazioni EEG durante l'addormentamento indicano chiaramente come l'inizio dello stadio 2, espresso dalla comparsa di almeno un fuso del sonno o di un complesso K, possa essere considerato il più sensibile confine tra la veglia e il sonno.

Dove inizia il sonno? Differenze topografiche dell'EEG durante la transizione veglia-sonno / DE GENNARO, Luigi; Curcio, G.; Cristiani, R.; Caprara, D.; Fiorentino, L.; Spadini, V.. - (2001), pp. 200-201. (Intervento presentato al convegno Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia Sperimentale dell'A.I.P. tenutosi a Alghero nel 23-25 settembre).

Dove inizia il sonno? Differenze topografiche dell'EEG durante la transizione veglia-sonno.

DE GENNARO, Luigi
;
2001

Abstract

Introduzione. Esistono almeno tre diversi criteri che vengono usualmente utilizzati per la definizione elettroencefalografica dell'inizio del sonno: 1. la comparsa della prima epoca di stadio 1in un'epoca di registrazione di 20 o 30 sec, indicata da una presenza di ritmo alpha EEG inferiore al 50% [1]; 2. la presenza di almeno un minuto continuativo di stadio 1 [2]; 3. la comparsa della prima epoca di stadio 2, indicata dalla presenza di un fuso del sonno o di un complesso K [e.g., 3]. La definizione di un criterio univoco per la definizione dell'inizio del sonno appare di notevole interesse nell'ambito della ricerca di base e della clinica dei disturbi del sonno. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di confrontare, mediante un'analisi dell'EEG registrato durante l'addormentamento di 26 soggetti normali, due diversi criteri per la definizione dell'inizio del sonno, la prima epoca di stadio 1 o di stadio 2. Metodo. Sono state calcolate le potenze spettrali nel range di frequenze tra 1 e 28 Hz (in bin di 1 Hz e per epoche di 12 sec); le serie temporali individuali sono poi state sottoposte a una procedura di averaging, allineandole in funzione delle due definizioni alternative di inizio del sonno. Le analisi successive sono state eseguite sia con una risoluzione di 1 Hz, sia raggruppando le frequenze EEG in bande più ampie (beta= 17-28 Hz; delta/theta/sigma= 1-7 Hz e 12-16 Hz; alpha =8-11 Hz) mediante un'Analisi delle Componenti Principali. Risultati. Sia l'analisi Hz per Hz che quella per bande di frequenza hanno indicato che l'intero range di frequenze tra 1 e 16 Hz incrementa linearmente dopo l'inizio dello stadio 2, esprimendo la partecipazione di questa larga banda di frequenze basse e medie dell’EEG al processo di sincronizzazione che conduce all'addormentamento. Inoltre, la definizione dell'inizio del sonno come prima epoca di stadio 2 consente una più chiara discriminazione tra veglia e sonno, dal momento che un numero maggiore di bin di 1 Hz differiscono statisticamente nel confronto prima e dopo il punto identificato dal criterio e che una percentuale maggiore di varianza è stata spiegata da modelli di regressione lineare applicati alle serie temporali delle variazioni Hz per Hz dell'EEG durante questa transizione. Infine, l'andamento temporale delle variazioni spettrali dell’EEG suggerisce che lo stadio 1 sia una zona intermedia nel processo di sincronizzazione, nella quale il ritmo alpha cambia il suo significato funzionale, passando da un'associazione positiva con i livelli di attivazione corticale, che caratterizza l'intervallo che precede l'inizio dello stadio 1, a una relazione di tipo negativo dopo l'inizio dello stadio 2. Conclusioni. I risultati ottenuti da diversi livelli di analisi delle variazioni EEG durante l'addormentamento indicano chiaramente come l'inizio dello stadio 2, espresso dalla comparsa di almeno un fuso del sonno o di un complesso K, possa essere considerato il più sensibile confine tra la veglia e il sonno.
2001
Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia Sperimentale dell'A.I.P.
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
Dove inizia il sonno? Differenze topografiche dell'EEG durante la transizione veglia-sonno / DE GENNARO, Luigi; Curcio, G.; Cristiani, R.; Caprara, D.; Fiorentino, L.; Spadini, V.. - (2001), pp. 200-201. (Intervento presentato al convegno Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia Sperimentale dell'A.I.P. tenutosi a Alghero nel 23-25 settembre).
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