A partire da tre fascicoli e alcuni documenti dell’Archivio Gianna Manzini, conservato presso l’Archivio del Novecento della Sapienza, viene approfondito il rapporto di Gianna Manzini con l’ambiente rondista e successivamente con l’ambiente solariano. Molto precocemente rispetto ai suoi contemporanei, Manzini riflette sulla riconquista della sostanza narrativa e contenutistica per la prosa, senza rinunciare all’alta dimensione letteraria della prosa d’arte e alla componente etico-morale della ricerca stilistica. Già dai testi d’esordio pubblicati sulla “Nazione” dal 1920, e in particolare in “Io, l’argomento e la novella” (1924), Manzini fonde insieme la lezione di stile rondista, che le proveniva principalmente da E. Cecchi, il richiamo gobettiano all’impegno dello scrittore, i modelli recenti di Pirandello e soprattutto di Tozzi, che reinterpreta alla luce di una personale poetica, nella quale giocano un ruolo importante la ricerca sperimentale in direzione del romanzo moderno europeo, la dimensione autobiografica e metanarrativa. Mentre i solariani ancora sperimentano la misura breve, Gianna Manzini riconquista il romanzo (“Tempo innamorato”, 1928).
La sperimentazione narrativa nell'opera giovanile di Gianna Manzini / Bernardini, Francesca. - In: AVANGUARDIA. - ISSN 1128-2452. - STAMPA. - 29:(2005), pp. 139-158.
La sperimentazione narrativa nell'opera giovanile di Gianna Manzini
BERNARDINI, Francesca
2005
Abstract
A partire da tre fascicoli e alcuni documenti dell’Archivio Gianna Manzini, conservato presso l’Archivio del Novecento della Sapienza, viene approfondito il rapporto di Gianna Manzini con l’ambiente rondista e successivamente con l’ambiente solariano. Molto precocemente rispetto ai suoi contemporanei, Manzini riflette sulla riconquista della sostanza narrativa e contenutistica per la prosa, senza rinunciare all’alta dimensione letteraria della prosa d’arte e alla componente etico-morale della ricerca stilistica. Già dai testi d’esordio pubblicati sulla “Nazione” dal 1920, e in particolare in “Io, l’argomento e la novella” (1924), Manzini fonde insieme la lezione di stile rondista, che le proveniva principalmente da E. Cecchi, il richiamo gobettiano all’impegno dello scrittore, i modelli recenti di Pirandello e soprattutto di Tozzi, che reinterpreta alla luce di una personale poetica, nella quale giocano un ruolo importante la ricerca sperimentale in direzione del romanzo moderno europeo, la dimensione autobiografica e metanarrativa. Mentre i solariani ancora sperimentano la misura breve, Gianna Manzini riconquista il romanzo (“Tempo innamorato”, 1928).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.