Il saggio affronta gli sviluppi urbanistici dell’area attraversata dalla via della Lungara nel periodo compreso tra il pontificato di Paolo III e quello di Urbano VIII. Dopo la ben nota impresa di rettificazione al tempo di Giulio II dell’antichissimo percorso collocato al di là del Tevere, accompagnata dalla comparsa di importanti ville suburbane circondate da giardini, quello che per tutto il Medioevo si era caratterizzato come un ambiente agricolo compreso tra l’abitato del Trastevere e il Borgo Vaticano, si avvia a una lenta trasformazione che giungerà infine alla completa lottizzazione dei suoli. Pur sopravvivendo ancora per tutto il Cinquecento l’attività di sfruttamento a vigneti, appartenenti a note famiglie (la cui entità e distribuzione viene illustrata), quel che innanzitutto si manifesta in modo abbastanza immediato è un processo di edificazione residenziale che interessa le sole fronti della via della Lungara. Solo parzialmente, infatti, durante il XVI secolo possono riconoscersi sviluppi abitativi dell’area nel suo complesso, resi fra l’altro problematici dalle frequenti inondazioni dell’adiacente Tevere. Iniziative intraprese sotto il pontificato di Paolo V nel primo Seicento condurranno però finalmente ad una completa urbanizzazione dell’area, la quale giungerà a saturarsi di edilizia saldando la città nelle sue zone costruite a sud e a nord della riva destra del fiume. Il piano per la realizzazione del quartiere, disegnato dall’architetto Orazio Torriani (1615) sarà tuttavia soltanto parzialmente rispettato, poiché altre logiche subentreranno a condizionare il risultato. In relazione a questo, vengono sinteticamente illustrate le qualità del tessuto edilizio (esaminato sulla base di molta documentazione inedita) e il ruolo delle architetture più significative costruite nell’area, così come le caratteristiche delle istituzioni assistenziali che in modo particolarmente intenso si diffusero in essa. Tutto ciò anche al fine di evidenziare quanto della struttura urbanistica, definitasi entro la metà del Seicento, ancora permanga allo stato attuale; malgrado le pesanti trasformazioni avvenute dal tardo Ottocento alla metà del Novecento.
Sviluppi e caratteri dell’area urbana di via della Lungara dalla metà del Cinquecento alla metà del Seicento / Caperna, Maurizio. - STAMPA. - (2011), pp. 572-582. (Intervento presentato al convegno Early Modern Rome 1341-1667 tenutosi a Roma nel 13-15 maggio 2010).
Sviluppi e caratteri dell’area urbana di via della Lungara dalla metà del Cinquecento alla metà del Seicento
CAPERNA, Maurizio
2011
Abstract
Il saggio affronta gli sviluppi urbanistici dell’area attraversata dalla via della Lungara nel periodo compreso tra il pontificato di Paolo III e quello di Urbano VIII. Dopo la ben nota impresa di rettificazione al tempo di Giulio II dell’antichissimo percorso collocato al di là del Tevere, accompagnata dalla comparsa di importanti ville suburbane circondate da giardini, quello che per tutto il Medioevo si era caratterizzato come un ambiente agricolo compreso tra l’abitato del Trastevere e il Borgo Vaticano, si avvia a una lenta trasformazione che giungerà infine alla completa lottizzazione dei suoli. Pur sopravvivendo ancora per tutto il Cinquecento l’attività di sfruttamento a vigneti, appartenenti a note famiglie (la cui entità e distribuzione viene illustrata), quel che innanzitutto si manifesta in modo abbastanza immediato è un processo di edificazione residenziale che interessa le sole fronti della via della Lungara. Solo parzialmente, infatti, durante il XVI secolo possono riconoscersi sviluppi abitativi dell’area nel suo complesso, resi fra l’altro problematici dalle frequenti inondazioni dell’adiacente Tevere. Iniziative intraprese sotto il pontificato di Paolo V nel primo Seicento condurranno però finalmente ad una completa urbanizzazione dell’area, la quale giungerà a saturarsi di edilizia saldando la città nelle sue zone costruite a sud e a nord della riva destra del fiume. Il piano per la realizzazione del quartiere, disegnato dall’architetto Orazio Torriani (1615) sarà tuttavia soltanto parzialmente rispettato, poiché altre logiche subentreranno a condizionare il risultato. In relazione a questo, vengono sinteticamente illustrate le qualità del tessuto edilizio (esaminato sulla base di molta documentazione inedita) e il ruolo delle architetture più significative costruite nell’area, così come le caratteristiche delle istituzioni assistenziali che in modo particolarmente intenso si diffusero in essa. Tutto ciò anche al fine di evidenziare quanto della struttura urbanistica, definitasi entro la metà del Seicento, ancora permanga allo stato attuale; malgrado le pesanti trasformazioni avvenute dal tardo Ottocento alla metà del Novecento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.