Abstract: Gilberto di Poitiers (+ 1154) e altri maestri che a lui in varia misura si ispirano (Porretani) sostengono una ontologia singolarista secondo la quale “ogni cosa è singolare e nulla è universale”. Singolari sono per costoro anche le forme, sostanziali e accidentali (l'umanità di ogni uomo è numericamente diversa dall’umanità di ogni altro uomo, e analogamente per la sua bianchezza): il non-realismo degli universali di accompagna dunque qui al realismo delle forme singolari. Degli universali si dice che ognuno di essi non è ‘uno’ bensì ‘molteplice’: una ‘causa molteplice di effetti somiglianti’; una collectio di molteplici forme singolari fondata sulla loro conformitas o similitudo. Rispetto al maestro Gilberto i testi 'porretani' spostano l’accento dalla conformitas e somiglianza tout court come fondamento dell’universale alla somiglianza degli effetti. Centrali negli anonimi Invisibilia Dei e Compendium logice Porretanum, nelle Instituiones in sacram paginam di Simone di Tournai e nella Summa Quoniam homines di Alano di Lilla sono infatti le nozioni di forma similitudinis e forma dissimilitudinis. La forma similitudinis (es. albedo) è la forma che rende gli enti composti nei quali si trova simili fra loro sotto quel determinato aspetto (similmente bianchi) e diversi da altri sotto quello stesso aspetto (un ente bianco è diverso da uno nero nel colore). La forma dissimilitudinis è quella che rende l’ente in cui si trova del tutto dissimile da ogni altro ente (es. socrateitas): sssa non unisce ma soltanto separa gli enti gli uni dagli altri (e corrisponde così alla forma propria di Gilberto, somma di tutte le forme di un individuo, attuali, future e anche solo possibili). Presentando una compenetrazione brillante di realismo delle forme singolari e concettualismo degli universali, le dottrine gilbertino-porretane rappresentano una delle più riuscite soluzioni alla questione degli universali alternative alla dicotomia netta tra realismo delle essenze comuni e nominalismo. Abstract. Gilbert of Poitiers (+1154) and other masters who share to different extents his doctrinal positions (Porretani) uphold a singularist ontology according to which “everything is singular and nothing is universal”. For them, substantial and accidential forms are singular (each humanity of each man is numerically different from the humanity of each other man, and the same holds for each whiteness): non-realism concerning universals then, for these authors, goes along with realism concerning singular forms. Universals are said by these masters to be not ‘one’ but ‘multiple’. A universal is ‘a multiple cause of similar effects’, a collection of different singular forms that are in some way similar or ‘conform’. If compared to Gilbert theory, Porretan texts emphasize the idea of the similiarity in the forms’ effects as the basis for universality. Thus in the anonymous Invisibilia Dei and Compendium logice Porretanum, in the Instituiones in sacram paginam by Simon of Tournai and in the Summa Quoniam homines by Alain of Lille the basic notions in order to explain universals are those of forma similitudinis and forma dissimilitudinis. A form is a forma similitudinis (e.g. albedo) as far as it renders the being in which it is (e.g. a white being) similar to other beings which share similar forms (e.g. other white beings). A form is a forma dissimilitudinis if it renders the being in which it is completely different from any other being (e.g. socrateitas for Socrates): this form does not unify the being in which it is with other beings, but just distinguishes it from any other being (and so it corresponds to Gilbert’s forma propria, which contains all actual and possible forms of a being). A brilliant compenetration of realism (for the singular forms) and conceptualism (the unity of universals is the result of abstraction), the doctrine of universals proper to Gilbert and his pupils - different both from realism of common essences and from nominalism - is one of the most coherent solutions to the problem of universals.

Un realismo singolare: forme e universali in Gilberto di Poitiers e nella Scuola Porretana / Valente, Luisa. - In: DOCUMENTI E STUDI SULLA TRADIZIONE FILOSOFICA MEDIEVALE. - ISSN 1122-5750. - 19:(2008), pp. 191-246.

Un realismo singolare: forme e universali in Gilberto di Poitiers e nella Scuola Porretana

VALENTE, Luisa
2008

Abstract

Abstract: Gilberto di Poitiers (+ 1154) e altri maestri che a lui in varia misura si ispirano (Porretani) sostengono una ontologia singolarista secondo la quale “ogni cosa è singolare e nulla è universale”. Singolari sono per costoro anche le forme, sostanziali e accidentali (l'umanità di ogni uomo è numericamente diversa dall’umanità di ogni altro uomo, e analogamente per la sua bianchezza): il non-realismo degli universali di accompagna dunque qui al realismo delle forme singolari. Degli universali si dice che ognuno di essi non è ‘uno’ bensì ‘molteplice’: una ‘causa molteplice di effetti somiglianti’; una collectio di molteplici forme singolari fondata sulla loro conformitas o similitudo. Rispetto al maestro Gilberto i testi 'porretani' spostano l’accento dalla conformitas e somiglianza tout court come fondamento dell’universale alla somiglianza degli effetti. Centrali negli anonimi Invisibilia Dei e Compendium logice Porretanum, nelle Instituiones in sacram paginam di Simone di Tournai e nella Summa Quoniam homines di Alano di Lilla sono infatti le nozioni di forma similitudinis e forma dissimilitudinis. La forma similitudinis (es. albedo) è la forma che rende gli enti composti nei quali si trova simili fra loro sotto quel determinato aspetto (similmente bianchi) e diversi da altri sotto quello stesso aspetto (un ente bianco è diverso da uno nero nel colore). La forma dissimilitudinis è quella che rende l’ente in cui si trova del tutto dissimile da ogni altro ente (es. socrateitas): sssa non unisce ma soltanto separa gli enti gli uni dagli altri (e corrisponde così alla forma propria di Gilberto, somma di tutte le forme di un individuo, attuali, future e anche solo possibili). Presentando una compenetrazione brillante di realismo delle forme singolari e concettualismo degli universali, le dottrine gilbertino-porretane rappresentano una delle più riuscite soluzioni alla questione degli universali alternative alla dicotomia netta tra realismo delle essenze comuni e nominalismo. Abstract. Gilbert of Poitiers (+1154) and other masters who share to different extents his doctrinal positions (Porretani) uphold a singularist ontology according to which “everything is singular and nothing is universal”. For them, substantial and accidential forms are singular (each humanity of each man is numerically different from the humanity of each other man, and the same holds for each whiteness): non-realism concerning universals then, for these authors, goes along with realism concerning singular forms. Universals are said by these masters to be not ‘one’ but ‘multiple’. A universal is ‘a multiple cause of similar effects’, a collection of different singular forms that are in some way similar or ‘conform’. If compared to Gilbert theory, Porretan texts emphasize the idea of the similiarity in the forms’ effects as the basis for universality. Thus in the anonymous Invisibilia Dei and Compendium logice Porretanum, in the Instituiones in sacram paginam by Simon of Tournai and in the Summa Quoniam homines by Alain of Lille the basic notions in order to explain universals are those of forma similitudinis and forma dissimilitudinis. A form is a forma similitudinis (e.g. albedo) as far as it renders the being in which it is (e.g. a white being) similar to other beings which share similar forms (e.g. other white beings). A form is a forma dissimilitudinis if it renders the being in which it is completely different from any other being (e.g. socrateitas for Socrates): this form does not unify the being in which it is with other beings, but just distinguishes it from any other being (and so it corresponds to Gilbert’s forma propria, which contains all actual and possible forms of a being). A brilliant compenetration of realism (for the singular forms) and conceptualism (the unity of universals is the result of abstraction), the doctrine of universals proper to Gilbert and his pupils - different both from realism of common essences and from nominalism - is one of the most coherent solutions to the problem of universals.
2008
XII secolo; ontologia; universali; Gilberto di Poitiers; Scuola Porretana; 12th Century; Ontology; Universals; Gilbert of Poitiers; Porretan School
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Un realismo singolare: forme e universali in Gilberto di Poitiers e nella Scuola Porretana / Valente, Luisa. - In: DOCUMENTI E STUDI SULLA TRADIZIONE FILOSOFICA MEDIEVALE. - ISSN 1122-5750. - 19:(2008), pp. 191-246.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/39409
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact