The paper will review, based on a reinterpretation of writings by Longhi, the principles behind his ideas concerning the restoration of works of art. We know how important these issues were for him, even as a young man, and how in his later years they evolved without, however, ever betraying their basic premises. Longhi considered a close relationship with the work and matter was crucial and indispensable; he was against reintegration and considered restoration a tool used by critics. Instead of tangible and concrete restoration, he proposed what he called ‘mental restoration’. The topical nature of this idea has remained, not least because of a possible theoretical link with virtual restoration, both united in an attempt to ideally recreate unity in a work with missing pieces. So, apart from the influence that particular historical period had on his ideas, Longhi’s philosophy in this field remains unusual and, in some ways, contemporary and topical. Il saggio si propone di riconsiderare i principi che hanno ispirato il pensiero di Roberto Longhi in relazione al campo della salvaguardia e del restauro delle opere d’arte. Questo attraverso la rilettura dei suoi numerosi scritti sull’argomento e la ricostruzione, per quanto possibile minuziosa, dei principali eventi che hanno caratterizzato quel preciso momento storico, in relazione alle problematiche della tutela. Considerando lo stretto legame che intercorre, da sempre, tra la disciplina del restauro e quella della critica d’arte, per una maggiore chiarezza il discorso è stato ampliato all’intero ambiente culturale degli storici dell’arte, in particolare tra gli anni ’30 e ’60. Si è potuto appurare come questi argomenti costituissero punti importanti della riflessione e delle azioni di Longhi già nella fase giovanile e come la maturità del suo pensiero lo portò a modificare, senza però mai tradire, i suoi assunti di partenza. Consigliere privilegiato del Ministro Bottai, svolse un ruolo cardine, nel decennio precedente il secondo conflitto bellico, in un momento cruciale nella storia delle istituzioni per la tutela, avvalorando l’importanza di un approccio culturalmente complesso alle questioni del restauro, in tutti i suoi risvolti. Il nodo della sua personale idea di restauro era strettamente legato alla funzione rivelativa. Per Longhi il rapporto ravvicinato con l’oggetto d’arte e con la materia di cui era costituito, era imprescindibile e l’obiettivo dell’intervento era costituito dal ristabilimento della leggibilità delle parti autentiche sopravvissute. Assolutamente contrario a qualsiasi tipo di reintegrazione, considerava il restauro come uno strumento al servizio della critica; molto conosciuta era la sua propensione nei confronti del distacco degli affreschi, tema sul quale si trovarono concordi i principali studiosi del momento. In opposizione all'intervento concreto, spesso destinato a ottenere risultati poco confortanti se non addirittura nocivi per le sorti dell'opera, Longhi proponeva il cosiddetto ‘restauro mentale’. L’attualità e la validità di questa idea si sono conservate intatte, anzi in qualche misura, negli ultimi anni, rianimate dal possibile nesso teorico con il restauro virtuale; l’uno e l’altro uniti dal tentativo di riconferire, idealmente, la propria unità, almeno in via potenziale, ad un’opera lacunosa. Alla luce di queste riflessioni si conferma, aldilà dei condizionamenti storici, l’originalità e, per alcuni versi, l’attualità del pensiero longhiano.

Roberto Longhi. Idee sul restauro / Ercolino, Maria Grazia. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - STAMPA. - 55-56:Nuova Serie(2012), pp. 165-172.

Roberto Longhi. Idee sul restauro

ERCOLINO, Maria Grazia
2012

Abstract

The paper will review, based on a reinterpretation of writings by Longhi, the principles behind his ideas concerning the restoration of works of art. We know how important these issues were for him, even as a young man, and how in his later years they evolved without, however, ever betraying their basic premises. Longhi considered a close relationship with the work and matter was crucial and indispensable; he was against reintegration and considered restoration a tool used by critics. Instead of tangible and concrete restoration, he proposed what he called ‘mental restoration’. The topical nature of this idea has remained, not least because of a possible theoretical link with virtual restoration, both united in an attempt to ideally recreate unity in a work with missing pieces. So, apart from the influence that particular historical period had on his ideas, Longhi’s philosophy in this field remains unusual and, in some ways, contemporary and topical. Il saggio si propone di riconsiderare i principi che hanno ispirato il pensiero di Roberto Longhi in relazione al campo della salvaguardia e del restauro delle opere d’arte. Questo attraverso la rilettura dei suoi numerosi scritti sull’argomento e la ricostruzione, per quanto possibile minuziosa, dei principali eventi che hanno caratterizzato quel preciso momento storico, in relazione alle problematiche della tutela. Considerando lo stretto legame che intercorre, da sempre, tra la disciplina del restauro e quella della critica d’arte, per una maggiore chiarezza il discorso è stato ampliato all’intero ambiente culturale degli storici dell’arte, in particolare tra gli anni ’30 e ’60. Si è potuto appurare come questi argomenti costituissero punti importanti della riflessione e delle azioni di Longhi già nella fase giovanile e come la maturità del suo pensiero lo portò a modificare, senza però mai tradire, i suoi assunti di partenza. Consigliere privilegiato del Ministro Bottai, svolse un ruolo cardine, nel decennio precedente il secondo conflitto bellico, in un momento cruciale nella storia delle istituzioni per la tutela, avvalorando l’importanza di un approccio culturalmente complesso alle questioni del restauro, in tutti i suoi risvolti. Il nodo della sua personale idea di restauro era strettamente legato alla funzione rivelativa. Per Longhi il rapporto ravvicinato con l’oggetto d’arte e con la materia di cui era costituito, era imprescindibile e l’obiettivo dell’intervento era costituito dal ristabilimento della leggibilità delle parti autentiche sopravvissute. Assolutamente contrario a qualsiasi tipo di reintegrazione, considerava il restauro come uno strumento al servizio della critica; molto conosciuta era la sua propensione nei confronti del distacco degli affreschi, tema sul quale si trovarono concordi i principali studiosi del momento. In opposizione all'intervento concreto, spesso destinato a ottenere risultati poco confortanti se non addirittura nocivi per le sorti dell'opera, Longhi proponeva il cosiddetto ‘restauro mentale’. L’attualità e la validità di questa idea si sono conservate intatte, anzi in qualche misura, negli ultimi anni, rianimate dal possibile nesso teorico con il restauro virtuale; l’uno e l’altro uniti dal tentativo di riconferire, idealmente, la propria unità, almeno in via potenziale, ad un’opera lacunosa. Alla luce di queste riflessioni si conferma, aldilà dei condizionamenti storici, l’originalità e, per alcuni versi, l’attualità del pensiero longhiano.
2012
R. Longhi; restauro; restauro mentale; conservation; virtual reconstruction
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Roberto Longhi. Idee sul restauro / Ercolino, Maria Grazia. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - STAMPA. - 55-56:Nuova Serie(2012), pp. 165-172.
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