E’ noto che la vulnerabilità degli edifici è attribuibile a due categorie principali: degrado per vetustà e degrado per ragioni costruttive, rispettivamente riferiti al periodo di costruzione e al contesto produttivo. Sul totale degli edifici che presentano carenze statiche, una minore percentuale può essere ricondotta a ragioni d’anzianità (prima categoria) e la restante maggior parte a cause tecniche (seconda categoria). Le carenze impiantistiche, inoltre, incrementano ulteriormente l’indice di rischio, come testimoniano gli infausti crolli conseguenti a esplosioni e incendi. Si rileva che le Normative vigenti in tema di sicurezza dei fabbricati non prendono in considerazione la sicurezza delle costruzioni esistenti, se non marginalmente e soltanto in merito alle verifiche antisismiche. Di conseguenza, le modalità di intervento devono basarsi su un protocollo da creare ad hoc per le tipologie specifiche di fabbricati con diversa destinazione d’uso. Anche per i sottosistemi strutturali, non esistevano (tranne che negli Stati Uniti e in Giappone) normative cogenti (a meno delle certificazioni di prodotto) da seguire all’epoca della costruzione. Solo nel 2008, una norma europea ha introdotto regole definite per il dimensionamento degli ancoraggi e degli apparecchi di supporto, e in generale di tutti gli elementi strutturali presenti nelle varie tipologie edilizie, che potrebbe essere utilizzata anche per le verifiche ex-post del patrimonio architettonico.
Dinamica di elementi non strutturali soggetti ad azione sismica / Andreaus, Ugo; Claudia, Cennamo; Bernardino, Chiaia; Placidi, Luca. - ELETTRONICO. - 1:(2011), pp. 1-10. (Intervento presentato al convegno XIV Convegno di Ingegneria Sismica tenutosi a Bari nel 18-22 settembre 2011).
Dinamica di elementi non strutturali soggetti ad azione sismica.
ANDREAUS, Ugo;PLACIDI, LUCA
2011
Abstract
E’ noto che la vulnerabilità degli edifici è attribuibile a due categorie principali: degrado per vetustà e degrado per ragioni costruttive, rispettivamente riferiti al periodo di costruzione e al contesto produttivo. Sul totale degli edifici che presentano carenze statiche, una minore percentuale può essere ricondotta a ragioni d’anzianità (prima categoria) e la restante maggior parte a cause tecniche (seconda categoria). Le carenze impiantistiche, inoltre, incrementano ulteriormente l’indice di rischio, come testimoniano gli infausti crolli conseguenti a esplosioni e incendi. Si rileva che le Normative vigenti in tema di sicurezza dei fabbricati non prendono in considerazione la sicurezza delle costruzioni esistenti, se non marginalmente e soltanto in merito alle verifiche antisismiche. Di conseguenza, le modalità di intervento devono basarsi su un protocollo da creare ad hoc per le tipologie specifiche di fabbricati con diversa destinazione d’uso. Anche per i sottosistemi strutturali, non esistevano (tranne che negli Stati Uniti e in Giappone) normative cogenti (a meno delle certificazioni di prodotto) da seguire all’epoca della costruzione. Solo nel 2008, una norma europea ha introdotto regole definite per il dimensionamento degli ancoraggi e degli apparecchi di supporto, e in generale di tutti gli elementi strutturali presenti nelle varie tipologie edilizie, che potrebbe essere utilizzata anche per le verifiche ex-post del patrimonio architettonico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.