A finalità diplomatiche e celebrative si deve la costruzione di Porta Pia o Sant'Isaia a Bologna, edificata a partire dal 1567 al posto di una più antica postierla, ubicata poco distante e rimasta chiusa per oltre un secolo. La porta venne dedicata all'austero e rigorista Pio V (1566-1572), nato a Bosco Marengo ma discendente da un ramo dei bolognesi Ghisilieri, banditi dalla città nel 1445 perché, insieme ai Canetoli, avevano partecipato all'assassinio di Annibale Bentivoglio. La porta, già terminata nel 1572 e trasformata parzialmente in epoca successiva, fu demolita nel 1903 perché ritenuta pericolosa per la pubblica incolumità. La fabbrica presentava due diversi fronti, d'ordine dorico quello interno, tuscanico quello rivolto verso il suburbio. Se dal punto di vista tipologico il riferimento principale restava quello dell'arco onorario, l'articolazione del prospetto interno tramite fasce, rincassi, nicchie e specchiature, esaltava sinteticamente le potenzialità espressive della parete, ponendo quest'opera in diretto rapporto con opere di Vignola come la facciata del Portico dei Banchi, cominciata nel 1565, e come quella di Santa Maria in Traspontina a Roma (1566), rimasta allo stato di progetto. Il fronte esterno invece, presentava due volute contrapposte ai lati dell'epigrafe, formulazione “triadica” frequente nell'opera di Vignola, ed una grande nicchia “bramantesca” a forma di conchiglia, successivamente rimossa, sopra il portone d'ingresso. La denominazione della porta costituiva un omaggio al pontefice regnante come, pochi anni prima, l'omonima fabbrica michelangiolesca costruita, su commissione di Pio IV, al termine del tracciato stradale che dal Quirinale conduceva fino alle mura.
Vignola e la scomparsa porta Pia a Bologna: ricostruzione, stile, attribuzione / Ricci, Maurizio. - STAMPA. - (2011), pp. 347-362. (Intervento presentato al convegno Jacopo Barozzi da Vignola tenutosi a Caprarola nel 23-26 ottobre 2008).
Vignola e la scomparsa porta Pia a Bologna: ricostruzione, stile, attribuzione
RICCI, MAURIZIO
2011
Abstract
A finalità diplomatiche e celebrative si deve la costruzione di Porta Pia o Sant'Isaia a Bologna, edificata a partire dal 1567 al posto di una più antica postierla, ubicata poco distante e rimasta chiusa per oltre un secolo. La porta venne dedicata all'austero e rigorista Pio V (1566-1572), nato a Bosco Marengo ma discendente da un ramo dei bolognesi Ghisilieri, banditi dalla città nel 1445 perché, insieme ai Canetoli, avevano partecipato all'assassinio di Annibale Bentivoglio. La porta, già terminata nel 1572 e trasformata parzialmente in epoca successiva, fu demolita nel 1903 perché ritenuta pericolosa per la pubblica incolumità. La fabbrica presentava due diversi fronti, d'ordine dorico quello interno, tuscanico quello rivolto verso il suburbio. Se dal punto di vista tipologico il riferimento principale restava quello dell'arco onorario, l'articolazione del prospetto interno tramite fasce, rincassi, nicchie e specchiature, esaltava sinteticamente le potenzialità espressive della parete, ponendo quest'opera in diretto rapporto con opere di Vignola come la facciata del Portico dei Banchi, cominciata nel 1565, e come quella di Santa Maria in Traspontina a Roma (1566), rimasta allo stato di progetto. Il fronte esterno invece, presentava due volute contrapposte ai lati dell'epigrafe, formulazione “triadica” frequente nell'opera di Vignola, ed una grande nicchia “bramantesca” a forma di conchiglia, successivamente rimossa, sopra il portone d'ingresso. La denominazione della porta costituiva un omaggio al pontefice regnante come, pochi anni prima, l'omonima fabbrica michelangiolesca costruita, su commissione di Pio IV, al termine del tracciato stradale che dal Quirinale conduceva fino alle mura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.