L’istituzione nel 1923 di un Liceo a indirizzo scientifico doveva sancire il riconoscimento dell’importanza della cultura scientifica nella preparazione della classe “dirigente”. Fino a quella data, infatti, l’unica scuola a indirizzo scientifico che permetteva l’accesso all’Università, anche se limitatamente ad alcune facoltà, era una sezione dell’Istituto tecnico. La sezione fisico-matematica, istituita alla nascita del Regno d'Italia, aveva negli anni perduto ogni finalità professionalizzante, caratterizzandosi come scuola preparatoria ai futuri studi universitari. Questa vocazione si riflette nei programmi di matematica, che contengono argomenti moderni, utilizzati nei corsi universitari. L’attenzione che società e mondo politico avevano rivolto alla scuola fin dalla creazione dello stato unitario, aveva portato a molte sperimentazioni, ultima, prima della Riforma Gentile, la creazione del Liceo moderno, nel quale si riconosce un ruolo importante anche alle scienze. La matematica che s’insegna in questa scuola è “moderna” nel senso che per la prima volta in Italia s’introducono ufficialmente argomenti quali i concetti di limite, derivata e integrale, anche se si enfatizza il loro valore culturale, limitandone l’aspetto tecnico. I programmi sono accompagnati da articolate indicazioni sul ruolo dei diversi argomenti. La sperimentazione è interrotta dalla prima guerra mondiale, ma molte proposte in essa contenute sono recepite dai programmi, mai entrati in vigore, pubblicati a cura del MPI nel 1918. Per il primato che la cultura classica ha nella scuola di Gentile, il ruolo riservato alla matematica nel Liceo scientifico non può tener conto né delle esperienze della sezione fisico-matematica, né di quelle del Liceo moderno, essendo ora il suo unico fine quello di sviluppare “l’attività analitica e sistematica dello spirito”. La riforma del ‘23, voluta dal regime fascista al momento della sua instaurazione, non rappresenta però la cultura del movimento, che ha anche un’anima “modernista”. La Riforma viene perciò più volte “ritoccata”. Le riforme volute da Fedele nel ’25, Ercole nel ’33, de Vecchi nel ’36 e Bottai nel ‘37 non rivoluzionano l’impostazione dei programmi di matematica del Liceo scientifico, ma, con oscillazioni che registrano le diverse posizioni culturali, si limitano a reintrodurre alcuni argomenti della sezione fisico-matematica e del Liceo moderno, riorganizzandoli in un’ottica che è prevalentemente quella di quest’ultima scuola. I cambiamenti maggiori nella struttura si hanno nel ’36, quando il programma è nuovamente suddiviso per classi. Gentile aveva sostituito questa suddivisione con quella tra “teoria” e “argomenti di carattere algoritmico”, rendendo difficile l’individuazione dello sviluppo storico e dei collegamenti tra le diverse parti e contribuendo così a svuotare di valore conoscitivo la matematica. Bottai, pur lasciando invariati i programmi del ‘36, reintroduce quelli “d’esame”. I cambiamenti che si realizzano dal dopoguerra in poi si limitano a registrare il disinteresse da parte delle istituzioni. Non esistono pubblicazioni ministeriali dei programmi vigenti fino al 2010 e non è nemmeno chiaro quali siano questi programmi. La normativa rimanda a quelli del ’36 e a quelli concordati con la Sottocommissione Alleata dell’Educazione e distribuiti, a cura della stessa, nel ‘44; questi, pur molto simili ai primi, registrano alcuni aggiustamenti che tengono conto dei programmi del ’37. E’ da osservare però che entrambi riguardano un Liceo quadriennale, dal 1945 il Liceo scientifico ha invece durata quinquennale. Infine, nei programmi in circolazione non compaiono le indicazioni contenute in quelli del ’36, che riproducevano in parte quelle del Liceo moderno. Tutto questo favorisce il riemergere della ottica per cui la matematica, rigidamente suddivisa in una parte “teorica” e in una “algoritmica”, serve, al più, ad affinare “l’attività analitica e sistematica dello spirito”.
La matematica nel liceo scientifico / Marchi, Maria Vittoria; Menghini, Marta. - In: ARCHIMEDE. - ISSN 0390-5543. - STAMPA. - LXII:2(2011), pp. 87-94. [10.1400/172708]
La matematica nel liceo scientifico
MARCHI, Maria Vittoria;MENGHINI, Marta
2011
Abstract
L’istituzione nel 1923 di un Liceo a indirizzo scientifico doveva sancire il riconoscimento dell’importanza della cultura scientifica nella preparazione della classe “dirigente”. Fino a quella data, infatti, l’unica scuola a indirizzo scientifico che permetteva l’accesso all’Università, anche se limitatamente ad alcune facoltà, era una sezione dell’Istituto tecnico. La sezione fisico-matematica, istituita alla nascita del Regno d'Italia, aveva negli anni perduto ogni finalità professionalizzante, caratterizzandosi come scuola preparatoria ai futuri studi universitari. Questa vocazione si riflette nei programmi di matematica, che contengono argomenti moderni, utilizzati nei corsi universitari. L’attenzione che società e mondo politico avevano rivolto alla scuola fin dalla creazione dello stato unitario, aveva portato a molte sperimentazioni, ultima, prima della Riforma Gentile, la creazione del Liceo moderno, nel quale si riconosce un ruolo importante anche alle scienze. La matematica che s’insegna in questa scuola è “moderna” nel senso che per la prima volta in Italia s’introducono ufficialmente argomenti quali i concetti di limite, derivata e integrale, anche se si enfatizza il loro valore culturale, limitandone l’aspetto tecnico. I programmi sono accompagnati da articolate indicazioni sul ruolo dei diversi argomenti. La sperimentazione è interrotta dalla prima guerra mondiale, ma molte proposte in essa contenute sono recepite dai programmi, mai entrati in vigore, pubblicati a cura del MPI nel 1918. Per il primato che la cultura classica ha nella scuola di Gentile, il ruolo riservato alla matematica nel Liceo scientifico non può tener conto né delle esperienze della sezione fisico-matematica, né di quelle del Liceo moderno, essendo ora il suo unico fine quello di sviluppare “l’attività analitica e sistematica dello spirito”. La riforma del ‘23, voluta dal regime fascista al momento della sua instaurazione, non rappresenta però la cultura del movimento, che ha anche un’anima “modernista”. La Riforma viene perciò più volte “ritoccata”. Le riforme volute da Fedele nel ’25, Ercole nel ’33, de Vecchi nel ’36 e Bottai nel ‘37 non rivoluzionano l’impostazione dei programmi di matematica del Liceo scientifico, ma, con oscillazioni che registrano le diverse posizioni culturali, si limitano a reintrodurre alcuni argomenti della sezione fisico-matematica e del Liceo moderno, riorganizzandoli in un’ottica che è prevalentemente quella di quest’ultima scuola. I cambiamenti maggiori nella struttura si hanno nel ’36, quando il programma è nuovamente suddiviso per classi. Gentile aveva sostituito questa suddivisione con quella tra “teoria” e “argomenti di carattere algoritmico”, rendendo difficile l’individuazione dello sviluppo storico e dei collegamenti tra le diverse parti e contribuendo così a svuotare di valore conoscitivo la matematica. Bottai, pur lasciando invariati i programmi del ‘36, reintroduce quelli “d’esame”. I cambiamenti che si realizzano dal dopoguerra in poi si limitano a registrare il disinteresse da parte delle istituzioni. Non esistono pubblicazioni ministeriali dei programmi vigenti fino al 2010 e non è nemmeno chiaro quali siano questi programmi. La normativa rimanda a quelli del ’36 e a quelli concordati con la Sottocommissione Alleata dell’Educazione e distribuiti, a cura della stessa, nel ‘44; questi, pur molto simili ai primi, registrano alcuni aggiustamenti che tengono conto dei programmi del ’37. E’ da osservare però che entrambi riguardano un Liceo quadriennale, dal 1945 il Liceo scientifico ha invece durata quinquennale. Infine, nei programmi in circolazione non compaiono le indicazioni contenute in quelli del ’36, che riproducevano in parte quelle del Liceo moderno. Tutto questo favorisce il riemergere della ottica per cui la matematica, rigidamente suddivisa in una parte “teorica” e in una “algoritmica”, serve, al più, ad affinare “l’attività analitica e sistematica dello spirito”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.