Pietro Cantore (+ 1197) utilizza nel ‘De tropis loquendi’ degli strumenti di analisi del testi tratti dalle arti liberali al fine di risolvere contraddizioni apparenti e ambiguità dei testi biblici e liturgici nonché di alcune proposizioni teologiche. Lo scritto, inedito, segue l’articolazione della fallacia dell’equivocazione (omonimia) come si presenta nei trattati logici del XII secolo sui ragionamenti sofistici (‘Fallaciae’), integrandovi suddivisioni derivate dalle tradizioni grammaticale e retorica. Fra i punti trattati si trovano: la ‘varia significatio’, cioè la distinzione tra i differenti sensi di uno stesso termine (compresi termini sincategoremantici come le preposizioni); la ‘varia demonstratio’ e la ‘varia relatio’, cioè i casi di deissi e di anafora ambigui, analizzati per mezzo di nozioni d’origine retorica (tropi); la ‘varia consignificatio’, che si produce quando ad una stessa forma fonica dello stesso nome si possono attribuire diversi valori morfologici; la ‘varia suppositio’, che si produce quando una stessa parola in contesti differenti ha denotazioni differenti.
Arts du discours et sacra pagina dans le De tropis loquendi de Pierre le Chantre / Valente, Luisa. - In: HISTOIRE ÉPISTÉMOLOGIE LANGAGE. - ISSN 0750-8069. - STAMPA. - 12:(1990), pp. 69-102.
Arts du discours et sacra pagina dans le De tropis loquendi de Pierre le Chantre
VALENTE, Luisa
1990
Abstract
Pietro Cantore (+ 1197) utilizza nel ‘De tropis loquendi’ degli strumenti di analisi del testi tratti dalle arti liberali al fine di risolvere contraddizioni apparenti e ambiguità dei testi biblici e liturgici nonché di alcune proposizioni teologiche. Lo scritto, inedito, segue l’articolazione della fallacia dell’equivocazione (omonimia) come si presenta nei trattati logici del XII secolo sui ragionamenti sofistici (‘Fallaciae’), integrandovi suddivisioni derivate dalle tradizioni grammaticale e retorica. Fra i punti trattati si trovano: la ‘varia significatio’, cioè la distinzione tra i differenti sensi di uno stesso termine (compresi termini sincategoremantici come le preposizioni); la ‘varia demonstratio’ e la ‘varia relatio’, cioè i casi di deissi e di anafora ambigui, analizzati per mezzo di nozioni d’origine retorica (tropi); la ‘varia consignificatio’, che si produce quando ad una stessa forma fonica dello stesso nome si possono attribuire diversi valori morfologici; la ‘varia suppositio’, che si produce quando una stessa parola in contesti differenti ha denotazioni differenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.