The rendering process is reversible: if path in one direction leads to the representation of reality, whether it is in the other path leads from representation to reality in the first case the process is called Relief, the second is called the Project. The discipline of what we deal with the task of studying and teaching tools that allow this step, be it path in one way or another, and since the continuous operation of these tools develops the capacity to imagine the space that are typical of the architect, this discipline is also entrusted with the task of training these skills, giving them the necessary support intellettivo.Il path I outlined schematically consists of three basic steps: the first, which is an operation of synthesis, the reality replacing a geometric model, in the second, which is a reduction operation, the geometric model is contracted by means of a suitable scale factor, in the third, which is a projection operation, the geometric model is transformed into a reduced model graph . The geometry involved in all these stages, the last, the projection, explicitly, in the first, the synthesis, so perhaps less obvious but no less important, by providing the first elementary forms which allow the construction of models, namely those abstract brick (points, lines, surfaces, volumes) that make up the architecture rappresentata.A hindsight, in this scheme recognizes not only the task of the discipline, but also the intimate nature of the university course that gives the body: in fact, to get to form in an honest and straightforward ones ability to understand the space and they do represent the architect, our discipline must follow the process described above from the origin, ie starting from reality, to get to the graphical model, and with it, the idea of ​​the space formed in the minds of those who work, while the reverse path, from representation to reality, assuming an idea of ​​the space already strongly formed, it is not consonant with the pedagogical intent of which we have mentioned, this route in the opposite Conversely, falls to the design disciplines, which teach precisely how an idea is realized. It seems to me, therefore, that the forward direction (from reality to representation) belong to the course of Mono-Fundamentals and Applications of Descriptive Geometry, as well as to return belongs to the new Laboratori.Dalle the foregoing, you may draw two directions: the first properly about the content of the discipline, how to teach it to the second.

Il processo della rappresentazione è reversibile: se è percorso in un verso, conduce dalla realtà alla rappresentazione, se è percorso nell'altro, conduce dalla rappresentazione alla realtà; nel primo caso il processo si chiama Rilievo, nel secondo si chiama Progetto. La disciplina della quale ci occupiamo ha il compito di studiare e di insegnare gli strumenti che consentono questo passaggio, sia esso percorso in un senso che nell'altro, e poiché l'esercizio continuo di questi strumenti sviluppa le facoltà di immaginare lo spazio che sono tipiche dell'architetto, a questa disciplina è anche affidato il compito di formare queste capacità, dando loro il necessario sostegno intellettivo. Il percorso che ho schematicamente delineato si articola in tre tappe essenziali: nella prima, che è una operazione di sintesi, alla realtà si sostituisce un modello geometrico; nella seconda, che è una operazione di riduzione, il modello geometrico viene contratto per mezzo di un idoneo fattore di scala; nella terza, che è una operazione di proiezione, il modello geometrico ridotto viene trasformato in un modello grafico. La geometria interviene in tutte queste fasi, nell'ultima, la proiezione, in modo esplicito, nella prima, la sintesi, in modo forse meno evidente ma non meno importante, fornendo le forme prime elementari che consentono la costruzione dei modelli, cioè di quegli astratti mattoni (punti, linee, superfici, volumi) che compongono l'architettura rappresentata. A ben vedere, in questo schema si riconosce non solo il compito della disciplina, ma anche l'intima natura del corso universitario che le dà corpo: infatti, per arrivare a formare in modo onesto e lineare quelle capacità di intendere lo spazio e di rappresentarlo che fanno l'architetto, la nostra disciplina deve percorrere il processo sopra descritto dall'origine, a partire cioè dalla realtà, per arrivare al modello grafico e, con esso, all'idea dello spazio formata nella mente di chi opera, mentre il percorso inverso, dalla rappresentazione alla realtà, presupponendo un'idea dello spazio già energicamente formata, non è consono agli intenti pedagogici ai quali abbiamo accennato; questo percorso in senso contrario, compete piuttosto alle discipline progettuali, le quali insegnano, appunto, come un'idea si invera. Mi pare perciò che il verso di andata (dalla realtà alla rappresentazione) appartenga di diritto al corso monodisciplinare di Fondamenti e Applicazioni della Geometria Descrittiva, così come il verso di ritorno appartiene ai nuovi Laboratori. Dalle considerazioni che precedono, si possono trarre due indicazioni: la prima propriamente relativa ai contenuti della disciplina, la seconda al modo di insegnarla.

Geometria per il nuovo ordinamento degli studi di architettura / Migliari, Riccardo. - STAMPA. - (1994). (Intervento presentato al convegno XVI CONVEGNO INTERNAZIONALE DEI DOCENTI DELLA RAPPRESENTAZIONE NELLE FACOLTA' DI ARCHITETTURA E DI INGEGNERIA tenutosi a Lerici, Villa Marigola nel 14-16 Aprile 1994).

Geometria per il nuovo ordinamento degli studi di architettura

MIGLIARI, Riccardo
1994

Abstract

The rendering process is reversible: if path in one direction leads to the representation of reality, whether it is in the other path leads from representation to reality in the first case the process is called Relief, the second is called the Project. The discipline of what we deal with the task of studying and teaching tools that allow this step, be it path in one way or another, and since the continuous operation of these tools develops the capacity to imagine the space that are typical of the architect, this discipline is also entrusted with the task of training these skills, giving them the necessary support intellettivo.Il path I outlined schematically consists of three basic steps: the first, which is an operation of synthesis, the reality replacing a geometric model, in the second, which is a reduction operation, the geometric model is contracted by means of a suitable scale factor, in the third, which is a projection operation, the geometric model is transformed into a reduced model graph . The geometry involved in all these stages, the last, the projection, explicitly, in the first, the synthesis, so perhaps less obvious but no less important, by providing the first elementary forms which allow the construction of models, namely those abstract brick (points, lines, surfaces, volumes) that make up the architecture rappresentata.A hindsight, in this scheme recognizes not only the task of the discipline, but also the intimate nature of the university course that gives the body: in fact, to get to form in an honest and straightforward ones ability to understand the space and they do represent the architect, our discipline must follow the process described above from the origin, ie starting from reality, to get to the graphical model, and with it, the idea of ​​the space formed in the minds of those who work, while the reverse path, from representation to reality, assuming an idea of ​​the space already strongly formed, it is not consonant with the pedagogical intent of which we have mentioned, this route in the opposite Conversely, falls to the design disciplines, which teach precisely how an idea is realized. It seems to me, therefore, that the forward direction (from reality to representation) belong to the course of Mono-Fundamentals and Applications of Descriptive Geometry, as well as to return belongs to the new Laboratori.Dalle the foregoing, you may draw two directions: the first properly about the content of the discipline, how to teach it to the second.
1994
Il processo della rappresentazione è reversibile: se è percorso in un verso, conduce dalla realtà alla rappresentazione, se è percorso nell'altro, conduce dalla rappresentazione alla realtà; nel primo caso il processo si chiama Rilievo, nel secondo si chiama Progetto. La disciplina della quale ci occupiamo ha il compito di studiare e di insegnare gli strumenti che consentono questo passaggio, sia esso percorso in un senso che nell'altro, e poiché l'esercizio continuo di questi strumenti sviluppa le facoltà di immaginare lo spazio che sono tipiche dell'architetto, a questa disciplina è anche affidato il compito di formare queste capacità, dando loro il necessario sostegno intellettivo. Il percorso che ho schematicamente delineato si articola in tre tappe essenziali: nella prima, che è una operazione di sintesi, alla realtà si sostituisce un modello geometrico; nella seconda, che è una operazione di riduzione, il modello geometrico viene contratto per mezzo di un idoneo fattore di scala; nella terza, che è una operazione di proiezione, il modello geometrico ridotto viene trasformato in un modello grafico. La geometria interviene in tutte queste fasi, nell'ultima, la proiezione, in modo esplicito, nella prima, la sintesi, in modo forse meno evidente ma non meno importante, fornendo le forme prime elementari che consentono la costruzione dei modelli, cioè di quegli astratti mattoni (punti, linee, superfici, volumi) che compongono l'architettura rappresentata. A ben vedere, in questo schema si riconosce non solo il compito della disciplina, ma anche l'intima natura del corso universitario che le dà corpo: infatti, per arrivare a formare in modo onesto e lineare quelle capacità di intendere lo spazio e di rappresentarlo che fanno l'architetto, la nostra disciplina deve percorrere il processo sopra descritto dall'origine, a partire cioè dalla realtà, per arrivare al modello grafico e, con esso, all'idea dello spazio formata nella mente di chi opera, mentre il percorso inverso, dalla rappresentazione alla realtà, presupponendo un'idea dello spazio già energicamente formata, non è consono agli intenti pedagogici ai quali abbiamo accennato; questo percorso in senso contrario, compete piuttosto alle discipline progettuali, le quali insegnano, appunto, come un'idea si invera. Mi pare perciò che il verso di andata (dalla realtà alla rappresentazione) appartenga di diritto al corso monodisciplinare di Fondamenti e Applicazioni della Geometria Descrittiva, così come il verso di ritorno appartiene ai nuovi Laboratori. Dalle considerazioni che precedono, si possono trarre due indicazioni: la prima propriamente relativa ai contenuti della disciplina, la seconda al modo di insegnarla.
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