L’acquedotto Claudio, uno dei più significativi acquedotti antichi a cui si deve una esclusiva monumentale e romantica immagine dell’Agro romano, ancora oggi in gran parte conservata, dimostrò fin dagli anni successivi alla sua realizzazione importanti criticità costruttive e strutturali. Attualmente è oggetto di un ravvivato interesse operativo della Soprintendenza speciale Archeologica di Roma che, su impulso del prof. Angelo Bottini (a capo della Soprintendenza a tutto il 2009) e dai diretti responsabili (arch. L. Vergantini e dott.ssa Rita Santolini, archeologa), ha attivato campagne di studio e messo in atto interventi di consolidamento e restauro che, necessariamente, suddivisi per episodi sono coordinati in un complessivo programma di conservazione del monumento. Quest’ultimo, eclatante nel paesaggio della campagna romana mantenuto ancora integro per la costituzione del Parco degli Acquedotti all’interno del parco dell’Appia Antica, appare tuttavia, dal punto di vista del Restauro, un tema difficoltoso sia per l’estensione plurichilometrica sia per le implicazioni statiche e la delicatezza degli aspetti conservativi di un’immagine che si è storicizzata con le inquadrature ottocentesche e del primo Novecento nel paesaggio agreste allora incontaminato dall’espansione urbana. Questo testo riferisce sull’intervento attuato sul tratto composto da due arcate isolate prossime all’intersezione del percorso degli acquedotti, Claudio e Felice, con via Tuscolana, all’apice del cuneo con cui il parco si insinua nella città e dove i resti monumentali, abbandonato il maestoso isolamento nella campagna, si confondono col tessuto urbano. La descrizione si sofferma soprattutto su problematiche generali e sugli interventi strutturali.
Acquedotto Claudio. Interventi di rinforzo statico e di restauro di alcune arcate nel Parco degli Acquedotti / DE CESARIS, Fabrizio; Vergantini, Luigi. - (2012), pp. 16-31. (Intervento presentato al convegno Materiali e Tecniche. Esperienze di restauro a confronto tenutosi a Nepi nel 29 novembre 2008).
Acquedotto Claudio. Interventi di rinforzo statico e di restauro di alcune arcate nel Parco degli Acquedotti
DE CESARIS, Fabrizio;
2012
Abstract
L’acquedotto Claudio, uno dei più significativi acquedotti antichi a cui si deve una esclusiva monumentale e romantica immagine dell’Agro romano, ancora oggi in gran parte conservata, dimostrò fin dagli anni successivi alla sua realizzazione importanti criticità costruttive e strutturali. Attualmente è oggetto di un ravvivato interesse operativo della Soprintendenza speciale Archeologica di Roma che, su impulso del prof. Angelo Bottini (a capo della Soprintendenza a tutto il 2009) e dai diretti responsabili (arch. L. Vergantini e dott.ssa Rita Santolini, archeologa), ha attivato campagne di studio e messo in atto interventi di consolidamento e restauro che, necessariamente, suddivisi per episodi sono coordinati in un complessivo programma di conservazione del monumento. Quest’ultimo, eclatante nel paesaggio della campagna romana mantenuto ancora integro per la costituzione del Parco degli Acquedotti all’interno del parco dell’Appia Antica, appare tuttavia, dal punto di vista del Restauro, un tema difficoltoso sia per l’estensione plurichilometrica sia per le implicazioni statiche e la delicatezza degli aspetti conservativi di un’immagine che si è storicizzata con le inquadrature ottocentesche e del primo Novecento nel paesaggio agreste allora incontaminato dall’espansione urbana. Questo testo riferisce sull’intervento attuato sul tratto composto da due arcate isolate prossime all’intersezione del percorso degli acquedotti, Claudio e Felice, con via Tuscolana, all’apice del cuneo con cui il parco si insinua nella città e dove i resti monumentali, abbandonato il maestoso isolamento nella campagna, si confondono col tessuto urbano. La descrizione si sofferma soprattutto su problematiche generali e sugli interventi strutturali.File | Dimensione | Formato | |
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