Palazzo Carli Benedetti, disposto nel tratto più elevato del centro storico dell’Aquila, a poca distanza dalla chiesa di S. Maria di Paganica, ha riportato seri danni a seguito delle scosse relative al sisma del 6 aprile 2009. Il Palazzo, di particolare importanza per la qualità sia storica sia architettonica, occupa una rilevante porzione di un più vasto isolato e appare debolmente connesso con le altre fabbriche adiacenti. La planimetria è articolata su un quadrilatero rettangolare, con due volumi minori che ne prolungano le estremità; il quadrilatero principale presenta spigoli quasi retti, con lati composti da corpi di diverso spessore; la disposizione dei setti murari è sostanzialmente organizzata per giustapposizione di cellule murarie che risultano peraltro dimensionalmente irregolari. Gli elementi costruttivi strutturali, a causa della sovrapposizione delle fasi edificatorie, risultano disomogenei per tipologia, per dimensioni e spessori, per materiali. La costruzione presenta almeno due tipi di presidio antisismico evidenti, consistenti nei contrafforti murari e nei tiranti orizzontali metallici. Nonostante la discreta regolarità planimetrica e degli alzati, nonché la presenza dei dispositivi antisismici menzionati, l’edificio è stato fortemente danneggiato dal sisma del 6 aprile scorso e ha subito alcuni collassi parziali. L’azione sismica ha messo in evidenza la disomogeneità delle murature e la vulnerabilità di alcune porzioni anomale della costruzione, che nascondevano irrazionalità esecutive (ad esempio i setti murari in falso e la presenza di trabeazioni lignee non continue o non sufficientemente vincolate). Nell’insieme, i meccanismi di danno più pericolosi (di primo modo) sono stati limitati a porzioni murarie ridotte e l’organismo ha potuto resistere erogando generalmente un opportuno comportamento scatolare; tuttavia l’azione sismica ha portato comunque a condizioni di sollecitazione troppo elevate con effetti localmente distruttivi. Uno degli aspetti più gravi di danneggiamento (diffuso su quasi tutte le murature) consiste nella perdita di continuità dei setti murari, oggi fortemente lesionati e a volte parzialmente dislocati. Altrove la discontinuità muraria si è determinata in corrispondenza dell’innesco di meccanismi di ribaltamento, a loro volta trattenuti dalla presenza dei tiranti; questi ultimi, pur non riuscendo a mantenere integra la muratura, hanno comunque evitato che il ribaltamento proseguisse con effetti devastanti. Altro dissesto particolarmente evidente è costituito dalla lesione dei fronti esterni in corrispondenza delle angolate,in cui si riconosce un meccanismo di ribaltamento, proprio sulla direzione prevalente dell’azione sismica individuata dal meccanismo focale della scossa del 6 aprile, forse incentivato da un concomitante effetto torsionale e limitato dai presidi antisismici presenti. Nell’edificio, oltre al collasso parziale di alcune tramezzature, si registra anche il crollo di alcuni elementi orizzontali: diverse controsoffittature antiche e moderne, due porzioni di volta muraria in foglio, un cassone idrico (crollato dal sottotetto con sfondamento del solaio). In particolare, risulta importante, ai fini conservativi dell’opera architettonica, la perdita della controsoffittatura della loggia, collassata non solo nella zona del ribaltamento ma nell’intera estensione del loggiato. La struttura è stata gravemente danneggiata dagli eventi sismici: nonostante la presenza dei dispositivi antisimici e il comportamento scatolare dell’edificio siano stati in grado di confinare i collassi ad alcune limitate porzioni, tutta la struttura muraria dei piani primo e secondo è stata fortemente indebolita da lesioni, deformazioni vistose, distacchi tra i paramenti, perdendo la solidità necessaria a garantirne una idonea resistenza. Un radicale intervento di recupero delle originarie capacità strutturali della muratura appare indispensabile.

L'Aquila, Palazzo Carli Benedetti. Fasi costruttive e storia sismica / DE CESARIS, Fabrizio; Bartolomucci, Carla. - In: ARKOS. - ISSN 1974-7950. - 20:(2009), pp. 73-79.

L'Aquila, Palazzo Carli Benedetti. Fasi costruttive e storia sismica

DE CESARIS, Fabrizio;BARTOLOMUCCI, Carla
2009

Abstract

Palazzo Carli Benedetti, disposto nel tratto più elevato del centro storico dell’Aquila, a poca distanza dalla chiesa di S. Maria di Paganica, ha riportato seri danni a seguito delle scosse relative al sisma del 6 aprile 2009. Il Palazzo, di particolare importanza per la qualità sia storica sia architettonica, occupa una rilevante porzione di un più vasto isolato e appare debolmente connesso con le altre fabbriche adiacenti. La planimetria è articolata su un quadrilatero rettangolare, con due volumi minori che ne prolungano le estremità; il quadrilatero principale presenta spigoli quasi retti, con lati composti da corpi di diverso spessore; la disposizione dei setti murari è sostanzialmente organizzata per giustapposizione di cellule murarie che risultano peraltro dimensionalmente irregolari. Gli elementi costruttivi strutturali, a causa della sovrapposizione delle fasi edificatorie, risultano disomogenei per tipologia, per dimensioni e spessori, per materiali. La costruzione presenta almeno due tipi di presidio antisismico evidenti, consistenti nei contrafforti murari e nei tiranti orizzontali metallici. Nonostante la discreta regolarità planimetrica e degli alzati, nonché la presenza dei dispositivi antisismici menzionati, l’edificio è stato fortemente danneggiato dal sisma del 6 aprile scorso e ha subito alcuni collassi parziali. L’azione sismica ha messo in evidenza la disomogeneità delle murature e la vulnerabilità di alcune porzioni anomale della costruzione, che nascondevano irrazionalità esecutive (ad esempio i setti murari in falso e la presenza di trabeazioni lignee non continue o non sufficientemente vincolate). Nell’insieme, i meccanismi di danno più pericolosi (di primo modo) sono stati limitati a porzioni murarie ridotte e l’organismo ha potuto resistere erogando generalmente un opportuno comportamento scatolare; tuttavia l’azione sismica ha portato comunque a condizioni di sollecitazione troppo elevate con effetti localmente distruttivi. Uno degli aspetti più gravi di danneggiamento (diffuso su quasi tutte le murature) consiste nella perdita di continuità dei setti murari, oggi fortemente lesionati e a volte parzialmente dislocati. Altrove la discontinuità muraria si è determinata in corrispondenza dell’innesco di meccanismi di ribaltamento, a loro volta trattenuti dalla presenza dei tiranti; questi ultimi, pur non riuscendo a mantenere integra la muratura, hanno comunque evitato che il ribaltamento proseguisse con effetti devastanti. Altro dissesto particolarmente evidente è costituito dalla lesione dei fronti esterni in corrispondenza delle angolate,in cui si riconosce un meccanismo di ribaltamento, proprio sulla direzione prevalente dell’azione sismica individuata dal meccanismo focale della scossa del 6 aprile, forse incentivato da un concomitante effetto torsionale e limitato dai presidi antisismici presenti. Nell’edificio, oltre al collasso parziale di alcune tramezzature, si registra anche il crollo di alcuni elementi orizzontali: diverse controsoffittature antiche e moderne, due porzioni di volta muraria in foglio, un cassone idrico (crollato dal sottotetto con sfondamento del solaio). In particolare, risulta importante, ai fini conservativi dell’opera architettonica, la perdita della controsoffittatura della loggia, collassata non solo nella zona del ribaltamento ma nell’intera estensione del loggiato. La struttura è stata gravemente danneggiata dagli eventi sismici: nonostante la presenza dei dispositivi antisimici e il comportamento scatolare dell’edificio siano stati in grado di confinare i collassi ad alcune limitate porzioni, tutta la struttura muraria dei piani primo e secondo è stata fortemente indebolita da lesioni, deformazioni vistose, distacchi tra i paramenti, perdendo la solidità necessaria a garantirne una idonea resistenza. Un radicale intervento di recupero delle originarie capacità strutturali della muratura appare indispensabile.
2009
L'Aquila; Palazzo Carli Benedetti; sismica; consolidamento; restauro; terremoto
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
L'Aquila, Palazzo Carli Benedetti. Fasi costruttive e storia sismica / DE CESARIS, Fabrizio; Bartolomucci, Carla. - In: ARKOS. - ISSN 1974-7950. - 20:(2009), pp. 73-79.
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