Il compito Stroop “color-word” pone a confronto un comportamento volontario – il nominare il colore con cui è presentata una parola che denomina un colore – con un comportamento automatico – la tendenza a leggere la parola. L’ipotesi di Besner et al. (2004) propone che alla base dello Stroop effect ci sia un set mentale, utilizzato per default dai lettori esperti. In particolare, quando viene presentata una stringa di lettere il focus dell’attenzione spaziale ricoprirebbe lo spazio occupato da tutte le lettere, che verrebbero quindi raggruppate ed elaborate come un unico stimolo-parola. Con l’intento di verificare l’ipotesi di Besner, si sono proposti due esperimenti in cui la parola-colore è stata presentata dopo un cue spaziale esogeno, utilizzato per manipolare l’ampiezza del focus attenzionale e la locazione dell’attenzione spaziale. In entrambi i compiti il target era la lettera centrale. I due compiti sono stati somministrati a 18 studenti universitari. Nel primo compito la lettera centrale era l’unica a essere colorata in modo diverso. Nel secondo le lettere erano tutte di colori diversi. Prima della stringa di lettere sono state presentate quattro condizioni di spatial cue, che catturavano l’attenzione sulla posizione del target o sulle lettere affiancanti il target. Una terza condizione catturava l’attenzione su tutte le lettere e l’ultima non presentava indizi spaziali. Delle ANOVA Cue (Valido, Invalido, Neutro, No-cue) x Effetto Stroop (Presente, Assente) hanno evidenziato in entrambi gli esperimenti un effetto Stroop (p<.0001), a prescindere dalla condizione di cue (p<.01). I risultati sembrano confutare l’interpretazione di Besner e colleghi. Infatti, anche se il cue spaziale esogeno è in grado di catturare l’attenzione anche quando c’è certezza spaziale sulla posizione del target, non sembra modulare la risoluzione del conflitto cognitivo derivante dal colore della lettera da nominare e dal significato della parola in cui la lettera è inserita.
Effetto di congruenza e cattura attenzionale: Evidenze da un compito Stroop con doppia interferenza / Sebastiani, M; Hommel, B; Raffone, Antonino; Casagrande, Maria. - STAMPA. - (2010), pp. 47-48.
Effetto di congruenza e cattura attenzionale: Evidenze da un compito Stroop con doppia interferenza
RAFFONE, Antonino;CASAGRANDE, Maria
2010
Abstract
Il compito Stroop “color-word” pone a confronto un comportamento volontario – il nominare il colore con cui è presentata una parola che denomina un colore – con un comportamento automatico – la tendenza a leggere la parola. L’ipotesi di Besner et al. (2004) propone che alla base dello Stroop effect ci sia un set mentale, utilizzato per default dai lettori esperti. In particolare, quando viene presentata una stringa di lettere il focus dell’attenzione spaziale ricoprirebbe lo spazio occupato da tutte le lettere, che verrebbero quindi raggruppate ed elaborate come un unico stimolo-parola. Con l’intento di verificare l’ipotesi di Besner, si sono proposti due esperimenti in cui la parola-colore è stata presentata dopo un cue spaziale esogeno, utilizzato per manipolare l’ampiezza del focus attenzionale e la locazione dell’attenzione spaziale. In entrambi i compiti il target era la lettera centrale. I due compiti sono stati somministrati a 18 studenti universitari. Nel primo compito la lettera centrale era l’unica a essere colorata in modo diverso. Nel secondo le lettere erano tutte di colori diversi. Prima della stringa di lettere sono state presentate quattro condizioni di spatial cue, che catturavano l’attenzione sulla posizione del target o sulle lettere affiancanti il target. Una terza condizione catturava l’attenzione su tutte le lettere e l’ultima non presentava indizi spaziali. Delle ANOVA Cue (Valido, Invalido, Neutro, No-cue) x Effetto Stroop (Presente, Assente) hanno evidenziato in entrambi gli esperimenti un effetto Stroop (p<.0001), a prescindere dalla condizione di cue (p<.01). I risultati sembrano confutare l’interpretazione di Besner e colleghi. Infatti, anche se il cue spaziale esogeno è in grado di catturare l’attenzione anche quando c’è certezza spaziale sulla posizione del target, non sembra modulare la risoluzione del conflitto cognitivo derivante dal colore della lettera da nominare e dal significato della parola in cui la lettera è inserita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.