SINTESI DELL'INTERVENTO tenuto al CONVEGNO: Quando si parla di architettura contemporanea in città, il pensiero corre subito ai grandi ‘pezzi’. L’arrivo dell’architettura contemporanea è lo ‘sbarco’ di un’opera magniloquente, è l’apparizione di una grande firma, è l’episodio d’eccezione. Certamente è affascinante ed esaltante ciò che di architettonico è già avvenuto e sta avvenendo nelle città del mondo. Da Berlino a Bilbao, da Barcellona ad Atene, da Tokyo ad Alessandria d’Egitto, a Roma e persino a Beirut: operazioni di estrema eccellenza ed evidenza, edifici singoli, grandi complessi, interi brani di città in ‘mani d’oro’. E’ però quanto mai importante che a questa nuova cultura del contemporaneo che si celebra nell’episodio eclatante e dai grandi riverberi, si affianchi una più estesa consuetudine ad affidarsi ai segni e alle parole nuove anche per affrontare casi e contesti di minor rilevanza ed impegno. Occorre che l’architettura contemporanea divenga modo del fare ordinario, tecnica e strumento del quotidiano impegno nella riqualificazione di realtà urbane ‘maggiori’ e ‘minori’, nelle città piccole come in quelle grandi, nelle capitali come nei micro-borghi. Occorre che, all’intervento che giganteggia e magnetizza, si affianchino tecniche d’azione più minute ....che l’architettura moderna conosce e padroneggia. E’ impellente raggiungere i contesti più distanti più gravati da presenza di vincoli. Occorre far reagire, con l’elasticità e il movimento della vasta gamma di categorie d’intervento di cui è ricca l’architettura contemporanea, i contesti più statici, quelli inchiodati ad un immobilismo storicista o ancora arrugginiti dal pregiudizio di un ‘moderno’ incauto ed impattivo. L’architettura contemporanea non è solo grandezza. Non è immagine e provocazione soltanto. Non è l’osare ma il continuare con modo e dovere il nostro compito costruttivo del mondo … L’architettura contemporanea come quella antica sa essere grande nella riflessione e nel silenzio. È capace di muovere piano, di accostarsi silenziosa, di medicare,di correggere di sparire. Basta parlare di città di passata bellezza, urge puntare su città di … … futura bellezza.
"Thanks to contemporary architecture. Architettura contemporanea e città di... futura bellezza" • Intervento al Convegno FOTOGRAMMI DI SOCIETA’ - Programma di incontri di formazione e cultura del CIRS Centro Interuniversitario per la Ricerca e lo Studio (Vicariato di Roma) – 30 gennaio 2008 / Dell'Aira, Paola Veronica. - (2008). (Intervento presentato al convegno Convegno FOTOGRAMMI DI SOCIETA’ - Programma di incontri di formazione e cultura del CIRS Centro Interuniversitario per la Ricerca e lo Studio (Vicariato di Roma) – 30 gennaio 2008 tenutosi a ROMA nel GENNAIO 2008).
"Thanks to contemporary architecture. Architettura contemporanea e città di... futura bellezza" • Intervento al Convegno FOTOGRAMMI DI SOCIETA’ - Programma di incontri di formazione e cultura del CIRS Centro Interuniversitario per la Ricerca e lo Studio (Vicariato di Roma) – 30 gennaio 2008
DELL'AIRA, Paola Veronica
2008
Abstract
SINTESI DELL'INTERVENTO tenuto al CONVEGNO: Quando si parla di architettura contemporanea in città, il pensiero corre subito ai grandi ‘pezzi’. L’arrivo dell’architettura contemporanea è lo ‘sbarco’ di un’opera magniloquente, è l’apparizione di una grande firma, è l’episodio d’eccezione. Certamente è affascinante ed esaltante ciò che di architettonico è già avvenuto e sta avvenendo nelle città del mondo. Da Berlino a Bilbao, da Barcellona ad Atene, da Tokyo ad Alessandria d’Egitto, a Roma e persino a Beirut: operazioni di estrema eccellenza ed evidenza, edifici singoli, grandi complessi, interi brani di città in ‘mani d’oro’. E’ però quanto mai importante che a questa nuova cultura del contemporaneo che si celebra nell’episodio eclatante e dai grandi riverberi, si affianchi una più estesa consuetudine ad affidarsi ai segni e alle parole nuove anche per affrontare casi e contesti di minor rilevanza ed impegno. Occorre che l’architettura contemporanea divenga modo del fare ordinario, tecnica e strumento del quotidiano impegno nella riqualificazione di realtà urbane ‘maggiori’ e ‘minori’, nelle città piccole come in quelle grandi, nelle capitali come nei micro-borghi. Occorre che, all’intervento che giganteggia e magnetizza, si affianchino tecniche d’azione più minute ....che l’architettura moderna conosce e padroneggia. E’ impellente raggiungere i contesti più distanti più gravati da presenza di vincoli. Occorre far reagire, con l’elasticità e il movimento della vasta gamma di categorie d’intervento di cui è ricca l’architettura contemporanea, i contesti più statici, quelli inchiodati ad un immobilismo storicista o ancora arrugginiti dal pregiudizio di un ‘moderno’ incauto ed impattivo. L’architettura contemporanea non è solo grandezza. Non è immagine e provocazione soltanto. Non è l’osare ma il continuare con modo e dovere il nostro compito costruttivo del mondo … L’architettura contemporanea come quella antica sa essere grande nella riflessione e nel silenzio. È capace di muovere piano, di accostarsi silenziosa, di medicare,di correggere di sparire. Basta parlare di città di passata bellezza, urge puntare su città di … … futura bellezza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.