La definizione del “bello ideale” implica una concezione dell’opera d’arte come progetto, come artifizio, e pone al centro dell’attenzione il “procedimento” di “organizzazione” del materiale artistico, insomma la dispositio. Ma nella “rappresentazione” si instaura una tensione tra il materiale poetico e l’ “ideale”. E il bello – secondo Winckelmann – è dato dalla semplicità nella varietà: Ma, essendo il bello «velato», non può essere che «intravisto» e quindi il processo di «rappresentazione» – ancorché «semplice» – non può essere diretto: la via per il bello è ellittica. Goethe si inserisce nel dibattito sul bello nell’arte e prende la natura come modello da imitare, però, nelle sue regole di “trasformazione” o metamorfosi delle “forme”. La sua concezione entra in crisi nel 1797 quando individua in Francoforte degli “oggetti dal grande significato simbolico” che esprimono il radicale cambiamento del paesaggio urbano da parte della borghesia. La storia irrompe nella natura e nel poetico. Il suo carteggio con Schiller tematizza questo ripensamento. Ma la vera acquisizione di Goethe consiste nel porre l’accento sulla visualità: l’artista si esprime attraverso “rappresentazioni” del naturale in cui il “procedimento” è più importante dell’ “oggetto” rappresentato.
Arte e natura: il cambio di paradigma nella poetica di Goethe / Ponzi, Mauro. - In: LINKS. - ISSN 1594-5359. - STAMPA. - VII:7(2007), pp. 13-36.
Arte e natura: il cambio di paradigma nella poetica di Goethe
PONZI, Mauro
2007
Abstract
La definizione del “bello ideale” implica una concezione dell’opera d’arte come progetto, come artifizio, e pone al centro dell’attenzione il “procedimento” di “organizzazione” del materiale artistico, insomma la dispositio. Ma nella “rappresentazione” si instaura una tensione tra il materiale poetico e l’ “ideale”. E il bello – secondo Winckelmann – è dato dalla semplicità nella varietà: Ma, essendo il bello «velato», non può essere che «intravisto» e quindi il processo di «rappresentazione» – ancorché «semplice» – non può essere diretto: la via per il bello è ellittica. Goethe si inserisce nel dibattito sul bello nell’arte e prende la natura come modello da imitare, però, nelle sue regole di “trasformazione” o metamorfosi delle “forme”. La sua concezione entra in crisi nel 1797 quando individua in Francoforte degli “oggetti dal grande significato simbolico” che esprimono il radicale cambiamento del paesaggio urbano da parte della borghesia. La storia irrompe nella natura e nel poetico. Il suo carteggio con Schiller tematizza questo ripensamento. Ma la vera acquisizione di Goethe consiste nel porre l’accento sulla visualità: l’artista si esprime attraverso “rappresentazioni” del naturale in cui il “procedimento” è più importante dell’ “oggetto” rappresentato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.