I processi di urbanizzazione, legati alle attività antropiche, stanno profondamente modificando la qualità dell’aria, soprattutto nel sistema urbano, entità spazio temporale definita dai livelli di integrazione dei suoi componenti. I fattori che influenzano la concentrazione degli inquinanti in area urbana sono molteplici ed includono: le caratteristiche climatiche, la tipologia delle sorgenti di emissioni, le caratteristiche urbanistiche, il volume e la tipologia del “verde”. Le specie arboree possono contribuire a ridurre gli effetti dell’inquinamento soprattutto attraverso la chioma, che occupando un volume attivo notevolmente più grande di quello del fusto, offre una maggiore superficie d’impatto; le foglie possono, inoltre, agire come filtri, rimuovendo parte degli inquinanti gassosi e particellari dall’atmosfera. In tale ambito vengono sintetizzati i risultati degli studi condotti dal 1979 ad oggi dal gruppo di ricerca della Prof. L. Gratani, sui livelli di inquinamento da metalli pesanti nella città di Roma, caratterizzata da un’elevata estensione dell’area urbanizzata, da un elevato volume di traffico e da un elevato volume di “verde”. L’identificazione del trend di variazione dei tratti strutturali e funzionali delle piante, in risposta ai diversi livelli di inquinamento, ha permesso di valutare la capacità adattativa delle specie allo stress da inquinamento. Allo stato attuale i risultati hanno permesso di identificare alcuni dei tratti fogliari quali il volume della chioma, la densità fogliare, la longevità fogliare, LMA, lo spessore della lamina fogliare, la fotosintesi netta, che variando significativamente al variare dei livelli di inquinamento, possono essere utilizzati per il biomonitoraggio. Questo tipo di approccio consente di definire modelli di funzionamento delle specie vegetali permettendo la distinzione tra specie sensibili, che possono essere utilizzate come bioindicatori, e specie tolleranti, che possono, invece, essere utilizzate come bioaccumulatori. La distinzione tra specie sensibili e tolleranti può indirizzare la scelta delle specie da usare per l’arredo urbano. La presenza, infatti, nelle aree urbane di specie “trappola” può contribuire a migliorare la qualità dell’aria grazie alla capacità di rimuovere gli inquinanti atmosferici.

Monitoraggio dei livelli di inquinamento in area urbana e ruolo delle piante nel migliorare la qualità dell'aria / Varone, Laura; Gratani, Loretta. - In: INFORMATORE BOTANICO ITALIANO. - ISSN 0020-0697. - STAMPA. - 37:(2005), pp. 256-257. (Intervento presentato al convegno 100 Congresso della SBI - Le Scienze Botaniche del XXI secolo tenutosi a Roma nel 20-23 Settembre 2005).

Monitoraggio dei livelli di inquinamento in area urbana e ruolo delle piante nel migliorare la qualità dell'aria.

VARONE, LAURA;GRATANI, Loretta
2005

Abstract

I processi di urbanizzazione, legati alle attività antropiche, stanno profondamente modificando la qualità dell’aria, soprattutto nel sistema urbano, entità spazio temporale definita dai livelli di integrazione dei suoi componenti. I fattori che influenzano la concentrazione degli inquinanti in area urbana sono molteplici ed includono: le caratteristiche climatiche, la tipologia delle sorgenti di emissioni, le caratteristiche urbanistiche, il volume e la tipologia del “verde”. Le specie arboree possono contribuire a ridurre gli effetti dell’inquinamento soprattutto attraverso la chioma, che occupando un volume attivo notevolmente più grande di quello del fusto, offre una maggiore superficie d’impatto; le foglie possono, inoltre, agire come filtri, rimuovendo parte degli inquinanti gassosi e particellari dall’atmosfera. In tale ambito vengono sintetizzati i risultati degli studi condotti dal 1979 ad oggi dal gruppo di ricerca della Prof. L. Gratani, sui livelli di inquinamento da metalli pesanti nella città di Roma, caratterizzata da un’elevata estensione dell’area urbanizzata, da un elevato volume di traffico e da un elevato volume di “verde”. L’identificazione del trend di variazione dei tratti strutturali e funzionali delle piante, in risposta ai diversi livelli di inquinamento, ha permesso di valutare la capacità adattativa delle specie allo stress da inquinamento. Allo stato attuale i risultati hanno permesso di identificare alcuni dei tratti fogliari quali il volume della chioma, la densità fogliare, la longevità fogliare, LMA, lo spessore della lamina fogliare, la fotosintesi netta, che variando significativamente al variare dei livelli di inquinamento, possono essere utilizzati per il biomonitoraggio. Questo tipo di approccio consente di definire modelli di funzionamento delle specie vegetali permettendo la distinzione tra specie sensibili, che possono essere utilizzate come bioindicatori, e specie tolleranti, che possono, invece, essere utilizzate come bioaccumulatori. La distinzione tra specie sensibili e tolleranti può indirizzare la scelta delle specie da usare per l’arredo urbano. La presenza, infatti, nelle aree urbane di specie “trappola” può contribuire a migliorare la qualità dell’aria grazie alla capacità di rimuovere gli inquinanti atmosferici.
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