Gli ecosistemi di tipo mediterraneo sono caratterizzati da un’elevata diversità di specie, che riflette le differenti strategie adattative, in risposta ai fattori di stress. Lo scopo della presente ricerca è stato quello di analizzare la struttura ed il modello di aggregazione delle specie della Macchia mediterranea, che si sviluppa lungo il tratto di costa presente all’interno della Tenuta di Castelporziano (S – SW di Roma). Lo studio è stato condotto in aree campione (ciascuna di 100 m2). In ciascuna area sono stati considerati i seguenti parametri: altezza e volume dei cespugli, volume della corona fotosintetizzante e indice di area fogliare (LAI). A livello di specie è stata analizzata la superficie fogliare totale per ciascun individuo e per ciascuna specie, la superficie fogliare specifica (SLA, data dal rapporto fra la superficie fogliare e il peso secco), la massa fogliare specifica (LMA, data dal rapporto fra il peso secco e la superficie fogliare), l’LTD (dal rapporto fra il peso secco e il volume fogliare) e la longevità fogliare. I risultati dell’analisi strutturale hanno permesso di suddividere i cespugli in tre classi dimensionali (piccoli, medi e grandi), di cui l’86 % è formato da un minimo di due ad un massimo di 10 specie. Tra le specie costituenti C. incanus è quella più frequente ed è presente in tutte le classi dimensionali, mentre E. arborea è quella a più bassa frequenza ed è esclusiva dei cespugli grandi. A livello fogliare sono stati osservati i valori più elevati di LMA e di LTD in E. multiflora, seguita da Q. ilex, P. latifolia, P. lentiscus e R. officinalis ed i più bassi in A. unedo, C. incanus ed E. arborea. Il cambiamento climatico in atto, potrebbe determinare un aumento dello stress da aridità, variando i rapporti inter ed intraspecifici, con ripercussioni sulla presenza e densità delle specie, che potrebbero essere messe precocemente in evidenza attraverso il monitoraggio strutturale degli arbusti della macchia.
Variazioni spaziali della struttura della macchia mediterranea e cambiamento climatico / Varone, Laura; Gratani, Loretta. - STAMPA. - (2008), pp. 40-41. (Intervento presentato al convegno DICIOTTESIMO CONGRESSO NAZIONALE DELLA S.IT.E. - Ecologia, emergenza, pianificazione tenutosi a PARMA nel 1-3 settembre 2008).
Variazioni spaziali della struttura della macchia mediterranea e cambiamento climatico
VARONE, LAURA;GRATANI, Loretta
2008
Abstract
Gli ecosistemi di tipo mediterraneo sono caratterizzati da un’elevata diversità di specie, che riflette le differenti strategie adattative, in risposta ai fattori di stress. Lo scopo della presente ricerca è stato quello di analizzare la struttura ed il modello di aggregazione delle specie della Macchia mediterranea, che si sviluppa lungo il tratto di costa presente all’interno della Tenuta di Castelporziano (S – SW di Roma). Lo studio è stato condotto in aree campione (ciascuna di 100 m2). In ciascuna area sono stati considerati i seguenti parametri: altezza e volume dei cespugli, volume della corona fotosintetizzante e indice di area fogliare (LAI). A livello di specie è stata analizzata la superficie fogliare totale per ciascun individuo e per ciascuna specie, la superficie fogliare specifica (SLA, data dal rapporto fra la superficie fogliare e il peso secco), la massa fogliare specifica (LMA, data dal rapporto fra il peso secco e la superficie fogliare), l’LTD (dal rapporto fra il peso secco e il volume fogliare) e la longevità fogliare. I risultati dell’analisi strutturale hanno permesso di suddividere i cespugli in tre classi dimensionali (piccoli, medi e grandi), di cui l’86 % è formato da un minimo di due ad un massimo di 10 specie. Tra le specie costituenti C. incanus è quella più frequente ed è presente in tutte le classi dimensionali, mentre E. arborea è quella a più bassa frequenza ed è esclusiva dei cespugli grandi. A livello fogliare sono stati osservati i valori più elevati di LMA e di LTD in E. multiflora, seguita da Q. ilex, P. latifolia, P. lentiscus e R. officinalis ed i più bassi in A. unedo, C. incanus ed E. arborea. Il cambiamento climatico in atto, potrebbe determinare un aumento dello stress da aridità, variando i rapporti inter ed intraspecifici, con ripercussioni sulla presenza e densità delle specie, che potrebbero essere messe precocemente in evidenza attraverso il monitoraggio strutturale degli arbusti della macchia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.