In Italia, nelle aree urbane, i problemi indotti dallo sviluppo incontrollato della mobilità veicolare hanno influenzato negativamente la qualità della vita di pedoni e ciclisti. Il miglioramento delle condizioni di esercizio e l’incentivazione della mobilità pedonale sono obiettivi sinergici che richiedono due tipi di azione: una che renda antieconomico e scomodo lo spostamento motorizzato, l’altra che favorisca gli scambi intermodali e il comfort del cammino. Nella pratica progettuale ed attuativa esistono due tendenze: una favorevole alla separazione e l’altra all’integrazione dei flussi veicolari con quelli ciclo-pedonali. Secondo alcuni, la separazione porta a comportamenti aggressivi degli utenti stradali e quindi a situazioni di pericolo nei punti di conflitto. Da qui nascono le teorie a favore dell’integrazione delle utenze, mediante le tecniche della moderazione del traffico. La verità sembra essere nel mezzo: quando velocità e volumi di traffico motorizzato sono bassi, l’integrazione dei flussi è un’ottima soluzione; quando lo spazio viario è esiguo, e tende ad essere invaso dai veicoli in sosta, la separazione delle sedi può garantire i minimi vitali per la funzionalità e la sicurezza. Nell’articolo vengono esposte le riflessioni derivate dagli studi sviluppati nell’ambito della ricerca COFIN 1999 “Sicurezza e qualità nelle aree urbane: strategie, strumenti e tecniche per l’incentivazione della mobilità pedonale”, nonché alcuni esempi differenti, anche per l’impegno economico, per il miglioramento di una tipologia frequente di intersezione urbana.
Riqualificazione funzionale delle infrastrutture per la mobilità pedonale / Corazza, MARIA VITTORIA; D'Andrea, Antonio; DI MASCIO, Paola. - STAMPA. - 1:(2002), pp. 320-339. (Intervento presentato al convegno Riqualificazione funzionale e sicurezza del sistema viario tenutosi a Parma nel 30- 31 ottobre 2002).
Riqualificazione funzionale delle infrastrutture per la mobilità pedonale
CORAZZA, MARIA VITTORIA;D'ANDREA, Antonio;DI MASCIO, Paola
2002
Abstract
In Italia, nelle aree urbane, i problemi indotti dallo sviluppo incontrollato della mobilità veicolare hanno influenzato negativamente la qualità della vita di pedoni e ciclisti. Il miglioramento delle condizioni di esercizio e l’incentivazione della mobilità pedonale sono obiettivi sinergici che richiedono due tipi di azione: una che renda antieconomico e scomodo lo spostamento motorizzato, l’altra che favorisca gli scambi intermodali e il comfort del cammino. Nella pratica progettuale ed attuativa esistono due tendenze: una favorevole alla separazione e l’altra all’integrazione dei flussi veicolari con quelli ciclo-pedonali. Secondo alcuni, la separazione porta a comportamenti aggressivi degli utenti stradali e quindi a situazioni di pericolo nei punti di conflitto. Da qui nascono le teorie a favore dell’integrazione delle utenze, mediante le tecniche della moderazione del traffico. La verità sembra essere nel mezzo: quando velocità e volumi di traffico motorizzato sono bassi, l’integrazione dei flussi è un’ottima soluzione; quando lo spazio viario è esiguo, e tende ad essere invaso dai veicoli in sosta, la separazione delle sedi può garantire i minimi vitali per la funzionalità e la sicurezza. Nell’articolo vengono esposte le riflessioni derivate dagli studi sviluppati nell’ambito della ricerca COFIN 1999 “Sicurezza e qualità nelle aree urbane: strategie, strumenti e tecniche per l’incentivazione della mobilità pedonale”, nonché alcuni esempi differenti, anche per l’impegno economico, per il miglioramento di una tipologia frequente di intersezione urbana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.