Il presente lavoro si inserisce nel più ampio dibattito accademico sulla legittimità dell'esistenza della Sociologia dei Beni Culturali. È la stessa origine del nome a essere investigata, attraverso l'analisi dei singoli termini e la loro contestualizzazione nella società tardo-moderna. Vengono poi esplorati alcuni specifici aspetti della disciplina: l'impegno contro il deterioramento dei Beni Culturali, il tentativo di renderli economicamente produttivi, l'approfondimento di alcune dimensioni relative all'Arte e alla Cultura. In questo senso, vengono avanzate ipotesi sulla "de-sacralizzazione" dei musei e dei luoghi d'arte, l'articolazione del patrimonio storico-culturale, la riscoperta della cultura popolare, fino alla definizione del senso dei Beni Culturali. I Beni Culturali come luogo della coscienza collettiva di un popolo e di una civiltà rappresentano una sfida ardita, ma possibile, secondo gli Autori. Si sta giocando una partita importante, il cui esito non consiste solamente nel definire quale sia un Bene Culturale e quale non lo sia: al di là delle premesse che sono illustrate nell'articolo, l'inclusione o meno di un monumento nel paniere dei Beni Culturali dipende spesso da un negoziato tra enti locali, sovrintendenze e ministeri. Consolidate ricerche empiriche - pure citate nell'articolo - hanno dimostrato, però, che laddove la coscienza collettiva è forte, la questione dei Beni Culturali è stabilmente presente nel quadro delle azioni pubbliche e i Beni Culturali sono riconosciuti come tali dalla comunità, non solo dalle disposizioni normative.
Towards a Phenomenology of Cultural Heritage / DE NARDIS, Paolo; L., Alteri. - In: CONSERVATION SCIENCE IN CULTURAL HERITAGE. - ISSN 1974-4951. - STAMPA. - 10:(2010), pp. 117-142.
Towards a Phenomenology of Cultural Heritage
DE NARDIS, Paolo;L. Alteri
2010
Abstract
Il presente lavoro si inserisce nel più ampio dibattito accademico sulla legittimità dell'esistenza della Sociologia dei Beni Culturali. È la stessa origine del nome a essere investigata, attraverso l'analisi dei singoli termini e la loro contestualizzazione nella società tardo-moderna. Vengono poi esplorati alcuni specifici aspetti della disciplina: l'impegno contro il deterioramento dei Beni Culturali, il tentativo di renderli economicamente produttivi, l'approfondimento di alcune dimensioni relative all'Arte e alla Cultura. In questo senso, vengono avanzate ipotesi sulla "de-sacralizzazione" dei musei e dei luoghi d'arte, l'articolazione del patrimonio storico-culturale, la riscoperta della cultura popolare, fino alla definizione del senso dei Beni Culturali. I Beni Culturali come luogo della coscienza collettiva di un popolo e di una civiltà rappresentano una sfida ardita, ma possibile, secondo gli Autori. Si sta giocando una partita importante, il cui esito non consiste solamente nel definire quale sia un Bene Culturale e quale non lo sia: al di là delle premesse che sono illustrate nell'articolo, l'inclusione o meno di un monumento nel paniere dei Beni Culturali dipende spesso da un negoziato tra enti locali, sovrintendenze e ministeri. Consolidate ricerche empiriche - pure citate nell'articolo - hanno dimostrato, però, che laddove la coscienza collettiva è forte, la questione dei Beni Culturali è stabilmente presente nel quadro delle azioni pubbliche e i Beni Culturali sono riconosciuti come tali dalla comunità, non solo dalle disposizioni normative.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.