The paper examines the problem of identifying the time when the name of the suspect of the crime must be officially protocolled
Nel lavoro si esamina il problema della sindacabilità dell’iscrizione soggettiva alla luce dell’art. 63 c.p.p. Traendo spunto dalla pronuncia delle Sezioni Unite, si cerca di individuare il presupposto oggettivo che obbliga il p.m. a iscrivere il nominativo dell’indagato nel registro della notizia di reato, al fine di ammettere su tale adempimento un sindacato del giudice non invasivo delle scelte investigative del p.m. Su tale punto, pare risolutivo l’art. 63 comma 2 c.p.p., che sembra imporre l’iscrizione nel momento in cui si decide di ascoltare una persona già indiziata di reato. Inoltre, si analizzano le complesse conseguenze prodotte da un’eventuale retrodatazione: non solo l’inutilizzabilità degli atti divenuti tardivi, ma anche la possibilità di considerare come validi atti di indagine ab origine invalidi. Infine, si delineano i presupposti necessari perché la Corte di legittimità possa qualificare un atto investigativo come tardivo e come decisivo.
Iscrizione soggettiva, indizi di reità e decisività degli atti investigativi tardivi / Aprati, Roberta. - In: CASSAZIONE PENALE. - ISSN 1125-856X. - 11:(2009), pp. 4148-4156.
Iscrizione soggettiva, indizi di reità e decisività degli atti investigativi tardivi
APRATI, ROBERTA
2009
Abstract
The paper examines the problem of identifying the time when the name of the suspect of the crime must be officially protocolledI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.