Un ampio range di sostanze chimiche, note e/o di nuova generazione, è prodotto ogni anno per gli scopi più vari e riversato nell’ambiente con conseguenze spesso non prevedibili. Ne sono un significativo esempio i fitofarmaci ed i contaminanti emergenti che, per la loro comune possibilità di raggiungere l’ambiente acquatico e le risorse idropotabili attraverso numerose vie, sono oggetto di studio continuo da parte della comunità scientifica internazionale. Mentre i fitofarmaci costituiscono una problematica ambientale nota fin dagli anni ´60, regolata da leggi e normative, i contaminanti emergenti, pur avendo origini anche più remote, erano fuori da eventuali studi di monitoraggio ambientale fino a qualche decennio fa. Ciò spiega la mancanza di normative che impongano limiti alla loro presenza nell’ambiente e che le metodologie proposte per la valutazione del rischio ambientale ad esse associato siano ancora in fase di sviluppo. Il presente lavoro è stato rivolto alla determinazione di alcuni tra i chemicals più utilizzati nel nostro paese e rilasciati nell’ambiente a livello di tracce, con lo scopo di ottenere un quadro, seppur ristretto, della “contaminazione multi-residuale” alla quale siamo esposti. Considerato lo stato di degradazione in cui si trovano le acque superficiali italiane, nonché quelle di falda e ad uso umano in generale, lo studio ha cercato di essere più ampio possibile andando ad esaminare non solo le acque superficiali, ma anche quelle potabili e minerali, comparti particolarmente sensibili, in quanto facilmente raggiungibili dagli xenobiotici riversati nell’ambiente. E’ stata quindi sviluppata e validata una metodica analitica basata sulla cromatografia liquida accoppiata alla spettrometria di massa tandem (LC-MS-MS), per la determinazione in matrice acquosa di alcuni erbicidi (MCPA, 2,4 D, dicamba, bentazone) e di diversi farmaci ad uso umano ed animale (ibuprofene, diclofenac, nimesulide, indometacina, chetoprofene, naprossene, acido tolfenamico, acido meclofenamico, acido clofibrico, idroclorotiazide); queste sostanze, pur avendo caratteristiche chimico-fisiche diverse sono state scelte perchè particolarmente rappresentative della contaminazione antropogenica. Dopo la fase di estrazione degli analiti, su cartucce OASIS HLB, la separazione cromatografica era realizzata con colonna C18 narrow-bore (150 mm x 2.1 mm i.d.; 5µm) usando dibutilammina come agente di coppia ionica. L’identificazione e l’analisi quantitativa erano condotte rivelando gli analiti mediante sorgente electrospray in ionizzazione negativa, selezionando per ciascun analita due transizioni SRM (Selected-Reaction-Monitoring). Il metodo sviluppato è stato poi applicato all’analisi di diversi campioni di acque superficiali, minerali e potabili; i risultati ottenuti mostrano un quadro di contaminazione abbastanza preoccupante soprattutto per lo stato di alcuni corsi d’acqua risultati positivi sia ai farmaci che agli erbicidi.
Determinazione simultanea di erbicidi e contaminanti emergenti in acque superficiali, potabili e minerali mediante HPLC tandem MS / Perret, Daniela; Caretti, Fulvia; Gentili, Alessandra. - STAMPA. - (2011), p. 22. (Intervento presentato al convegno Incontri di Scienza delle Separazioni-Il contributo della scienza delle separazioni alle problematiche ambientali tenutosi a Torino, Italy nel 4-5 Maggio 2011).
Determinazione simultanea di erbicidi e contaminanti emergenti in acque superficiali, potabili e minerali mediante HPLC tandem MS
PERRET, Daniela;CARETTI, Fulvia;GENTILI, Alessandra
2011
Abstract
Un ampio range di sostanze chimiche, note e/o di nuova generazione, è prodotto ogni anno per gli scopi più vari e riversato nell’ambiente con conseguenze spesso non prevedibili. Ne sono un significativo esempio i fitofarmaci ed i contaminanti emergenti che, per la loro comune possibilità di raggiungere l’ambiente acquatico e le risorse idropotabili attraverso numerose vie, sono oggetto di studio continuo da parte della comunità scientifica internazionale. Mentre i fitofarmaci costituiscono una problematica ambientale nota fin dagli anni ´60, regolata da leggi e normative, i contaminanti emergenti, pur avendo origini anche più remote, erano fuori da eventuali studi di monitoraggio ambientale fino a qualche decennio fa. Ciò spiega la mancanza di normative che impongano limiti alla loro presenza nell’ambiente e che le metodologie proposte per la valutazione del rischio ambientale ad esse associato siano ancora in fase di sviluppo. Il presente lavoro è stato rivolto alla determinazione di alcuni tra i chemicals più utilizzati nel nostro paese e rilasciati nell’ambiente a livello di tracce, con lo scopo di ottenere un quadro, seppur ristretto, della “contaminazione multi-residuale” alla quale siamo esposti. Considerato lo stato di degradazione in cui si trovano le acque superficiali italiane, nonché quelle di falda e ad uso umano in generale, lo studio ha cercato di essere più ampio possibile andando ad esaminare non solo le acque superficiali, ma anche quelle potabili e minerali, comparti particolarmente sensibili, in quanto facilmente raggiungibili dagli xenobiotici riversati nell’ambiente. E’ stata quindi sviluppata e validata una metodica analitica basata sulla cromatografia liquida accoppiata alla spettrometria di massa tandem (LC-MS-MS), per la determinazione in matrice acquosa di alcuni erbicidi (MCPA, 2,4 D, dicamba, bentazone) e di diversi farmaci ad uso umano ed animale (ibuprofene, diclofenac, nimesulide, indometacina, chetoprofene, naprossene, acido tolfenamico, acido meclofenamico, acido clofibrico, idroclorotiazide); queste sostanze, pur avendo caratteristiche chimico-fisiche diverse sono state scelte perchè particolarmente rappresentative della contaminazione antropogenica. Dopo la fase di estrazione degli analiti, su cartucce OASIS HLB, la separazione cromatografica era realizzata con colonna C18 narrow-bore (150 mm x 2.1 mm i.d.; 5µm) usando dibutilammina come agente di coppia ionica. L’identificazione e l’analisi quantitativa erano condotte rivelando gli analiti mediante sorgente electrospray in ionizzazione negativa, selezionando per ciascun analita due transizioni SRM (Selected-Reaction-Monitoring). Il metodo sviluppato è stato poi applicato all’analisi di diversi campioni di acque superficiali, minerali e potabili; i risultati ottenuti mostrano un quadro di contaminazione abbastanza preoccupante soprattutto per lo stato di alcuni corsi d’acqua risultati positivi sia ai farmaci che agli erbicidi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.