Negli ultimi anni, le metodologie per l’analisi dei rischi ambientali hanno subito un notevole sviluppo, soprattutto dopo l’evento di Chernobyl. Ma già dal 1974 vengono utilizzati codici di calcolo specifici che, sulla base degli scarichi radioattivi effettuati, consentono di valutare le dosi annue ai gruppi di riferimento e a particolari organi. L’analisi dei casi di studio è preceduta da un’attenta valutazione ambientale del sito in cui viene installato un insediamento nucleare, prima, durante e dopo l’esercizio. Attraverso uno studio accurato delle caratteristiche del territorio, del gruppo critico e delle abitudini alimentari, si può procedere alla modellizzazione dello scenario di riferimento. L’analisi sperimentale si riferisce alla valutazione d’impatto radiologico di un impianto nucleare in cui sono presenti diverse tipologie di rifiuti, prodotti dal normale esercizio dell’impianto e quindi emessi in ambiente oppure prodotti da un evento incidentale. I depositi di rifiuti nucleari, sono sottoposti, come gli impianti stessi, alla valutazione d’impatto radiologico, in modo tale da salvaguardare sia la popolazione ubicata nei pressi del sito, che il personale addetto all’esercizio; a tale scopo viene proposto uno studio parametrico, per l’analisi dei criteri di sicurezza nello stoccaggio di quelle tipologie di rifiuti e determinare i valori massimi di attività detenibili. La quantità massima di radioattività detenibile, per ogni radionuclide considerato, è stata definita come quella in grado di comportare, in caso di massimo evento incidentale ipotizzabile, un impatto radiologico sugli individui della popolazione non superiore a quello assunto come valore di riferimento (D.Lgs 241/00).

Negli ultimi anni, le metodologie per l’analisi dei rischi ambientali hanno subito un notevole sviluppo, soprattutto dopo l’evento di Chernobyl. Ma già dal 1974 vengono utilizzati codici di calcolo specifici che, sulla base degli scarichi radioattivi effettuati, consentono di valutare le dosi annue ai gruppi di riferimento e a particolari organi. L’analisi dei casi di studio è preceduta da un’attenta valutazione ambientale del sito in cui viene installato un insediamento nucleare, prima, durante e dopo l’esercizio. Attraverso uno studio accurato delle caratteristiche del territorio, del gruppo critico e delle abitudini alimentari, si può procedere alla modellizzazione dello scenario di riferimento. L’analisi sperimentale si riferisce alla valutazione d’impatto radiologico di un impianto nucleare in cui sono presenti diverse tipologie di rifiuti, prodotti dal normale esercizio dell’impianto e quindi emessi in ambiente oppure prodotti da un evento incidentale. I depositi di rifiuti nucleari, sono sottoposti, come gli impianti stessi, alla valutazione d’impatto radiologico, in modo tale da salvaguardare sia la popolazione ubicata nei pressi del sito, che il personale addetto all’esercizio; a tale scopo viene proposto uno studio parametrico, per l’analisi dei criteri di sicurezza nello stoccaggio di quelle tipologie di rifiuti e determinare i valori massimi di attività detenibili. La quantità massima di radioattività detenibile, per ogni radionuclide considerato, è stata definita come quella in grado di comportare, in caso di massimo evento incidentale ipotizzabile, un impatto radiologico sugli individui della popolazione non superiore a quello assunto come valore di riferimento (D.Lgs 241/00).

ANALISI PARAMETRICA E MODELLIZZAZIONE DI AREE INTERESSATE DA EMISSIONI RADIOCHIMICHE, PROGRAMMATE O INCIDENTALI, DA IMPIANTI NUCLEARI: VALUTAZIONI PREVENTIVE D’IMPATTO RADIOLOGICO SUI GRUPPI CRITICI DELLA POPOLAZIONE / Ippolito, Rosaria. - 1:(2008), pp. 403-409. (Intervento presentato al convegno 8° CONGRESSO NAZIONALE CIRIAF tenutosi a Perugia).

ANALISI PARAMETRICA E MODELLIZZAZIONE DI AREE INTERESSATE DA EMISSIONI RADIOCHIMICHE, PROGRAMMATE O INCIDENTALI, DA IMPIANTI NUCLEARI: VALUTAZIONI PREVENTIVE D’IMPATTO RADIOLOGICO SUI GRUPPI CRITICI DELLA POPOLAZIONE

IPPOLITO, ROSARIA
Primo
Writing – Review & Editing
2008

Abstract

Negli ultimi anni, le metodologie per l’analisi dei rischi ambientali hanno subito un notevole sviluppo, soprattutto dopo l’evento di Chernobyl. Ma già dal 1974 vengono utilizzati codici di calcolo specifici che, sulla base degli scarichi radioattivi effettuati, consentono di valutare le dosi annue ai gruppi di riferimento e a particolari organi. L’analisi dei casi di studio è preceduta da un’attenta valutazione ambientale del sito in cui viene installato un insediamento nucleare, prima, durante e dopo l’esercizio. Attraverso uno studio accurato delle caratteristiche del territorio, del gruppo critico e delle abitudini alimentari, si può procedere alla modellizzazione dello scenario di riferimento. L’analisi sperimentale si riferisce alla valutazione d’impatto radiologico di un impianto nucleare in cui sono presenti diverse tipologie di rifiuti, prodotti dal normale esercizio dell’impianto e quindi emessi in ambiente oppure prodotti da un evento incidentale. I depositi di rifiuti nucleari, sono sottoposti, come gli impianti stessi, alla valutazione d’impatto radiologico, in modo tale da salvaguardare sia la popolazione ubicata nei pressi del sito, che il personale addetto all’esercizio; a tale scopo viene proposto uno studio parametrico, per l’analisi dei criteri di sicurezza nello stoccaggio di quelle tipologie di rifiuti e determinare i valori massimi di attività detenibili. La quantità massima di radioattività detenibile, per ogni radionuclide considerato, è stata definita come quella in grado di comportare, in caso di massimo evento incidentale ipotizzabile, un impatto radiologico sugli individui della popolazione non superiore a quello assunto come valore di riferimento (D.Lgs 241/00).
2008
8° CONGRESSO NAZIONALE CIRIAF
Negli ultimi anni, le metodologie per l’analisi dei rischi ambientali hanno subito un notevole sviluppo, soprattutto dopo l’evento di Chernobyl. Ma già dal 1974 vengono utilizzati codici di calcolo specifici che, sulla base degli scarichi radioattivi effettuati, consentono di valutare le dosi annue ai gruppi di riferimento e a particolari organi. L’analisi dei casi di studio è preceduta da un’attenta valutazione ambientale del sito in cui viene installato un insediamento nucleare, prima, durante e dopo l’esercizio. Attraverso uno studio accurato delle caratteristiche del territorio, del gruppo critico e delle abitudini alimentari, si può procedere alla modellizzazione dello scenario di riferimento. L’analisi sperimentale si riferisce alla valutazione d’impatto radiologico di un impianto nucleare in cui sono presenti diverse tipologie di rifiuti, prodotti dal normale esercizio dell’impianto e quindi emessi in ambiente oppure prodotti da un evento incidentale. I depositi di rifiuti nucleari, sono sottoposti, come gli impianti stessi, alla valutazione d’impatto radiologico, in modo tale da salvaguardare sia la popolazione ubicata nei pressi del sito, che il personale addetto all’esercizio; a tale scopo viene proposto uno studio parametrico, per l’analisi dei criteri di sicurezza nello stoccaggio di quelle tipologie di rifiuti e determinare i valori massimi di attività detenibili. La quantità massima di radioattività detenibile, per ogni radionuclide considerato, è stata definita come quella in grado di comportare, in caso di massimo evento incidentale ipotizzabile, un impatto radiologico sugli individui della popolazione non superiore a quello assunto come valore di riferimento (D.Lgs 241/00).
VALUTAZIONE, RISCHIO AMBIENTALE, INCIDENTE NUCLEARE, FRAMES, CODICE CALCOLO, RADIOPROTEZIONE , VALUTAZIONE RADIOLOGICA, RADIOATTIVITÀ , RIFIUTI NUCLEARI
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
ANALISI PARAMETRICA E MODELLIZZAZIONE DI AREE INTERESSATE DA EMISSIONI RADIOCHIMICHE, PROGRAMMATE O INCIDENTALI, DA IMPIANTI NUCLEARI: VALUTAZIONI PREVENTIVE D’IMPATTO RADIOLOGICO SUI GRUPPI CRITICI DELLA POPOLAZIONE / Ippolito, Rosaria. - 1:(2008), pp. 403-409. (Intervento presentato al convegno 8° CONGRESSO NAZIONALE CIRIAF tenutosi a Perugia).
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