L’esposizione al radon nei luoghi chiusi costituisce la maggiore fonte di rischio da radiazioni ionizzanti per la popolazione. A livello mondiale, ove si valuta una concentrazione media di circa 40 Bq/m3, il radon contribuisce per circa il 43 % alla dose efficace totale . In Italia, la concentrazione media, valutata a seguito di un’indagine nazionale condotta tra la fine degli anni 80 e i primi degli anni 90 dall’ANPA, dall’ISS e dalle regioni, è risultata 70 Bq/m3. La tecnica di misura della concentrazione di radon maggiormente utilizzata in tutto il mondo, è basata sui rivelatori di tracce nucleari a stato solido - SSNTD’s - in particolare per la loro proprietà di integrare la concentrazione di radon per lunghi periodi di esposizione (mesi) e per la possibilità di effettuare molte misure contemporaneamente. L’APAT ha programmato un’attività di studio sulla metodologia per la individuazione delle zone ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon. Sono previste circa 12.000 misure in 3.000 abitazioni delle province di Roma e Viterbo. Nell’ambito di questo studio il presente lavoro ha riguardato la caratterizzazione di circa 20.000 rivelatori di tipo PADC (carbonato poliallico diglicolico) noti con la sigla CR39 che saranno utilizzati nell’indagine. In particolare sono stati analizzati la riproducibilità del fondo e della efficienza dei rivelatori, è stata effettuata una taratura e sono riportati i risultati di una partecipazione ad un esercizio di interconfronto internazionale.
Caratterizzazione di rivelatori di tracce nucleari per la misura di radon indoor / Ippolito, Rosaria; Cavaioli, M; Leone, P.. - (2005), pp. 89-96. (Intervento presentato al convegno 6° CONGRESSO NAZIONALE CIRIAF, SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DELL’AMBIENTE E DELLA SALUTE UMANA tenutosi a Perugia).
Caratterizzazione di rivelatori di tracce nucleari per la misura di radon indoor
IPPOLITO, ROSARIA
Primo
Writing – Review & Editing
;
2005
Abstract
L’esposizione al radon nei luoghi chiusi costituisce la maggiore fonte di rischio da radiazioni ionizzanti per la popolazione. A livello mondiale, ove si valuta una concentrazione media di circa 40 Bq/m3, il radon contribuisce per circa il 43 % alla dose efficace totale . In Italia, la concentrazione media, valutata a seguito di un’indagine nazionale condotta tra la fine degli anni 80 e i primi degli anni 90 dall’ANPA, dall’ISS e dalle regioni, è risultata 70 Bq/m3. La tecnica di misura della concentrazione di radon maggiormente utilizzata in tutto il mondo, è basata sui rivelatori di tracce nucleari a stato solido - SSNTD’s - in particolare per la loro proprietà di integrare la concentrazione di radon per lunghi periodi di esposizione (mesi) e per la possibilità di effettuare molte misure contemporaneamente. L’APAT ha programmato un’attività di studio sulla metodologia per la individuazione delle zone ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon. Sono previste circa 12.000 misure in 3.000 abitazioni delle province di Roma e Viterbo. Nell’ambito di questo studio il presente lavoro ha riguardato la caratterizzazione di circa 20.000 rivelatori di tipo PADC (carbonato poliallico diglicolico) noti con la sigla CR39 che saranno utilizzati nell’indagine. In particolare sono stati analizzati la riproducibilità del fondo e della efficienza dei rivelatori, è stata effettuata una taratura e sono riportati i risultati di una partecipazione ad un esercizio di interconfronto internazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.