L‟ipotesi del blindfeel (cecità all‟emozione) (1) riconduce l‟alessitimia (2) a una disconnessione funzionale tra le aree sottocorticali, deputate all‟elaborazione emotiva degli stimoli, e la corteccia cingolata anteriore, che medierebbe l‟attenzione consapevole verso le componenti cognitive e emozionali dello stimolo (3). Tale modello non spiega tuttavia quali meccanismi cognitivi sarebbero responsabili di questa cecità all‟emozione. Si può ipotizzare che quest‟ultima possa dipendere da fattori attenzionali e dunque riformulare l‟ipotesi di Lane in termini di inattenzione emozionale. In tal caso, i soggetti alessitimici (A), rispetto ai non-alessitimici (No-A), dovrebbero presentare una maggiore Change Blindness (cecità al cambiamento; CB) per stimoli emotigeni. La CB si riferisce a quel sorprendente fenomeno per cui un osservatore non rileva un cambiamento, anche vistoso, in una scena visiva che gli viene presentata (4). Metodologia Per verificare tale ipotesi, abbiamo usato due paradigmi tipici della CB: il Flicker (FL: una rapida presentazione sequenziale di due immagini identiche in tutto, meno che in un particolare) e il Gradual Change (GC: passaggio graduale tra due immagini identiche in tutto, meno che in un particolare). Abbiamo considerato 60 soggetti, suddivisi sulla base della TAS-20 (2) in 20 A (punteggio >61), 20 mediamente A (punteggi 51-61) e 20 No-A (<51). Abbiamo somministrato, mediante paradigma FL, 24 immagini a valenza negativa forte o debole e a valenza positiva, che presentavano un cambiamento emotivo o non emotivo. Mediante paradigma GC, abbiamo somministrato 6 immagini con cambiamento di espressioni facciali e 6 con un cambiamento nel colore. Conclusioni Con entrambi i paradigmi i risultati confermano una migliore prestazione con cambiamenti emotivi rispetto ai cambiamenti non emotivi (FL: F=11.8, p<.001; GC: F=150.9, p<.0000); inoltre, con il GC si osserva negli A una maggior CB con stimoli a valenza emotiva negativa (F=8.6, p<,001).

Inattenzione emozionale nei soggetti alessitimici / Casagrande, Maria; Maccari, Lisa; Mereu, Stefania; Brinci, Serena. - (2008), pp. 613-614. (Intervento presentato al convegno VIII Congresso Nazionale Società Italiana di Psicologia della Salute – SIPSA. tenutosi a Rovigo nel 1-4 Ottobre 2008).

Inattenzione emozionale nei soggetti alessitimici

CASAGRANDE, Maria;MACCARI, LISA;
2008

Abstract

L‟ipotesi del blindfeel (cecità all‟emozione) (1) riconduce l‟alessitimia (2) a una disconnessione funzionale tra le aree sottocorticali, deputate all‟elaborazione emotiva degli stimoli, e la corteccia cingolata anteriore, che medierebbe l‟attenzione consapevole verso le componenti cognitive e emozionali dello stimolo (3). Tale modello non spiega tuttavia quali meccanismi cognitivi sarebbero responsabili di questa cecità all‟emozione. Si può ipotizzare che quest‟ultima possa dipendere da fattori attenzionali e dunque riformulare l‟ipotesi di Lane in termini di inattenzione emozionale. In tal caso, i soggetti alessitimici (A), rispetto ai non-alessitimici (No-A), dovrebbero presentare una maggiore Change Blindness (cecità al cambiamento; CB) per stimoli emotigeni. La CB si riferisce a quel sorprendente fenomeno per cui un osservatore non rileva un cambiamento, anche vistoso, in una scena visiva che gli viene presentata (4). Metodologia Per verificare tale ipotesi, abbiamo usato due paradigmi tipici della CB: il Flicker (FL: una rapida presentazione sequenziale di due immagini identiche in tutto, meno che in un particolare) e il Gradual Change (GC: passaggio graduale tra due immagini identiche in tutto, meno che in un particolare). Abbiamo considerato 60 soggetti, suddivisi sulla base della TAS-20 (2) in 20 A (punteggio >61), 20 mediamente A (punteggi 51-61) e 20 No-A (<51). Abbiamo somministrato, mediante paradigma FL, 24 immagini a valenza negativa forte o debole e a valenza positiva, che presentavano un cambiamento emotivo o non emotivo. Mediante paradigma GC, abbiamo somministrato 6 immagini con cambiamento di espressioni facciali e 6 con un cambiamento nel colore. Conclusioni Con entrambi i paradigmi i risultati confermano una migliore prestazione con cambiamenti emotivi rispetto ai cambiamenti non emotivi (FL: F=11.8, p<.001; GC: F=150.9, p<.0000); inoltre, con il GC si osserva negli A una maggior CB con stimoli a valenza emotiva negativa (F=8.6, p<,001).
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