Si può parlare di pianificazione responsabile della mobilità a Roma? Dipende da cosa si intende per responsabile e a cosa si fa riferimento. Ai fondi disponibili dell’amministrazione comunale per le politiche sulla mobilità? Alle esigenze dei cittadini? A contenere l’inquinamento? Una cosa è certa: la mobilità della nostra città è da sempre un problema non risolto o che volutamente non si vuole risolvere. Nel passato è certo che non si è voluta risolvere la questione, privilegiando politiche sbagliate di incentivazione della mobilità su mezzi privati al punto tale da raggiungere il collasso e la paralisi della città, da avere il maggior numero di minicar e mezzi a due ruote rispetto ad ogni altra città d’Italia e, nel contempo, il minor numero di linee ferroviarie metropolitane rispetto alle altre capitali europee. L’espansione edilizia negli ultimi 50 anni è continuata inesorabilmente senza una adeguata programmazione delle infrastrutture viarie e su ferro. Parigi, come è noto, nella sua espansione periferica prima ha creato le infrastrutture e poi le residenze e gli uffici. Da noi esattamente il contrario: prima la crescita edilizia e poi, a carico del Comune, le infrastrutture necessarie, con enormi difficoltà di realizzazione dovute ai costi di esproprio esorbitanti proprio per il plusvalore acquisito dalle nuove aree di espansione. E la tendenza negli ultimi anni non è certo cambiata se pensiamo al nuovo quartiere di Tor di Nona. Tutti sappiamo che ogni giorno centinaia di migliaia di persone sono obbligate a entrare in Roma attraverso le storiche consolari proprio per la mancanza di una rete infrastrutturale adeguata e di mobilità affidabile. In cinquant’anni, con l’eccezione della bretella urbana della A 24, non è stata praticamente realizzata nessuna nuova strada di accesso alla città, ma la popolazione nel frattempo è raddoppiata e il numero dei veicoli quadruplicato, raggiungendo tassi di immatricolazioni inimmaginabili nelle altre capitali. Questo sicuramente è il primo problema: una pianificazione scollata tra la mobilità urbana e quella metropolitana dovuta a differenti livelli di gestione che speriamo possa essere in futuro superata dal recente riconoscimento della città metropolitana. Quali sono gli studi e le proposte per migliorare la mobilità? Esistono? Quale è oggi il compito dell’ufficio studi dell’ATAC? I trasportisti sanno bene che oltre al Piano dei trasporti – che incide sulle infrastrutture – esiste il Piano del traffico che prevede le piccole ma fondamentali azioni per ridurre i problemi di mobilità: studio della sosta, delle sezioni stradali, dei punti di traffico e degli ostacoli che ne riducono la sezione (cassonetti dell’immondizia, stazioni di servizio, edicole, programmazione dei lavori di manutenzione stradale ecc.). Le politiche comunali sulla mobilità e la sosta oggi come in passato – che dire del progetto del megaparcheggio in pieno centro storico sotto piazza del Popolo e via del Corso? – sembrano avere altri obiettivi e interessi da quelli delle altre capitali europee e non possono che apparire suicide per la città e i suoi cittadini

Pianificazione responsabile della mobilità / Carbonara, Lucio. - In: AR. - ISSN 0392-2014. - STAMPA. - 91:(2010), pp. 12-14.

Pianificazione responsabile della mobilità.

CARBONARA, Lucio
2010

Abstract

Si può parlare di pianificazione responsabile della mobilità a Roma? Dipende da cosa si intende per responsabile e a cosa si fa riferimento. Ai fondi disponibili dell’amministrazione comunale per le politiche sulla mobilità? Alle esigenze dei cittadini? A contenere l’inquinamento? Una cosa è certa: la mobilità della nostra città è da sempre un problema non risolto o che volutamente non si vuole risolvere. Nel passato è certo che non si è voluta risolvere la questione, privilegiando politiche sbagliate di incentivazione della mobilità su mezzi privati al punto tale da raggiungere il collasso e la paralisi della città, da avere il maggior numero di minicar e mezzi a due ruote rispetto ad ogni altra città d’Italia e, nel contempo, il minor numero di linee ferroviarie metropolitane rispetto alle altre capitali europee. L’espansione edilizia negli ultimi 50 anni è continuata inesorabilmente senza una adeguata programmazione delle infrastrutture viarie e su ferro. Parigi, come è noto, nella sua espansione periferica prima ha creato le infrastrutture e poi le residenze e gli uffici. Da noi esattamente il contrario: prima la crescita edilizia e poi, a carico del Comune, le infrastrutture necessarie, con enormi difficoltà di realizzazione dovute ai costi di esproprio esorbitanti proprio per il plusvalore acquisito dalle nuove aree di espansione. E la tendenza negli ultimi anni non è certo cambiata se pensiamo al nuovo quartiere di Tor di Nona. Tutti sappiamo che ogni giorno centinaia di migliaia di persone sono obbligate a entrare in Roma attraverso le storiche consolari proprio per la mancanza di una rete infrastrutturale adeguata e di mobilità affidabile. In cinquant’anni, con l’eccezione della bretella urbana della A 24, non è stata praticamente realizzata nessuna nuova strada di accesso alla città, ma la popolazione nel frattempo è raddoppiata e il numero dei veicoli quadruplicato, raggiungendo tassi di immatricolazioni inimmaginabili nelle altre capitali. Questo sicuramente è il primo problema: una pianificazione scollata tra la mobilità urbana e quella metropolitana dovuta a differenti livelli di gestione che speriamo possa essere in futuro superata dal recente riconoscimento della città metropolitana. Quali sono gli studi e le proposte per migliorare la mobilità? Esistono? Quale è oggi il compito dell’ufficio studi dell’ATAC? I trasportisti sanno bene che oltre al Piano dei trasporti – che incide sulle infrastrutture – esiste il Piano del traffico che prevede le piccole ma fondamentali azioni per ridurre i problemi di mobilità: studio della sosta, delle sezioni stradali, dei punti di traffico e degli ostacoli che ne riducono la sezione (cassonetti dell’immondizia, stazioni di servizio, edicole, programmazione dei lavori di manutenzione stradale ecc.). Le politiche comunali sulla mobilità e la sosta oggi come in passato – che dire del progetto del megaparcheggio in pieno centro storico sotto piazza del Popolo e via del Corso? – sembrano avere altri obiettivi e interessi da quelli delle altre capitali europee e non possono che apparire suicide per la città e i suoi cittadini
2010
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Pianificazione responsabile della mobilità / Carbonara, Lucio. - In: AR. - ISSN 0392-2014. - STAMPA. - 91:(2010), pp. 12-14.
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