Il saggio disquisisce sul problema della relazione paesaggio/infrastrutture che oscilla sempre tra due estremi molto dilatati: quello dell’onnipotenza e quello della visione «paysagère». Spessissimo quest’ultima proposta però in modo riduttivistico. Quando si verifica questa circostanza è molto probabile che la questione oggetto di tanta attenzione perda di significato. Tanti, troppi, infatti sono quelli che gli si vogliono attribuire. Il saggio sottolinea che quando si ragiona di paesaggio e di infrastrutture siamo nel campo delle interazioni, culturali, psico-percettive, materiali e visive e specifica che una precisazione iniziale è necessaria vista la confusione che c’è sull’argomento. Inoltre, poiché l'«interesse» paesaggio è costituzionalmente prevalente sugli altri, la disciplina di questo interesse prevale sulle altre discipline. Ma poiché le infrastrutture sono per lo più opere pubbliche o a queste assimilabili, alla disciplina del paesaggio si sovrappone, limitandola, quella delle opere pubbliche che godono d’un regime privilegiato. Il saggio distingue perciò, fra due situazioni possibili che un tecnico si può trovare ad affrontare: a. la domanda di infrastrutture è definita e quella paesaggistica ancora no e quindi la pianificazione paesaggistica allorché si forma può considerarla adeguatamente; b. la pianifi cazione paesaggistica è già formata quando viene definita quella delleinfrastrutture. Il caso che entrambe le pianificazioni siano in formazione sincronicamente è talmente teorico che si esclude di prenderlo in considerazione. Rispetto alle 2 situazioni a e b, il saggio propone adeguati strumenti per la valutazione paesaggistica e ambientale e strumenti di integrazione e illustra come il momento della compensazione debba essere considerato come momento di contrattazione multilivello e multi soggetto, sottolineando, infine, che per garantire la qualità dei progetti bisogna migliorare la qualità della domanda pubblica che dà origine alle opere e che la qualità non si esaurisce nella ricerca di quella estetica, ma va adeguatamente supportata da idonei strumenti operativi di gestione del ciclo del progetto. In altri termini: non si realizza la qualità dell'opera se il progetto da realizzare è concepito separatamente dalla pianificazione del paesaggio.
Le infrastrutture nella pianificazione paesaggistica e il paesaggio nella pianificazione, progettazione, costruzione e gestione delle infrastrutture / Karrer, Francesco. - In: TRIA. - ISSN 1974-6849. - 1:(2008), pp. 111-117.
Le infrastrutture nella pianificazione paesaggistica e il paesaggio nella pianificazione, progettazione, costruzione e gestione delle infrastrutture
KARRER, Francesco
2008
Abstract
Il saggio disquisisce sul problema della relazione paesaggio/infrastrutture che oscilla sempre tra due estremi molto dilatati: quello dell’onnipotenza e quello della visione «paysagère». Spessissimo quest’ultima proposta però in modo riduttivistico. Quando si verifica questa circostanza è molto probabile che la questione oggetto di tanta attenzione perda di significato. Tanti, troppi, infatti sono quelli che gli si vogliono attribuire. Il saggio sottolinea che quando si ragiona di paesaggio e di infrastrutture siamo nel campo delle interazioni, culturali, psico-percettive, materiali e visive e specifica che una precisazione iniziale è necessaria vista la confusione che c’è sull’argomento. Inoltre, poiché l'«interesse» paesaggio è costituzionalmente prevalente sugli altri, la disciplina di questo interesse prevale sulle altre discipline. Ma poiché le infrastrutture sono per lo più opere pubbliche o a queste assimilabili, alla disciplina del paesaggio si sovrappone, limitandola, quella delle opere pubbliche che godono d’un regime privilegiato. Il saggio distingue perciò, fra due situazioni possibili che un tecnico si può trovare ad affrontare: a. la domanda di infrastrutture è definita e quella paesaggistica ancora no e quindi la pianificazione paesaggistica allorché si forma può considerarla adeguatamente; b. la pianifi cazione paesaggistica è già formata quando viene definita quella delleinfrastrutture. Il caso che entrambe le pianificazioni siano in formazione sincronicamente è talmente teorico che si esclude di prenderlo in considerazione. Rispetto alle 2 situazioni a e b, il saggio propone adeguati strumenti per la valutazione paesaggistica e ambientale e strumenti di integrazione e illustra come il momento della compensazione debba essere considerato come momento di contrattazione multilivello e multi soggetto, sottolineando, infine, che per garantire la qualità dei progetti bisogna migliorare la qualità della domanda pubblica che dà origine alle opere e che la qualità non si esaurisce nella ricerca di quella estetica, ma va adeguatamente supportata da idonei strumenti operativi di gestione del ciclo del progetto. In altri termini: non si realizza la qualità dell'opera se il progetto da realizzare è concepito separatamente dalla pianificazione del paesaggio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.