L’uso di cateteri centrali venosi per la somministrazione di sostanze nutritive e/o farmaci e per il monitoraggio dello stato emodinamico dei pazienti è diventato indispensabile nella pratica clinica moderna. Sfortunatamente, al loro uso sono associate varie complicazioni, la più comune delle quali risulta essere l’insorgenza di infezioni. Annualmente, negli USA si calcola che il 90% dei casi di infezioni del circolo sanguigno è correlato all’uso di dispositivi intravascolari. Queste infezioni sono associate ad un aumento di mortalità, oltre che ad una crescita dei costi sanitari derivanti dal prolungamento del tempo di ospedalizzazione. Negli ultimi anni, gli approcci sperimentali miranti alla prevenzione delle infezioni catetere-correlate sono stati molteplici, il più promettente dei quali sembra essere il ricoprimento della superficie dei cateteri con sostanze antimicrobiche. Il presente lavoto si inserisce nell’ambito di questa sperimentazione ad ha avuto come scopo l’adsorbimento di un antibiotico-b-lattamico, il cefamandolo nafato, su poliuretani segmentati e su polimeri a base vinilica diversamente funzionalizzati al fine di favorire l’impregnazione del farmaco. Sono stati quindi introdotti gruppi acidi (carbossili), gruppi basici (ammine terziarie), gruppi carichi positivamente (ottenuti per quaternizzazione dei gruppi amminici terziari), gruppi idrofilici non carichi (ossidrili) e gruppi fortemente acidi (solfato). I polimeri sintetizzati sono stati caratterizzati mediante misure chimiche e chimico-fisiche condotte sia in superficie che in bulk. La capacità antibatterica delle superfici trattate con l’antibiotico è stata verificata sia mediante osservazione al microscopio ottico che con il test biologico di Kirby Bauer, impiegando come microrganismo sensibile lo Staphylococcus epidermidis, patogeno tra i più frequentemente isolati nei casi di infezione correlata ai cateteri. L’aver ottenuto polimeri con molecole di antibiotico adsorbite sia in superfiche che all’interno della matrice polimerica si è rivelata un’importante strategia per prolungare nel tempo la capacità antibatterica dei polimeri potenzialmente utilizzabili per la realizzazione di cateteri antimicrobici.

Efficacia dell'adsorbimento di antibiotici per la prevenzione delle infezioni associate ai cateteri: nuovi approcci sperimentali / G., Donelli; Francolini, Iolanda; Marconi, Valter; Piozzi, Antonella. - STAMPA. - (2001), pp. 99-99. (Intervento presentato al convegno 29° Congresso Nazionale della Società Italiana di Microbiologia tenutosi a Genova, Italy nel 7-10 Novembre).

Efficacia dell'adsorbimento di antibiotici per la prevenzione delle infezioni associate ai cateteri: nuovi approcci sperimentali

FRANCOLINI, IOLANDA;MARCONI, Valter;PIOZZI, Antonella
2001

Abstract

L’uso di cateteri centrali venosi per la somministrazione di sostanze nutritive e/o farmaci e per il monitoraggio dello stato emodinamico dei pazienti è diventato indispensabile nella pratica clinica moderna. Sfortunatamente, al loro uso sono associate varie complicazioni, la più comune delle quali risulta essere l’insorgenza di infezioni. Annualmente, negli USA si calcola che il 90% dei casi di infezioni del circolo sanguigno è correlato all’uso di dispositivi intravascolari. Queste infezioni sono associate ad un aumento di mortalità, oltre che ad una crescita dei costi sanitari derivanti dal prolungamento del tempo di ospedalizzazione. Negli ultimi anni, gli approcci sperimentali miranti alla prevenzione delle infezioni catetere-correlate sono stati molteplici, il più promettente dei quali sembra essere il ricoprimento della superficie dei cateteri con sostanze antimicrobiche. Il presente lavoto si inserisce nell’ambito di questa sperimentazione ad ha avuto come scopo l’adsorbimento di un antibiotico-b-lattamico, il cefamandolo nafato, su poliuretani segmentati e su polimeri a base vinilica diversamente funzionalizzati al fine di favorire l’impregnazione del farmaco. Sono stati quindi introdotti gruppi acidi (carbossili), gruppi basici (ammine terziarie), gruppi carichi positivamente (ottenuti per quaternizzazione dei gruppi amminici terziari), gruppi idrofilici non carichi (ossidrili) e gruppi fortemente acidi (solfato). I polimeri sintetizzati sono stati caratterizzati mediante misure chimiche e chimico-fisiche condotte sia in superficie che in bulk. La capacità antibatterica delle superfici trattate con l’antibiotico è stata verificata sia mediante osservazione al microscopio ottico che con il test biologico di Kirby Bauer, impiegando come microrganismo sensibile lo Staphylococcus epidermidis, patogeno tra i più frequentemente isolati nei casi di infezione correlata ai cateteri. L’aver ottenuto polimeri con molecole di antibiotico adsorbite sia in superfiche che all’interno della matrice polimerica si è rivelata un’importante strategia per prolungare nel tempo la capacità antibatterica dei polimeri potenzialmente utilizzabili per la realizzazione di cateteri antimicrobici.
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